Tre comportamenti insopportabili dei motociclisti

Come in ogni comunità o gruppo o combriccola di amici, anche tra i motociclisti ci sono atteggiamenti e comportamenti che a volte risultano fastidiosi. A insindacabile giudizio di quell’orso snob asociale di Franz ecco tre comportamenti insopportabili di chi va in moto.

Il sottoscritto, pur non disdegnando le uscite in gruppo,  in genere è un viaggiatore solitario che guarda poco negli specchietti, che ai bivi improvvisa, che mangia quando se ne ricorda, e che si ferma spesso a fare le foto, ottima scusa tra l’altro per mascherare andature ormai irrimediabilmente da bradipo zoppo. Però o uno fa l’eremita stradale, oppure quando è in compagnia qualche compromesso lo deve accettare anche se ci sono cose che gli urtano i nervi, per esempio questi tre comportamenti insopportabili.

Il riservista

Tipo che ci si ritrova tutti insieme per andare a fare un giro, e anche se il ritrovo è prudentemente fissato all’alba per cercare di partire entro mezzogiorno, non c’è mai verso di rispettare l’orario. Che oltre ai ritardatari cronici c’è quello deve cambiare la visiera, quello  che deve fumare il cicchino, quello che deve telefonare alla ganza, quello che perde le chiavi (zitti, che nessuno si azzardi ad aprire bocca!). Ma soprattutto c’è quello che, una volta che finalmente tutti hanno il casco in testa ben allacciato, i fari accesi anche di giorno e la prima ingranata, dice: “Al primo benzinaio fermiamoci che sono in riserva!”.

 

Il tattile

Durante le soste al chiosco della porchetta capita spesso che qualcuno ti si avvicini alla moto per chiacchierare, e fin qui ok, che sia un abituale amico di pieghe o uno sconosciuto incontrato al momento fa sempre piacere scambiare due parole su un accessorio di cui vai orgoglioso o sulla “maglietta fina” della ragazza dietro al banco dei panini. Solo che a volte ti capitano quelli che a un certo punto… cominciano a tocchicchiarti le leve di freno o frizione come a controllarne il gioco, o ti spostano il portachiavi che tieni in posizione strategica per non graffiare il cruscotto, o ti ruotano la manopola del gas di quel mezzo millimetro che ti manda in paranoia. Ma soprattutto, e qui per quel che mi riguarda gli insegnamenti di Ghandi sulla non-violenza vanno a donne di facili costumi, col piedino cominciano a fare tap tap sulla gomma davanti!  Madonna che rabbia! Ma cosa c’hai da taptappare, vuoi controllare la pressione? Cerchi di indovinare se è tubeless o no? Ne saggi la maturazione come i fruttivendoli coi cocomeri? Io ve lo dico, al prossimo mi infilo i guanti, quelli con le protezioni in titanio sulle nocche, e tap tap glielo faccio sulla testa.  Ma forte!

 

I socialisti (nel senso dei social)

In una società perennemente connessa,  in cui le piastre di sterzo pullulano di schermi come la sala regia della CNN, e in cui sui passi di montagna ci si preoccupa più del campo dei telefonini che dei panorami, manco ci dovesse chiamare Trump per chiederci come disattivare la procedura avviata dopo che ha inavvertitamente premuto un pulsante rosso con scritto “FIRE!”, anche il linguaggio dei motociclisti si è modificato geneticamente. Non so voi, ma quando sento “ho cambiato le scarpette alla mia bimba” mi domando: ma che problemi hanno avuto da piccoli? E quelli che “la mia zavorrina”? Ma mogli fidanzate e concubine non li prendono a legnate? Per non dire dei fenomeni  che “ho chiuso le gomme”, wow! Giorni fa c’era uno che tutto orgoglioso mostrava spalle arricciate e pedane grattate, sbriciolate praticamente, consumate fin quasi allo snodo. Ma una sistematina alle sospensioni no eh?
Poi ci sarebbero anche quelli che “hanno fatto il bagnetto alla bimba”, ma in questo caso tendo a essere più indulgente: dipende dalla bimba (lo so dai, questa è più sessista della “zavorrina”, si fa tanto per dire du’ bischerate)

 

PS: che nessuno si senta offeso, se i miei amici mi hanno regalato questa tazza un motivo ci sarà.

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Tanto tuonò che piovve! Per due anni ci eravamo quasi dimenticati del problema, ma adesso il tempo è scaduto e la tempesta sta arrivando.

4 comments

  1. Concordo solo sul primo argomento
    Quello è un classico

  2. Ci sarebbe un’altra categoria. quelli che mentre vanno a capo nord si vestono con tuta controtuta rituta da pioggia intera- sottogola- casco- sottoguanti- guanti di pelle-guanti da pioggia e poi ops ho lasciato le chiavi della moto in tasca dei pantaloni di pelle sotto la tuta da pioggia ecc ecc.

  3. Bravo bello spaccato di realtà!
    Anche io al 90% sempre andato solo, vai fai ti fermi come e quando vuoi troppo comodo e libero!
    Non disdegno la compagnia buona, ma purtroppo è rara.
    Ciao

  4. Poi ci sono quelli che in mezzo di strada guardano il panorama ognuno a 30 metri dall”altro che fanno piu coda di un tir…rispetto x il prossimo…mantenere la destra grazie.

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