Formula

Pezzi di industria motociclistica persi per strada

La crisi ha fatto danni anche nel settore delle due ruote. Purtroppo in questi ultimi anni abbiamo perso alcuni nomi importanti dell’industria motociclistica. Vediamo quali.

In quest’ultimo decennio, pian piano, e purtroppo con una drammatica continuità abbiamo perso per strada alcuni marchi illustri legati al mondo delle due ruote. Aziende chiuse, cambi di casacca, e anche qualche trasferimento di stabilimenti di produzione fuori dei confini nazionali. Abbiamo perso pezzi di storia legate alla produzione, alla progettazione e alla maestranza, che tutto il mondo ci invidiava. Per fare un piccolo esempio di quando sia forte la predisposizione del nostro paese nella produzione di motocicli, basta analizzare i marchi ancora attivi in Italia: Aprilia, Benelli, Beta, Bimota, Ducati, Moto Guzzi, Moto Morini, MV Agusta, Gilera, Piaggio e Vespa.

Queste sono i principali, ovviamente non mancano produttori minori, e c’è anche da aggiungere la presenza importate degli stabilimenti di produzione di Honda ad Atessa, dove sono realizati diversi modelli di moto di grande successo.

Insomma il nostro bel paese ha di che esser fiero per quanto è forte nella produzione di grandi marchi di moto, anche se poi in termini numerici di mezzi a due ruote ci sono nazioni che ci doppiano. Purtroppo però, proprio negli ultimi anni si sono persi produttori sia di motocicli sia di accessori collegati alle due ruote.

Proviamo a ricordarne qualcuno di questi marchi dell’ industria motociclistica, sperando che un giorno possano rinascere dalle proprie ceneri.

Malaguti.

Idee in movimento. Già questo era uno degli spot che accompagnavano le pubblicità collegate al marchio bolognese, famoso per la produzione di scooter di grande successo. Fondata nel 1930 da Antonio Malaguti, costruendo da subito esclusivamente biciclette, iniziò a produrre anche ciclomotori nel dopoguerra, con la realizzazione del famoso Mosquito. Tanti e numerosi i modelli di successo, il mitico tubone Fifty (1975), lo scooter F 10 (1992) e dopo il modello Phantom.

Fifty
Pezzi di industria motociclistica persi per strada. Malaguti Fifty

Modelli che hanno raccolto veramente tanti successi commerciali, arrivando a produrre oltre 2.300.000 veicoli; non sono mancati modelli di maggiore cilindrata, spingendosi anche nella produzione di un maxiscooter di 500 cc. Nel 2011 la Malaguti ha definitivamente chiuso la produzione di motocicli, e ora propone biciclette elettriche.

scooter F 10
Pezzi di industria motociclistica persi per strada. Scooter F 10

Un vero peccato, perché ovviamente oltre alla perdita di un “pezzo” importante in questo settore, ben 170 persone sono state licenziate.

scooter F 12
Pezzi di industria motociclistica persi per strada. Scooter F 12.

http://www.malaguti.com/

Moto Laverda

L’azienda fu fondata da Francesco Laverda nel 1949, con sede a Breganze, in provincia di Vicenza. Il primo modello Laverda 75 fu presentato nel 1950, e grazie ai successi sportivi sia nella cilindrata 75 sia in quella 100, le permise di crescere molto velocemente.

Fino agli anni settanta, la produzione dell’azienda vicentina è stata esclusivamente nelle piccole cilindrate, ma negli anni settanta Massimo Laverda, figlio del fondatore, spinse la produzione verso le cilindrate più grandi, con l’arrivo Laverda 650 cc e successivamene anche nella cilindrata di maggior successo di 750 cc.

Ghost
Pezzi di industria motociclistica persi per strada. Laverda Ghost

I modelli proposti furono numerosi, arrivando anche a produrre modelli nelle cilindrate di 1000 e 1200, proseguendo in questa gamma di moto con modelli molto apprezzati come Laverda 1000 RGS (Real Gran Sport). Purtroppo, negli anni novanta, l’azienda entrò in una fase di profonda crisi, cessando in sostanza la produzione.

Strike
Pezzi di industria motociclistica persi per strada. Laverda Strike

Il marchio ripartì nel 1993 con I.Mo.La. SpA, con buoni risultati che videro la nascita di modelli come Ghost, Strike e anche uno più sportivo Formula. Nel 1997 l’azienda ottenne ottimi risultati con ben 1500 moto vendute all’estero e un fatturato di 32 miliardi. In seguito, purtroppo, la sua storia si interruppe nuovamente alla fine degli anni novanta, e nel 2000 fu acquisito il marchio da Aprilia; da allora non ci sono state attività significative per la ripresa produzione.

Formula
Pezzi di industria motociclistica persi per strada. Laverda Formula

http://www.laverda.it/

Verlicchi

L’azienda di Zola Pedrosa aveva una lunga storia nella realizzazione di telai, basti pensare che produceva da più di ottanta anni. Fino al 2000 produsse per molti marchi di moto, tra cui Harley Davidson, BMW, Ducati e Honda, arrivando a un fatturato di ben 60 milioni di euro. Successivamente, purtroppo, il giro d’affari è pian piano diminuito, arrivando a toccare nel 2010 solo 14 milioni; in seguito c’è stato un cambio di società che comunque non ha salvato l’azienda dalla chiusura avvenuta nel 2011. Il rilancio passa attraverso l’acquisizione da parte di Donati srl (PI), anche lei produttrice di telaio, ma purtroppo proprio quest’anno è arrivata la chiusura definitiva dell’attività. Le speranze erano legate al marchio Ducati, ma poi grazie al mancato accordo per la produzione dei telai per la Multistrada e Scrambler, non cerano più i presupposti per continuare la produzione.

verlicchi
Pezzi di industria motociclistica persi per strada. Verlicchi

Infatti, la Rossa di Bologna ha siglato l’accordo con l’azienda vietnamita V.pic, un vero peccato considerando che la differenza di prezzo tra Verlicchi e V.pic era di pochi dollari a telaio. Viene da chiedersi perché rinunciare, da parte di Ducati a un fornitore così esperto e vicino, per puntare a uno dall’altra parte del mondo? Non sarebbe stato bello, se proprio il marchio bolognese avesse acquistato la Verlicchi? Allo stesso modo avrebbe potuto fare anche con la Malaguti, poiché spesso si è parlato di avere uno scooter Ducati.

In sostanza si è persa una grandissima esperienza e maestranze dell’industria motociclistica, e guadagnato tanti nuovi disoccupati.

Marzocchi

Un altro marchio italiano di Zola Predosa (Bologna), nata nel 1949 da Stefano e Guglielmo Marzocchi, produttori di sospensioni per moto e mountain bike. I due fratelli, ex Ducati, alla fine degli anni cinquanta, si dedicarono alla produzione di sospensioni idrauliche, fornendo marchi come Ducati, BMW, Cagiva, KTM e Aprilia. Seguendo l’andamento del mercato, negli anni ottanta si decise d’impegnarsi anche nella produzione di forcella anteriore per le mountain bike, e ben presto anche in quest’ambito si raggiunsero ottimi risultati.

Nel 2008 l’azienda fu acquisita dalla multinazionale americana Tenneco, proprio specializzata nella produzione di forcelle e mountain bike. Purtroppo a luglio 2015 è avvenuto lo stop a proseguire l’attività dell’azienda, lasciando senza lavoro ben 94 lavoratori.

marzocchi
Pezzi di industria motociclistica persi per strada. Marzocchi

Ora, oltre a considerare la brutta vicenda di perdere tanti posti di lavoro, stiamo pian piano perdendo competenze tecniche costruite in numerosi decenni. Non lo possiamo permettere se vogliamo rimanere una nazione in grado di creare tecnologia e sogni a due ruote, e anche dare da mangiare a tanti lavoratori.

http://www.marzocchi.com/

 

 

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