Parco del Delta del Po: una zona da scoprire

Un viaggio in una zona spesso sottovalutata, il Parco del Delta del Po, ma che racchiude grandi bellezze paesaggistiche, architettoniche e culturali

Il grande fiume taglia a metà l’immensa pianura, la irrora, ne lambisce piccoli e grandi centri. La rassicura e la preoccupa. Chiede rispetto.

Poi si abbandona come un figlio prodigo nelle braccia di una madre assai più grande, il mare Adriatico.

E in quest’abbraccio si allarga, si distende su un territorio ben più ampio di quel letto che lo ha accompagnato per centinaia di chilometri. Il Po si mischia dolcemente con l’acqua del mare e crea una delle zone umide più interessanti d’Europa.

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Ma il fiume come un corpo vivo non è mai uguale, così nei secoli i rami che si gettano in mare si sono spostati, la terra è aumentata in questo bacino di acque ha subito grandi modificazioni, alcune naturali, altre a opera dell’uomo.

Andare alla scoperta di questo territorio riserva grandi sorprese, ma richiede la pazienza e la voglia di osservare con attenzione. La voglia di lasciare ogni tanto la propria moto per fare due passi a piedi o salire in barca.

La gente di questo luogo è tenace, ha lottato con un territorio instabile, con le differenti dominazioni, con i tanti interessi di regni potenti da nord e da sud, con la povertà tipica delle società dedite alla pesca. Ma ora è portatrice di una ricchezza fatta di tradizioni, di prodotti ittici unici, di una cucina particolare e della cura e conservazione di un territorio che richiede una costante e giornaliera attenzione.

Comacchio: il "Quartiere degli Sbirri" con le vecchie carceri.
Comacchio: il “Quartiere degli Sbirri” con le vecchie carceri.
I canali di Comacchio.
I canali di Comacchio.
Il quartiere S. Pietro.
Il quartiere S. Pietro.

Comacchio è il fulcro di questo territorio. Questa piccola Venezia è una bomboniera fatta di placidi canali su cui si affacciano case basse e imponenti palazzi. E’ piccola, ma offre scorci suggestivi e narra vicende di pesca all’anguilla dove non mancano aspetti avventurosi, determinati dalle dominazioni subite e dalla necessità di sopravvivere da parte di una popolazione che solo nell’acqua aveva l’unica fonte di sostentamento. La relativamente recente bonifica di vasti territori, per creare aree coltivabili, in realtà non è mai riuscita a sradicare la natura delle genti di Comacchio e il loro attaccamento all’acqua.

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Tra i monumenti svetta la Torre dell’Orologio e non troppo distante il Duomo di San Cassiano con la Torre Campanaria e il porticato del Loggiato dei Cappuccini. Qui, nel volgere di poche centinaia di metri si snodano i diversi quartieri, quello degli sbirri, vicino alle carceri, il quartiere S. Pietro rifugio dei Fiocinini una sorta di “Pirati del Delta del Po”, gente che a bordo filanti e nere imbarcazioni si spingeva nella notte nelle zone di pesca per fiocinare le anguille e poi sfamare la propria famiglia. Si narra di inseguimenti nei canali con i gendarmi e varie astuzie per seminarli.

A chiudere lo skyline il santuario di Santa Maria in Aula Regia.

Molto interessante il museo della Nave Romana, dove sono conservati gli straordinari reperti rinvenuti in un recente ritrovamento di un’imbarcazione risalente al primo secolo avanti Cristo.

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A poca strada dal centro di Comacchio la Manifattura dei Marinati è un complesso industriale straordinario, un museo laboratorio, una fabbrica ancora funzionante.

Dodici camini, in origine destinati a 12 famiglie, 12 bracieri in grado di cuocere grandi quantità di anguille, che venivano marinate e conservate in scatola sotto salamoia, per raggiungere i mercati di tutta Europa. Una produzione particolare, che nella metà del secolo scorso ha avuto una grande importanza ed è testimoniata in una film, “La Donna del Fiume”, con una giovanissima Sofia Loren. Una pellicola meno conosciuta della filmografia della grande attrice, ma realizzata con alcuni grandi nomi, dalla regia di Mario Soldati, al soggetto di Ennio Flaiano e Alberto Moravia e poi ancora tra gli sceneggiatori Pier Paolo Pasolini e le musiche di Armando Trovajoli.

Una testimonianza romanzata e filmata di un’epoca tutto sommato ancora vicina.

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Ma l’anguilla non è l’unica risorsa ittica del Parco del Delta del Po, i mitili, soprattutto le vongole sono un altro capitolo importante dell’economia locale. Vengono coltivati nella laguna e poi depurati con un procedimento atto a renderli sicuri, pronti ed impacchettati per raggiungere vivi i mercati d’Italia e d’Europa.

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La gastronomia non poteva che godere di tutto questo ed ecco quindi i tanti piatti a base di anguilla, cozze, vongole ed altro pescato.

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Il territorio, inoltre, offre diverse occasioni agli amanti dell’arte in tutte le sue espressioni. A sud, lungo la parte litoranea troviamo il Museo Alternativo, una incredibile costruzione progettata proprio in funzione sia abitativa sia museale dall’artista Remo Brindisi insieme all’Architetto Nanda Vigo e che è stata dimora dell’artista fino alla sua morte avvenuta i primi degli anni ’90. Lasciata in eredità al Comune è visitabile con il pagamento di un esiguo biglietto. Al suo interno opere di arte moderna di grandissimo valore, da Lucio Fontana a Andy Warhol, da Pablo Picasso a Giò Pomodoro e tanti altri ancora. Centinaia di opere che la struttura non può ospitare tutte assieme e che vengono esposte a rotazione.

A nord con l’Abbazia di Pomposa che si erge maestosa in una zona che un tempo era un’isola boschiva, ma che ora è a poche centinaia di metri da una delle statali più transitate d’Italia, la SS Romea. Il complesso, costruito nei primi decenni dell’anno 1000, in passato ha avuto grande influenza nella zona, fino a cadere in disuso a seguito di un’alluvione diverse centinaia d’anni dopo. All’interno della struttura in stile ravennate-bizantino, alcuni affreschi di scuola giottesca. Il campanile è particolarmente imponente ed è visibile a grande distanza.

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Ma al di fuori dell’arte, della storia, della cucina, dell’architettura, il territorio del Parco del Delta del Po ha un motivo di interesse fuori dal comune, la sua natura fra terra e acqua, fra mare e fiume. Una zona umida tra le più importanti ed immense d’Europa.

In questa zona c’erano anche sterminate foreste di cui rimane testimonianza nella grande tenuta dei Boschi della Mesola. In epoca medievale questa foresta si estendeva fino al Tagliamento. Al suo interno nessun intervento sulle piante da parte dell’uomo e la presenza di un cervo autoctono, il Cervo delle Dune, che fu a rischio di estinzione e che ora conta circa 250 esemplari. Nell’area aperta al pubblico tre diversi tracciati si possono percorrere avvistando facilmente il grosso mammifero.

Il Cervo delle Dune nel Bosco di Mesola
Il Cervo delle Dune nel Bosco di Mesola

Il piccolo centro di Mesola ha al suo interno il Castello Estense di pianta esagonale costruito anch’esso con i classici mattoni che caratterizzano prevalentemente l’architettura emiliana. Nelle sue sale si trova il Museo del cervo e del bosco della Mesola.

LA torre Abate di Mesola
La torre Abate di Mesola

Catello Estense di Goro

Tornado alla natura, a Gorino è possibile andare in barca lungo la Sacca di Goro fino all’incontro fa le acque salate dell’adriatico con quelle dolci del Po. Qui è l’habitat ideale per numerose specie di uccelli, fenicotteri, aironi, martin pescatori, cormorani e tanti altre specie ancora.

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Ultimo baluardo, quasi a difesa della terra dal mare, il Faro di Goro, raggiungibile solo in barca sullo Scannone di Goro, un’isola sabbiosa della anche dell’amore, perché rifugio in passato degli amanti in cerca di un posto appartato.

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Il Faro di Goro
Il Faro di Goro

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Il Mare Adriatico
Il Mare Adriatico

Tra Goro e Comacchio un lungomare disseminato da stabilimenti balneari che costituiscono insieme all’indotto estivo una voce economica determinante per l’economia locale.

Ma è nella natura e nella ricchezza storica che sta il futuro turistico del delta del Po. C’è da prendere esempio dalla Francia, che ha valorizzato al massimo il territorio della Camargue. Non tutti in Italia sanno che il Parco del Delta del Po non ha nulla da invidiare alla ricchezza naturalistica e alla bellezza generale del rinomato territorio d’oltralpe. 

 

E per chiudere una gallery in bianco e nero del Parco del Delta del Po e della sua gente

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Si ringrazia: 

Consorzio Parco del Delta del Po 

nelle persone di

Francesca Felletti

Stefano Casellato

Irene Tamburin

www.parcodeltapo.it

Gal Delta 2000 

www.deltaduemila.net

Consorzio Navi del Delta 

www.navideldelta.it

Schermata 2014-11-24 a 09.56.21Museo Alternativo Remo Brindisi

Via N. Pisano 51

Lido di Spina Comacchio

 

Pernottare nel Parco del Delta del Po

Hotel Logonovo

Albergo familiare dove non manca nulla

Piscina, palestra, sala convegni.

Via Delle Querce, 109 –

44029 Lido degli Estensi – Fe

www.hotellogonovo.it

tel. 0533 327520

 

Agriturismo Valle Isola

Ottima e abbondante cucina tipica

Via Orto Ghiacciaia 10

San Giuseppe di Comacchio – Fe

tel. 0533 379816

 

Ristorante USPA

Un vero paradiso per gli amanti del pesce

Piazza Libertà, 9

Gorino – Fe

Tel. 0533 999817

 

https://goo.gl/maps/MACYEX3C4WFDcpXt9

 

 

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