Prova su strada Honda CB 1300 S ABS

Una moto dalle buone performance ma adatta al turismo
Come deve essere considerata l’Honda CB 1300 S? Insomma a dirla tutta non rientra chiaramente fra le moto sportive né in quelle turistiche.! Eppure è in grado di portarti a passeggio, di adattarsi degnamente in città, e farsi volere bene anche nei viaggi in coppia. Poi non si fa spaventare neanche dai percorsi guidati, quelli pieni di curve, meglio se sono quelli da “scalare” verso la vetta.
Dove sta la sua forza? Il propulsore ricco di coppia! Dove sta la sua facilità di guida? Nella posizione di guida azzeccata! Il resto è Honda.
Com’è: Lo stile delle super-sportive anni 80′.
Le dimensioni sono corpose, e riprendono canoni tipici delle sportive degli anni 80′.
Piacevole e per nulla “fuori tempo”, anteriore maschio con la grossa parabola a sezione rettangolare e plexiglas non troppo alto che protegge solo parzialmente il pilota dalla pressione dell’aria.
Il grosso propulsore è un quattro cilindri in linea ed è bello da “sentire” e da vedere; il corpo centrale della CB 1300 S è ordinato, non ci sono cavi elettrici in vista e la verniciatura della meccanica in grigio fucinato contrasta con l’abbondante sezione dei quattro tubi di scarico in acciaio lucido che si uniscono nel vistoso terminale di scarico singolo. Grosso certo, ma proporzionato alle dimensioni del mezzo.
Il serbatoio del carburante e in acciaio, quindi nei viaggi si può utilizzare una borsa da serbatoio magnetica comoda quando si fa del turismo a medio raggio.
Poi diciamo la verità di plastica la sport-touring giapponese non ne ha tanta addosso, per fortuna!
Vestito attillato e tanta sana meccanica in vista.
Sella unica, comoda e lunga fin quasi a coprire totalmente il codino, che non manca neanche del robusto e utile maniglione posteriore del passeggero.
Gli specchietti sono abbondanti e la visuale posteriore è abbastanza chiara, la stessa cosa vale per gli indicatori di direzione che non sono moderni e minimalisti, ma sono ben visibile.
Uno spunto di modernità in più arriva dalla luce posteriore a doppia parabola e con luce a led.
La strumentazione è chiara e ben leggibile ed è composta da un doppio quadrante circolare con il contachilometri posto su quello di destra e contagiri su quello di sinistra; in mezzo sono piazzate le spie di servizio utili nella guida.
Infine la scelta cromatica a sfondo bianco rosso è molto bella, snellisce la linea e regala anche un pizzico di sportività, ulteriormente accentuata dal colore oro dei cerchi in lega.
Il motore: Quattro cilindri in linea pieno di coppia.
Il motore è un classico quattro cilindri in linea con raffreddamento a liquido.
L’alesaggio e corsa sono rispettivamente di 78×67,2 per una cilindrata di ben 1284 cm3; la distribuzione è un bialbero in testa e l’alimentazione è di tipo a iniezione.
Le prestazioni erogate sono in linea con le caratteristiche del mezzo, la potenza è di 114 cv (84 kW) a 7750 giri/min. e la coppia massima è di 116 Nm (11,8 kgm) a 6000 giri/min.
Come si può dedurre il propulsore della CB 1300 S punta a erogare prestazioni più attente alla corposità di erogazione, quindi una buona coppia spostata verso il basso dei regimi di rotazione, in maniera tale da avere una risposta immediata fin dai regimi di rotazioni più bassi.
Telaio e sospensioni: Schema classico e doppio ammortizzatore posteriore Showa.
Una moto che è fatta a modo suo e che s’ispira a una linea classica ma riproposta in chiave moderna.
Il telaio a doppia culla con struttura in acciaio, il forcellone è realizzato in lega di alluminio con un’importante struttura scatolata d’irrigidimento.
La forcella anteriore è di tipo tradizionale con steli da 43 mm Ø con regolazione del freno idraulico in estensione e regolazione del precarico molla.
Al posteriore fa bella mostra una doppia unità di ammortizzatori Showa con serbatoio del gas esterno, regolabile sia le molle sia il freno idraulico in estensione.
L’impianto frenante è del tutto “moderno”, doppio disco di 310 mm Ø all’anteriore, singolo disco da 256 mm Ø per quello posteriore; la frenata è dotata di ABS ed è del tipo “integrale” che avviene azionando il solo freno posteriore.
La guida: Alla guida di un mito degli anni 80’ che va come le moto di oggi.
Quando guidi una moto sport degli anni 80’ ne riconosci subito alcune caratteristiche. Pesanti, poco maneggevoli, sospensioni cedevoli e impianto frenante poco rassicurante. Il gusto però lo assapori lo stesso.
Quello che invece esalta è il motore, non tanto perché sono mostruosamente potenti, ma principalmente perché sono liberi e rabbiosi.
Ecco la CB 1300 S prende le distanze da quasi tutte queste caratteristiche.
È esattamente una moto moderna, con lo stile di una venti cinquina di anni fa. Solo che una volta le due ruote fatte così si chiamavano sportive, oggi sport-tour o tuttalpiù naked.
In sella si va.
La posizione di guida è azzeccata, comoda con una sella ampia e con una buona imbottitura che però non si floscia troppo con il peso del pilota, le gambe s’inseriscono bene negli incavi ricavati sul voluminoso serbatoio, solo un tantino largo nella zona di collegamento con la sella.
Il manubrio è afferrato con sicurezza, non è distante dal corpo ed è leggermente rialzato rispetto ai cannoni utilizzati nei modelli di ultima generazione, cosa che si apprezza fin da subito potendo assumere una postura comoda ma sicura.
Infine le pedane sono ampie e i piedi trovano un ottimo appiglio, anche queste sono comode più per viaggiare che per dare benefici nella guida sportiva.
Insomma una posizione di guida ben riuscita, da cui si “domina” la strada, perché con la CB si ha la sensazione di essere forti e muscolosi.
La postura è di quelle che non stancano, anche dopo tanti chilometri, perché il peso del corpo non grava mai sui polsi, anche nella guida più sportiva. Peccato che nei percorsi autostradali si soffra di poca protezione alla pressione dell’aria su spalle e casco; mentre nell’utilizzo da passeggio non c’è nessun tipo di problema.
Le prestazioni sono di quelle belle e gustose, senza mai spaventare o mettere in difficoltà; il quattro cilindri si “gusta” quando s’inizia a girare la manopola del gas soprattutto nei percorsi dove si ha necessità di sfruttare l’ottima coppia da “trattore”. Sarà per il cambio a soli 5 rapporti, sarà perché è “grosso” ma quando acceleri con decisione, ti senti spinto con forza in avanti ma senza essere troppo strapazzato, poi se ti scordi d’inserire la prima marcia e parti direttamente con la seconda ti accorgi che riesci a metterti in movimento senza che tentennamenti o strappi.
Nei percorsi da guidare va condotta con decisione, quando si decide di percorrere una traiettoria per farlo velocemente bisogna aiutarsi con il peso del corpo spostandosi verso l’interno della curva, anche se è ben lontana dall’essere “legnosa”. Interasse e pesi sono in linea con i suoi antecedenti ma quello che cambia notevolmente è il comportamento delle sospensioni e il profilo moderno degli pneumatici. La taratura delle unità ammortizzanti sono abbastanza rigide, poco è il trasferimento di carico anche nelle frenate più potenti, e anche l’unità posteriore è certamente poco cedevole sia in compressione sia in estensione. Buono è il grip offerto dagli pneumatici, anche se non chiedetegli certo inclinazioni da MotoGp, mentre si fanno ben volere per regalare una buona direzionalità e una buona tenuta anche con asfalto bagnato.
L’impianto frenante è potente e modulabile, il doppio disco anteriore è sempre pronto senza essere troppo energico nel primo tratto della leva; la frenata combinata è attivata dal comando del freno posteriore ed è molto utile quando si vuole decelerare gradualmente in una forma di assetto “controllato”.
In città si usa senza grossi problemi, l’ottima capacità di sterzata aiuta nelle manovre da fermo, i piedi poggiano con sicurezza in terra anche per piloti di media statura e si sente poco il notevole peso della moto.
Il turismo: Ci sta.
Non ci sono grossi limiti per cucirsi addosso a una moto adatta a ogni tipo di utilizzo, neanche per fare del mototurismo ad ampio raggio. Certo c’è da mettere in conto che il grosso propulsore non è certo economico nell’uso di carburante. Necessario poi è anche l’utilizzo di un plexiglass maggiormente protettivo se s’intende fare molta autostrada.
Utili i due vani portaoggetti anteriori, con quello sinistro protetto da serratura, e il vano sottosella dove riporre la tuta antiacqua.
Il passeggero: Non si lamenta.
Anche il passeggero non ha di che lamentarsi. Ampia e ben imbottita la porzione di sella e abbastanza piatta da non gravare eccessivamente con il proprio peso verso il corpo del pilota.
Le pedane sono robuste ma eccessivamente vicine al piano di seduta; infine le due ampie maniglie posteriori sono comode e da aggrapparsi nelle accelerazioni più violente.
In conclusione: Ottima per durare.
La Honda CB 1300 S ABS è un ottima due ruote da godersi in ogni situazione e destinata a rimanere fedele compagna a lungo. Fascino, guida, affidabilità sono ottimi. Una moto fatta per durare.
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CARATTERISTICHE TECNICHE

Motore: Quattro cilindri in linea di 1284 cm3.

Telaio: doppia culla con struttura in acciaio e forcellone in lega di alluminio. struttura scatolata

Lunghezza: 2200 5 mm

Altezza sella senza carico: 790 mm

Inclinazione cannotto sterzo: 25°

Avancorsa: 99 mm

Interasse: 1515 mm

Capacità serbatoio carburante: 21 l

Peso a secco: 242 kg

Peso in ordine di marcia:

Pneumatico anteriore: 120/70-17

Pneumatico posteriore: 180/55-17

Impianto frenante: con ABS di serie. Doppio disco anteriore da 310 mm e singolo posteriore da 256 mm.

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