La “boccata” di Kiddo

di Kiddo

“Un giorno credi di essere giusto

E ti vedi già vecchio e cadente

Raccontare a tutta la gente

Del tuo falso incidente…”

cantava Bennato, e credo sia uno dei versi più tristi di sempre; in cui ti metti a fare i conti con la tua vita, ed hai paura che tutto quello che potrai avere da raccontare da vecchio sia a proposito di una disgrazia, esagerata o inventata di sana pianta, per impressionare gli altri.

Sarà anche per questo che riempiamo le vite di ogni sorta di esperienza, di viaggio, di emozione. 

Pero’ ci sono momenti in cui siamo costretti a fermarci, come il mio caso in questo momento che sono in ospedale per un intervento e si ha, straordinariamente, il tempo per fare due conti con la propria vita, i valori, gli affetti. Proprio perché per un po di tempo sei costretto a rimanere separato da quelli più cari, vitali ed importanti e ti rendi conto di quanto siano indispensabili, di quanto si possa essere fragili nonostante la consueta guasconeria e coglionaggine.

Ma soprattutto, ti rendi conto di come si può fare presto per sentirsi “vecchio e cadente”, non padrone del proprio corpo, in una parola “andato”.

Agli amici che chiedono cosa diavolo ha combinato il bischero che sta fisso con qualche moto di qualsiasi tipo sotto al culo, e che si immaginano un qualche tipo di ricovero per fratture (scusate se a questo punto mi dedico a personali pratiche di scongiuro) dovute a qualche scoppio tirato sodo in terra facendo fuoristrada, o col motard, o con l’ultima novità di missile da strada, mi riesce difficile confessare che sto fermo in ospedale perché ho fatto la protesi all’anca per via dell’artrosi, come del resto già raccontato in un blog precedente.  

Kiddo si esibisce nel tentativo di raggiungere Traumatologico di Firenze
Kiddo si esibisce nel tentativo di raggiungere il Traumatologico di Firenze

Per cui se proprio devo sentirmi “vecchio e cadente” – benché stia progettando di partecipare alla prossima “Eroiche Winter”  il prossimo 31 gennaio – a questo punto ho bisogno di una bella frottola fantasiosa da divulgare.

Parte quindi l’iniziativa ” una panzana per il Kiddo”.

Suggerite un buon motivo per il quale un giovanotto avventuroso a scavezzacollo come il sottoscritto possa plausibilmente trovarsi ricoverato venti giorni in ospedale non a farsi coccolare dai fisioterapisti col solo fastidio di qualche flebo di ferro per il protrarsi di una fastidiosa anemia, ma in qualche ospedale da campo di un rally in qualche deserto sperduto in Africa, o a seguito di uno spettacolare capitombolo a causa di un problema meccanico alla Panigale in prova mentre facevo vedere a Iannone come si raccordano le due Arrabbiate al Mugello.

Quello che volete, lasciate spazio alla fantasia, vediamo chi la spara più grossa.

In compenso, mi impegno a rivendere per buona sempre e comunque la storia che in redazione eleggeremo come la più avvincente. 

Non solo, ci scriverò anche un blog, tanto per renderla più credibile.

Nel frattempo, ovviamente, continuerò a produrmi nei miei scongiuri. Tanto, con tutto il ferro che mi danno in vena, mi sono diventate le palle di ferro!

 

Nella foto di copertina Kiddo in un altro infruttuoso tentativo di farsi male (ndr)

 

 

 

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One comment

  1. Una canzone per Kiddo : “il ragazzo della via glu………. Faentina !! ”

    Questa è la storia
    d’i grande Kiddo ,
    anche lui nato per caso a Firenze
    in una casa, fuori città,
    gente tranquilla, che lavorava.
    Là dove c’era l’anca ora c’è
    un pezzo di tita-a-a-anio ,
    e quella moto
    in mezzo al verde ormai,
    dove sarà?

    Questo ragazzo della via Faentina ,
    si divertiva a piegare con me,
    ma un giorno disse,
    picchio una mina ,
    e lo diceva mentre piegava ,
    io gli domando amico,
    non sei contento?
    Vai finalmente a sfiorare l’asfalto.
    Da lì vedrai cose che non hai visto mai,
    potrai controllare la gomma dietro senza piega-a-arti
    giù nel garage !

    Mio caro amico, disse,
    qui sono nato,
    in questa strada
    ora lascio la virgola di gomma .
    Ma come fai a non capire,
    è una fortuna, per voi che sfrecciate
    con polso a martello a sgassare nei prati,
    mentre là al lavoro respiro polvere di marmo.

    Ma verrà un giorno che ritornerò
    ancora qui
    e sentirò l’amico Dagasse
    che facendo traversi fischia così ,
    “fiiiii fii fii fiiiiiii”!

    Passano gli anni,
    ma quarantatre son lunghi,
    però quel ragazzo ne ha fatta di strada,
    ma non si scorda la sua prima motocicletta ,
    ora coi soldi lui può comperarla
    torna e non trova gli amici sommelieri che aveva ,
    solo auto su auto ,
    catrame e cemento.

    La dove c’era una curva ora c’è
    un traverso-o-o-one
    e quella moto in mezzo al verde ormai
    dove sarà.

    Ehi, Ehi,

    La la la… la la la la la…

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