Penne, Città del Mattone, ai piedi del Gran Sasso

Penne si trova tra il mare, il Gran Sasso e la Maiella. Potrebbe essere capitale abruzzese del turismo attivo, se solo lo volesse…

Capita, nel nostro vagare in motocicletta, tra vacanza, lavoro e visite a persone care, di imbattersi in borghi preziosi, ma spesso inconsapevoli del proprio potenziale turistico. È il caso di Penne, antichissima città abruzzese della provincia di Pescara.

Situata a una trentina di chilometri da mare e altrettanti dal massiccio del Gran Sasso (assai meno in entrambi i casi in linea d’aria), si trova solo una quarantina di chilometri in linea d’aria dalla Maiella (una sessantina per strada).

Il Gran Sasso sbuca da uno dei vicoli di Penne

Penne è attorniata da splendide colline, costellate da vigneti e oliveti, ed è situata a poco più di 400 m/slm. Città di origini antichissime fu capitale dei Vestini, fiero popolo capace di dare del filo da torcere all’espansionismo dell’antica Roma. Molte le vicende storiche che la videro protagonista e che hanno lasciato nella parte antica numerosi monumenti e chiese. Sono ben 17 edifici religiosi e 20 palazzi storici, che assieme ai 5 musei, fanno di Penne una cittadina di forte richiamo culturale.

Palazzi e monumenti costruiti prevalentemente in “cotto”, cosa che le ha conferito l’appellativo di Citta del Mattone. Ma la collocazione strategica ai piedi dei massicci montani, le dolci colline e la vicinanza con il mare, potrebbero far diventare Penne luogo ideale di partenza per trekking, bici e arrampicate. La presenza di un bel lago completa il quadro, fornendo la possibilità di tutte le attività acquatiche. Insomma, Penne potrebbe essere la capitale abruzzese delle attività outdoor, se solo si impegnasse un po’ di più.

Pensare al turismo come ulteriore opportunità per la città di Penne

Invece le attività lavorative dei pennesi sono concentrate nell’importante polo ospedaliero e nelle confezioni di abbigliamento, altra eccellenza della zona.

Il turismo invece langue e a parte una decina di B&B e una dozzina di agriturismi, nella zona non c’è ombra di un albergo. Ne consegue che Penne, uno dei Borghi più Belli d’Italia, spreca questa sua attitudine, che potrebbe invece creare posti di lavoro e una migliore valorizzazione delle bellezze della città. Girando per i vicoli si avverte una cura a macchia di leopardo, spesso per volontà dei singoli abitanti. Le diverse abitazioni abbandonate (alcune anche a causa di eventi sismici) i negozi dismessi, potrebbero rinascere a nuova vita godendo della linfa vitale del turismo.

La nostra è una critica fatta con amore, perché Penne meriterebbe di essere valorizzata quanto merita. La piazza centrale, su cui si affaccia un bar in stile liberty, vede una fontana che non ne valorizza la bellezza. Non che sia brutta, tutt’altro, ma è collocata sotto il piano stradale e non è armonica con l’ambiente. Ma tant’è, c’è e non avrebbe senso toglierla. Invece si potrebbero togliere le automobili dal centro storico, lasciando solo la possibilità di accesso per attività a tempo determinato degli abitanti, visto che c’è un comodo e ampio parcheggio, che si trova sul costone sotto la piazza principale ed è servito da un comodo ascensore. Parcheggio i cui lavori di riassetto dovrebbero prima o poi terminare.

Riusciamo ad immaginare quindi cosa potrebbe essere Penne con un po’ più di cura, infiorata e ricca di botteghe e senza auto parcheggiate ovunque. Una bomboniera, un presepe, un borgo incantato, trovate voi le metafore.

Il Duomo di Penne, si trova nella parte alta del borgo, peccato sia attorniato da autovetture.

 

Il lago di Penne: un’ulteriore risorsa

Abbiamo parlato del lago, qui c’è la Riserva Naturale Regionale Lago di Penne. Questa si estende per 150 ettari, con una fascia di protezione esterna che supera i 1000 ettari.

Gestita collettivamente dal Comune di Penne, il Consorzio di Bonifica Centro ed il WWF Italia, sviluppa diversi progetti di conservazione della fauna stanziale e migratoria. Interessante quella che riguarda il lupo, con un’estesa area in cui molti esemplari di razza ibrida (l’incrocio con i cani spesso è frequente) vivono quasi liberamente.

Il lago di Penne

Il Lago di Penne è un invaso artificiale, creato con una diga alla confluenza del fiume Tavo e dal torrente Gallero, con scopo di irrigazione. Ha un’estensione di circa 70 ettari e ha creato angoli suggestivi, raggiungibili fino a un certo punto con una strada sterrata e quindi a piedi.

In lontananza, ma non troppo, il massiccio del Gran Sasso si specchia nelle acque limpide di questo lago, oppure si staglia in diversi punti della città di Penne. Così, tra un arrosticino, uno spaghetto alla chitarra, un dolcetto e un ottimo caffè, quest’ultimo al costo di 50 centesimi, ci chiediamo perché questo luogo incantevole sia vissuto senza consapevolezza delle proprie potenzialità. Il nostro è un invito alle istituzioni locali, ma soprattutto ai cittadini pennesi: fate di Penne la Capitale Abruzzese del Turismo Attivo.

Un passaggio sulla diga del lago di Penne
Siamo alle porte del Massiccio del Gran Sasso

Suzuki VStrom 800 DE, com’è veramente nel turismo

Ho avuto modo di testare per bene questa bella motocicletta che mi ha da subito entusiasmato e ha entusiasmato i miei collaboratori. Qui potete leggere la prova di Andrea D’Addario e qui la prova all’interno di un altro servizio di turismo da parte di Marco Canella.

La VStrom 800 DE appare compatta e stilisticamente interessante con la dotazione da turismo, soprattutto nella livrea gialla

La VStrom 800 DE è una enduro stradale con cui è facile entrare in sintonia, come ho avuto modo di scoprire io e come hanno rilevato i miei collaboratori. Ma com’è questa moto affrontando il turismo in due con armi pesanti(quelle da giornalista: computer e macchine fotografiche) e bagagli? Eccomi quindi a fare una settimanetta in giro e un paio di migliaia di chilometri.

Dunque, nella guida da solo nessun problema e questo l’avevo riscontrato già prima, ma in due con bagagli le cose non sono state perfette. Ecco cosa dovrebbe essere messo a punto sulla versione con allestimento completo da noi provata.

Ammortizzatore posteriore

Se nell’uso con solo pilota le sospensioni dimostrano un discreto equilibrio, purtroppo l’ammortizzatore posteriore nell’uso in coppia – e a pieno carico – risulta troppo morbido e si ottiene poco indurendo il precarico. La moto quindi si alleggerisce sull’avantreno e le luci anteriori puntano troppo verso l’alto e non c’è verso di regolarle. Purtroppo sempre per l’ammortizzatore troppo morbido, si arriva a strisciare il cavalletto impedendo le pieghe più estreme.

Per l’uso in coppia e con bagaglio ci vorrebbe una configurazione più performante del mono posteriore, magari con una molla progressiva acquistabile tra gli accessori dedicati al turismo.

Borse

Ottimo il bauletto, ma non si potrebbe mettere uno schienalino per far stare più comodo il passeggero? Le valigie laterali sono entrambe della stessa misura e se da un lato offrono una notevole possibilità di carico, per non interferire con lo scarico sono posizionate troppo alte. Questo fa si che siano sopra il piano sella del passeggero. Così salire in sella per l’ospite non è affatto facile e inoltre le borse non consentono un confortevole posizionamento delle sue gambe.

Cavalletto centrale

Non è affatto agevole da attivare. Probabilmente facendolo meno alto, si ridurrebbe il braccio di leva negativo nell’azionarlo.

Volendo fare il rognoso:

La leva del freno è regolabile, non si potrebbe mettere una leva regolabile anche sulla frizione?

Un ultimo particolare per essere proprio del rompibielle: non si potrebbe posizionare la presa USB invece che sul lato (che è ben protetta da una guaina quando non si usa) mettendola sotto la strumentazione, in modo che sia più riparata in caso di utilizzo con la pioggia?

Ecco, le ho dette tutte e credo che sistemando questi dettagli la Suzuki VStrom 800 DE in configurazione di viaggio possa diventare perfetta per il turismo.

Gli innegabili pregi

La strumentazione e l’elettronica di supporto è ottima.

Il motore è fantastico e io non ho riscontrato il fastidio di scaldare troppo come avevo sentito dire, ma non l’ho utilizzata in città.

Il consumo medio, misto tra autostrada e statali, è stato di 18,5 Km con un litro, niente male considerato il carico.

È un propulsore fantastico che ha una grinta piacevole ed è sempre ben gestibile. La cavalleria è proprio quella giusta per il turismo.

La guida sul misto, pur con la questione dell’alleggerimento dell’avantreno causato da quello che abbiamo detto sull’ammortizzatore posteriore, rimane piacevole. Questo purché si abbia abituato il passeggero a spostare il peso del busto verso il pilota. Da soli è godimento puro.

Insomma la Suzuki VStrom 800 DE con pochi interventi potrebbe, anche grazie a un prezzo estremamente interessante, primeggiare fra le enduro stradali di media cilindrata e diventare una compagna di viaggio perfetta!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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