di Italo Barazzutti
Avevo 13 anni si e no quando nel prato di casa cavalcavo la mia prima motoretta.
… erano i primi anni ‘70!
Aveva un motore Garelli tre marce, telaio auto costruito da un amico Archimedemico ed il serbatoio, era un contenitore in alluminio di quelli che all’epoca, si riempivano d’acqua calda per scaldare il letto durante i rigidi inverni friulani.
Un passato da regolarista, prima in sella ad una SWM, poi Puch ed ancora Puch.
Quanta passione fin da ragazzino ci ho messo nelle moto!
Ora la ‘regolarità’ si chiama ‘enduro’, un sacco di anni sono passati ma l’amore anzi, il GRANDE AMORE che nutro per le due ruote, con il tempo non è scemato.
Io, Italo Barazzutti, classe 1959, sono una persona semplice ed entusiasta che ama il confronto, l’avventura, la vita. Vivo a Tolmezzo (UD) e nel tempo libero, giro il mondo con la mia inseparabile Thelma alla ricerca di luoghi e genti che conservino ancora dei valori nella vita…
Chiuso con la regolarità divento un viaggiatore.
Prima un Honda FT, poi un Yamaha Tenerè animano i miei primi approcci. Ma è nel ’94 che acquisto Thelma. È un Goldwing 1200 dell’86 con già 100.000 km, il feeling che mi infonde è qualcosa di celeste….
Spinto da un crescente desiderio di conoscenza, negli anni mi impegno in viaggi talvolta notevoli e nel 2001, mi sento pronto per il passaggio al “livello superiore”: il mio primo viaggio intercontinentale. In solitaria decido di attraversare la Russia europea, quindi diretto verso est, la Siberia fino alla lontana Mongolia, e ritorno.
L’avvio è incerto, la Russia europea è cruda ma la Siberia, addirittura crudele. L’impatto è durissimo, accuso il colpo, sto per crollare. Sull’orlo del cedimento mi viene in aiuto l’incredibile ospitalità delle popolazioni siberiane.
Mai avrei potuto immaginare che questa esperienza mi avrebbe cambiato la vita, ma al mio rientro, dopo 21.000 km in 10 settimane, mi sento un uomo completamente nuovo.
Metabolizzato l’enorme arricchimento interiore che la traversata ha portato con sé, aiutato da incredibili ricordi e dalle belle fotografie mi ritrovo casualmente a distendere le mie impressioni in un articolo; poi in un libro!.
E’ la fine del 2003 quando, autoprodotto, pubblico, “… verso la Mongolia!” il mio primo libro.
E’ stato un “viaggiare per amicizia” il mio ed il libro, scritto con realistica semplicità e quell’amore vero che ha animato ogni chilometro: è un successo!
Individuato nel confronto umano la via maestra per migliorare me stesso, continuo a viaggiare.
Nel 2004 è la volta di un’entusiasmante avventura attorno al mar Nero e nel 2005, mi sento pronto ad abbattere ulteriori luoghi comuni. Molto più esperto ma con inalterato entusiasmo mi affaccio sul mondo musulmano.
E’ la volta dell’Iran, della leggendaria Samarcanda in Uzbekistan, del disastro ecologico del lago d’Aral, dei paesi dell’Asia centrale fino alla grande Cina.
Quella passione che con naturalezza sale dal cuore mi fa sentire a mio agio in ogni scorcio, ed il pieno rispetto degli usi e costumi mi permette di entrare in sintonia con ogni persona che incontro.
Yeah!!! Un altro incredibile viaggio ed al mio ritorno riesco ancora una volta a distendere le emozioni provate.
Nel 2007 sempre autoprodotto esce il mio secondo libro: “Sulla via della Seta”
Passa il tempo ed il mio “viaggiare per amicizia” ha fatto tantissimi proseliti.
Ne sono felicissimo ed ora, riempito nell’anima da incredibili sensazioni con immutato spirito programmo per il mio 50° compleanno il mio viaggio più grande.
Sempre con Thelma che ormai ha 23 anni e superato abbondantemente i 300.000, pianifico
Las Americas 2009/10.
Le 3 Americhe, toccando l’estremo sud a Ushuaia (Argentina); per risalire fino a Prudohe Bay in Alaska (Stati Uniti), l’avamposto più a nord. Nel mezzo, tutto ma proprio tutto il magico continente americano!
Raggiunto Buenos Aires il 10 settembre, dopo un mese di navigazione su una nave cargo, tentenno nel nord della magnifica Argentina, l’incredibile Bolivia, il Paraguay e lo sterminato Brasile.
Bè sì, se proprio siete curiosi di sapere qualche distrazione me la prendo, giusto per ricaricarmi al meglio prima di dirigermi alla fredda Tierra del Fuego. Superare lo stretto di Magellano mi riserva un emozione speciale, ma non di meno raggiungere Ushuaia, la città più australe del mondo.
Raggiunto l’estremo sud, ora a nord! Il Perito Moreno, che dire, dalle falde della montagna retrostante scende verso il lago Argentin in un crepitio che pare dagli vita.
Il deserto di Atacama in Cile mi regala forme e colori surreali. Poi decido di ritornare in Bolivia per godermi la zona andina, ma sul confine a 5200 metri, la mancanza di ossigeno mi provoca delle bruttissime sensazioni…. è la giornata più difficile della mia vita!
Le Ande boliviane sono di una crudezza incredibile. Poi il Titicaca, il lago alpino più alto del mondo mi regala scenari inebrianti. Costeggiandolo mi ritrovo in Confina Perù. Machu Picchu ahimè, è chiuso per il cattivo tempo ma Cuzco è favolosa.
La strada verso Nazca poi, quando da oltre 3000 metri il serpentone di catrame picchia verso il mare serpeggiando in un giallo deserto, wow… è incredibile!!!
Poi l’Equador, e la linea posta al centro di questo fantastico pianeta per passare da un emisfero all’altro.
La Colombia che dire? Il dolce, anzi, la dolcezza si affianca all’amaro. Sulle Ande i camionisti guidano come dei disperati, vedo incredibili incidenti quando a nord raggiungo Cartaghena!
Costruita su una penisola è la città più fantastica che abbia mai visto. Il vecchio, l’antico ed il moderno convivono animati da colori e costumi che sanno d’Africa! Non può non affascinare…
Dalla Colombia però la strada verso Panama non esiste e per baipassare l’ostacolo devo imbarcarmi su un veliero. Farci salire e scendere Thelma mi procura delle fibrillazioni fortissime.
L’America centrale dopo le cose eXtraordinarie che ho visto la passo in sordina ma il Messico mi riempie il cuore. Poi il passaggio negli Stati Uniti…
San Diego, la Las Vegas boulevard con i suoi casinò. Il Gran Canyon, Bryce, Yellowstone li ho visti anni fa ma Salt Lake City mi immortalo sul lago salato.
Del Canada cosa dire, appena entrato uno stormo di oche canadesi nella tipica formazione a V mi saluta gracchiando. Paesaggi incredibili; fiumi pescosi, salmoni guizzanti, laghi che riflettono il rosso delle Rocky Mountains, e praterie popolate da bisonti.
Poi il passaggio in Alaska.
Il freddo è pungente quando supero il circolo Polare Artico, subito dopo incontro la PipeLine: l’oleodotto che dalle basi petrolifere di Proudhoe Bay porta il greggio nel porto di Valdez.
In 11 mesi ho percorso 60.000 km con Thelma, la mia regina, da sempre implacabile sulle strade del mondo, ma da qui che i ricordi si vanno attenuando……………………
l 10 giugno 2010 con il biglietto aereo già in tasca, quando al rientro da Prudohe Bay mancano sole 200 miglia all’aeroporto di Fairbanks per il definitivo rientro a casa, succede l’incidente…
(NDR quando la notizia si diffonde, in moltissimi in Italia sono in ansia, tra parenti, amici ed appassionati che conoscono Italo per le sue imprese ed i suoi libri. Si muove subito una catena di solidarietà che però stenta a focalizzare le problematiche immediate da affrontare.
Ora, ad otto mesi da quel tragico giorno, è tutto più delineato. Italo ha bisogno del nostro sostegno. Per questo motivo si è costituita l’iniziativa “Help Italo Barazzutti”. Tutti i detttagli li troverete sul sito: www.navigatorediterra.it
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