Fratelli Budelli, ovvero: 130 km di spaghetti più o meno asfaltati, più o meno sterrati, rimanendo sempre a un tiro di schioppo dal centro di Firenze.
Budello – s.m.: tubo intestinale. E fin qui non ci piove.
Poi ci sono i vari modi di dire, torcersi le budella, farsi cascare le budella, riempirsi le budella. Per esempio secondo il vocabolario fiorentino dicesi budello uno piuttosto sovrappeso che la dieta la comincia da lunedì. Secondo quello livornese invece ‘r budello è spesso riferito alla mamma di qualcuno. Per la Treccani budello è anche, in senso figurato, corridoio, viuzza, strettoia, cunicolo, angusto e stretto vicolo. E se si hanno presenti i disegnini delle viscere umane sui libri delle medie si capisce anche perché.
Tutto questo per dire che quando quella specie di vulcano di idee del nostro vecchio amico Kiddo si è messo a spippolare su gugolmàp e ha buttato giù un percorso nei dintorni di Firenze, fatto di stradelli, tutti molto belli, da fare con motorette senza tanti orpelli, anche prive di tasselli, lo ha chiamato… FRATELLI BUDELLI (rime ne abbiamo?). E quando mi ha chiesto “Vuoi andare a verificarlo?” non me lo sono fatto ripetere due volte, sono saltato in sella a quel geniale plasticone che è l’X-ADV 750 della Honda, metà scooter metà moto, con esclusivo comodissimo cambio DCT che facilita la guida, e mi sono goduto un bellissimo e panoramicissimo giro di 130 km immerso nella campagna toscana ma con vista Cupolone costantemente sullo sfondo, per strade che tanti fiorentini DOC nemmeno conoscono.

Se il buongiorno si vede dal mattino…
Partenza dalla piazza di Fiesole, cento metri e… nulla, ti trovi in uno di quei punti panoramici che anche se ci sei nato ti fanno battere il cuore dall’emozione, e dove ti viene naturale pensare alla fortuna di chi, abitando lì, la mattina apre la finestra e si trova a volare sopra Firenze.

Altri, quanti?, 50 metri, e se avete una BMW Adventure o le valigie montate o entrambe le cose… occhio perché rischiate di incastrarvi! E sinceratevi anche di avere buoni freni perché ci sono dei punti in cui la discesa è dimolto ma dimolto ripida, per dire da ragazzino quando ero in vena di… ehm… romanticismo, io ci portavo la fidanzata dell’epoca, in due col Ciao, per poter sentire i suoi respingenti sulla schiena. Insomma, se si chiama Fratelli Budelli un motivo c’è.

Un pianeta parallelo a un passo dalla città
Ancora qualche stretto saliscendi costeggiando Monte Ceceri (il luogo dove l’assistente di Leonardo si scatafasciò buttandosi di sotto con la macchina per volare), e per non farci mancare nulla si arriva su uno sterratino bellino da morire, semplice ma gratificante e alla portata di tutti. Sembra di essere fuori dal mondo, e invece il centro commerciale più vicino è a poche centinaia di metri in linea d’aria. Non ringrazieremo mai abbastanza i nostri genitori per averci messo al mondo proprio da queste parti.

Siamo in sella da mezzora, anche di più se si considerano le soste foto, e quando recuperiamo un minimo di strada senza tornanti da far manovra non siamo nemmeno a un quarto del percorso. Pratolino, Montorsoli, Serpiolle, coloniche nascoste, ville medicee, gioielli incastonati su colline verde smeraldo, la traccia ci porta a Firenze città per andare a fare il pieno di bellezza sulla terrazza di Piazzale Michelangelo, poi Arcetri, Monteripaldi, Pozzolatico, tabernacoli e piccoli cimiteri, scampoli di estate coi colori che cominciano a diventare autunnali, e immaginate che razza di tavolozza sarà il foliage novembrino.

Una sosta tattica
A Grassina (per i foresti: l’accento va sulla prima A) il percorso passa proprio di fronte al negozio Motoabbigliamento, e allora quale migliore occasione per fermarsi a dare un’occhiata e/o a prendere il terzo volume dell’Almanacco Illustrato del Motociclista?

Kiddo e Brunelleschi: what else?
Il Kiddo, ormai lo conosciamo bene, se in mezzo al bitume non ci infila qualche sasso è convinto di diventare impotente, e allora ecco un altro sterrato, questo un pelo più impegnativo e che a un certo punto diventa un lastricato tipo antica strada romana, e forse lo è, ma il tutto a prova di franzometro (strumento di misura delle difficoltà, se ce la faccio io ce la fanno tutti) e a portata di plasticone.

San Donato, Paterno, San Martino, Compiobbi, Settignano, Montebeni, sempre su strade in cui incrociare una Smart potrebbe non essere banale, e sempre col Cupolone che da lontano veglia su di noi. Dirittura di arrivo, dirittura si fa per dire, coi tornanti di Vincigliata, pure loro testimoni di antichi tete a tete (con una o due T il senso non cambia). Infine Fiesole, a chiudere Fratelli Budelli, un anello di strade che, grande Kiddo, per maggior comprensione della traccia, non si sono mai incrociate.

Oggetti preziosi in garage
Alla fine la velocità media è stata quella di un bradipo zoppo e va benissimo così, anzi, il mezzo ideale per Fratelli Budelli potrebbe essere un 125, perché no una Vespina o, libidine, un “Tubone” da 50cc, senza nemmeno bisogno del carburatore da 19 o della marmitta a espansione. E qui lo so che i nati poco oltre la metà del secolo scorso avranno un fremito: beh, io ve lo dico, se avete qualcosa del genere in garage è il momento di dargli una spolverata. E se avete idee su qualche altro imperdibile budello per implementare il giro sentitevi liberi di suggerire, sennò che FRATELLI Budelli siete?
ULTIM’ORA: la traccia originale è stata allungata con altri budelli per un totale di 150 (centocinquanta) chilometri. Scaldate i motori(ni).
