GP del Mugello

Certezze e incertezze del Motomondiale dopo il GP del Mugello

Il GP del Mugello è andato in archivio, con tanti risultati inaspettati, altrettanti scontati, e il cuore gonfio per un ragazzo che non c’è più.

Oggi è abbastanza difficile scrivere del GP dl Mugello, soprattutto se la nostra abitudine è farlo in maniera semiseria, senza la pretesa di saperne ma solo di strappare qualche sorriso raccontando le gare dal comodo divano di casa. Proviamoci, cominciando dal sorriso, appunto, di Jason Dupasquier: possa divertirti ancora, ovunque tu sia.

Pronostici scombussolati

Nei due gran premi iniziali del Qatar pareva che la Ducati, vittoriosa lì negli ultimi anni, potesse dominare a mani basse, soprattutto Miller era dato praticamente alla pari. Invece è arrivato esimo, surclassato dai compagni di squadra Bagnaia e soprattutto Zarco. Oltre che dalle Yamaha factory naturalmente.

Si va sui circuiti storicamente ostici di Spagna e Francia, e Miller fa doppietta, rivalutando alla grande le proprie azioni. Quindi si arriva al GP del Mugello, praticamente il salotto di casa delle rosse imbattute da tre anni con tre piloti diversi, un rettilineo lungo come una quaresima dove scaricare mandrie di cavalli made in Dall’Igna. Nulla da fare, nel misto sia Yamaha che Suzuki si permettevano di girargli intorno. Pecco, l’unico in palla ma forse con la testa altrove, s’è steso mentre era in testa (dice nulla Misano 2020?), Miller è rientrato nei ranghi, Pirro ha fatto il suo buon compito in classe, e alla fine Zarco è stato di nuovo il migliore.

Dietro intanto si son viste cose interessanti, per esempio quelle moto arancioni si sono presentate con un telaio nuovo (nuovo per modo di dire, è sempre fatto coi tubi innocenti) che ora pare andare decisamente meglio. E l’Aprilia ha fatto vedere che di motore ne ha, glielo vogliamo fare un contrattino al Dovi prima che glielo faccia la KTM?

Pronostici rispettati

Oltre alle sorprese nella MotoGP ci sono anche delle certezze su cui puntare a occhi chiusi. Una è che Rins prima della fine di ogni gara si metterà in orizzontale. Soprattutto se davanti c’ha il suo compagno di squadra Mir, che non solo è campione del mondo, ma lo bastona più o meno regolarmente con delle rimonte che lo portano quasi sempre in zona podio. Facesse qualifiche decenti che gli consentissero di partire un po’ più avanti della cinquantesima fila sarebbero volatili per diabetici per tutti.

Un’altra storia della serie ti piace vincere facile bonciboncibonbon è la situazione in casa Yamaha: il Quarta va come le schioppettate e se non si perde per strada come l’anno scorso mi sa che il favorito è lui. Per contro Vinales ha sempre una scusa per essere impalpabile, e Morbidelli oltre ad avere una moto a carburatori e coi freni a tamburo ha anche una sfiga mostruosa e c’è sempre qualcuno che lo tira giù. Di Vale che dire: se non fa una bella gara nemmeno sulla sua pista, quella dei nove trionfi, forse è il caso di riflettere bene sul da farsi. Alla fine infatti ha ottenuto il miglior risultato della stagione. Ok, solo che è decimo, staccato di mezzo giro.

L’ultima certezza

In casa Honda si stanno martellando le palle tipo Tafazzi da quando hanno deciso di votarsi totalmente alla Marquezdipendenza. Al rientro erano in tanti a scommettere, noi per primi, che MM sarebbe tornato vincente. Non è così, e al di là delle tante cadute (occhio Marc, che se ripicchi duro è un casino) la cosa che lascia perplessi è il teatrino delle qualifiche a succhiare impunemente la scia di Vinales fin dentro il camper nei box. Sinceramente imbarazzante, come pure la reazione iperbuonista di Maverik: diobono fermati e mandalo a fanculo in mondovisione! Mi chiedo se una cosa del genere fosse successa in moto3: secondo me altro che dal fondo della griglia, il succhiascìe l’avrebbero fatto partire dalla piazza di Scarperia.

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