La moto e la Legge di Murphy: mototeorema sulla sfiga del motociclista

di Pier Peio

La Legge di Murphy, la conosciamo tutti, è un tentativo tra il serio e il faceto di dare una spiegazione, ironico/scientifica alla sfortuna, più comunemente detta sfiga. Oggi voglio analizzare alcuni aspetti della malasorte legati al mondo delle due ruote a motore. A me capita di tutto ma alla fine si impara a conviverci, senza amore e con rassegnazione, come con una vecchia suocera noiosa. Io sono allergico a bluetooth e interfono, almeno in moto voglio stare tranquillo, abbassare la visiera del casco e chiudere tutto e tutti fuori.

Quando poi mi fermo per qualsivoglia motivo, dall’arrivo a destinazione, piuttosto che un rifornimento di benzina o un caffè, accendo i cellulari, il più delle volte , scoprendo con soddisfazione che il mondo intero e l’invincibile armata di stracca palle, capitanata dalla mia mamma Vittoria, per qualche ora si è dimenticata di me! “Illusion” come cantavano gli Immagination nei primi anni ‘80! Nell’attimo esatto in cui ti sei messo il casco, i guanti e stai per girare la chiave nel blocchetto della moto, ti vibra una tasca: “maledizione!” Tento di fregarmene ma poi penso: “Se è successo qualcosa a uno dei Peini? E se la mia cara mammetta ne ha combinata una delle sue?” Decido di rispondere, il tempo di sfilare il casco e i guanti alla velocità della luce e (Legge di Murphy) il telefono non squilla più. Richiamo e fortunatamente non è successo niente di grave, il più delle volte è una chiamata tipo: “Già che sei lì … Dove sei?” “A Genova!” “Già che sei lì mi passi a prendere le sigarette?” Notare che mia mamma sotto casa ha un tabaccaio, si vede che prese a Genova son più buone, forse grazie all’aria del mare.

…mi tocca scarpinare e lasciare a malincuore la moto sola per un quarto d’ora, salvo poi scoprire che questo è in perfetta sintonia con la Legge di Murphy…

A quel punto spengo la telefonia mobile, mi metto casco e guanti ma intanto il parentame, supportato dalla sfiga ha avuto modo di colpire e di farmi perdere tempo. Altro oggetto in cui alberga la sfortuna come nel corpo di un indemoniato, è il Bancomat. Tutte le volte che devo usare questo simpatico e praticissimo oggetto per pagare al distributore o prelevare contante per un week-and in moto, non c’ è verso: o manca il collegamento o dei ben 3 sportelli bancomat in città dell’istituto bancario di cui sono correntista, l’unico funzionante è quello nel bel mezzo della zona ZTL! Per cui mi tocca scarpinare e lasciare a malincuore la moto sola per un quarto d’ora, salvo poi scoprire che anche questo è fuori uso in perfetta sintonia con la Legge di Murphy. Soluzione: una piccola riserva di contante a casa, se qualche malintenzionato si sta facendo delle idee strane, lasci perdere, non sono cifre tali da giustificare la fatica di un furto e poi li imbosco talmente bene che non li trovo più neanche io! Quando poi meno te lo aspetti li ritrovi, con gioia e stupore, perché te ne eri completamente dimenticato!

Il cuscinetto complice della Legge di Murphy
Il cuscinetto complice della Legge di Murphy

A queste sfighe si rimedia facilmente con un po’ di esperienza. Poi ci sono le sfighe imprevedibili che col senno di poi sarebbero prevedibilissime se Legge di Murphy non ci mettesse lo zampino: la rottura del cuscinetto della ruota posteriore della Nevada, mentre sono nella casa di campagna in Liguria, due giorni prima di ferragosto. Una notte a cercare in internet il rivenditore di cuscinetti a sfera più vicino, fatto un elenco di possibili fornitori, dalla ferramenta al negozio di autoricambi e persino forniture nautiche e navali, per scoprire con disappunto che erano tutti chiusi per ferie. Certo che su una motina con quasi 100.000 km un cuscinetto può cedere e con quello che costano non sarebbe stata una pessima idea cambiarli prima delle ferie, però anche sto benedetto cuscinetto non poteva rompersi due settimane prima o due dopo? Ero furibondo con gli occhi iniettati di sangue.

In Val Fontanabuona sulla strada del mesto ritorno dall’infruttuoso cuscinetto tour, fatto con la V 35 di Simona, vedo un’insegna gialla, seminascosta da una topia di vite, tra i grappoli d’uva acerbissimi e il fogliame leggo Motoriparazioni. Mi fermo! Entro con in mano quel che resta del cuscinetto e dico: “Buongiorno, sto cercando questo, è di una Nevada”. Il signor Carlini, mi dice,”Ce l’ho sul bancone, è di una v 65. Sono uguali, li ho cambiati d’ufficio su una moto che ho restaurato. Te li regalo!”

A volte non tutto il male vien per nuocere e la Legge di Murphy in questo momento forse è distratta!

 

 

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