Elefantentreffen in Vespa

l’Elefantentreffen è un posto surreale, gente di ogni tipo, moto e personaggi da fumetti…ma la vera regina è lei: “La BUCA”.

Testo e foto di Massimo Berlenga

Ogni volta che navigo in internet e vedo i vari filmati di Vespisti in giro per il mondo lo sguardo si soffermava sempre più spesso sulle imprese riferite all’Elefantentreffen, il magico posto che sprigiona le più impensabili fantasie dei biker.

Una mattina, perso nella mia Vespa, mi son detto: “Massimo è ora di cimentarsi in questa avventura tedesca prima che gli anni limitino il tuo fisico”. Così è iniziata la ricerca su come affrontare il viaggio. Per prima cosa ho interpellato il carissimo amico Luca Bortoletti, presidente dell’‎Old School Garage usa car club (PN), elaboratore di queste mostruose macchine americane. Dopo avergli esposto il mio pensiero, mi guarda e dice: “ho in mente per te una cosa funzionale e strepitosa, un bel paio di sci da applicare sulla Vespa”. Incredulo ma fiducioso gli lascio per 48 ore il mio Gts e il risultato è alla portata di tutti… idea vincente.

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La mattina del 31 gennaio, con un gruppo di tre amici vespisti (Patrik Rossi, Mario Perenzin e Gianluca Ferro) partiamo alla volta dell’Elefantentreffen. La pioggia non aveva intenzione di abbandonarci ma il bello doveva ancora venire. Una copiosa nevicata aveva ricoperto la vecchia statale 13 Pontebbana di Pontebba. I miei amici, con le loro Px, arrancavano a passo d’uomo e io avevo difficoltà a tenere dritta la mia Gts stracarica di materiali. Ad un certo punto stanco di fare l’equilibrista ho deciso di mettere in atto l’invenzione degli sci. Una volta posizionati sono ripartito, e da quel momento la stabilità della vespa non era più un problema, camminava dritta senza nessuna oscillazione: ho fatto circa 40 km….un test non da poco.

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Per affrontare l’Elefantentreffen la Vespa è stata attrezzata di un paio di sci laterali

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Grazie a Dio nulla di grave, solo sbucciature e vestiti strappati, ma la vespa di Mario, che ha ricevuto più danni, non riparte. Arriva la polizia che vuole chiamare un carro attrezzi, Mario dice di no! E impreca: “un vespista non sale su un carro attrezzi”, allora gli uomini con le stellette ci scortano a passo d’uomo alla prima piazzola libera, scuotono la testa ma allo stesso modo ci fanno capire la loro stima per quello che facciamo.

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In poco tempo rimettiamo in sesto la vespa di Mario e ripartiamo. Arriviamo in nottata a Braunau paese che ha dato i natali a Hitler, è troppo tardi, non possiamo andare avanti, la neve e gli imprevisti ci hanno fatto saltare tutti i programmi, riusciamo a trovare in extremis un albergo. La mattina seguente in sella per gli ultimi km..alle 10 siamo in buca. La chermesse è alla fine, giusto il tempo di visitare questo straordinario scenario, ma ne è valsa la pena, ogni vespista o motociclista “Deve” venire qui, un posto surreale, gente di ogni tipo, moto e personaggi da fumetti…ma la vera regina è lei: “La BUCA”.

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Dopo le foto di rito nuovamente in sella, si ritorna a casa. Ma le rotture non ci abbandonano, ancora una volta, in autostrada, la bobina di un Px ci lascia, subito sostituita riprendiamo il cammino. Questa volta fila tutto liscio fino a Pontebba, poi nuovamente l’acqua del 31 gennaio che ci aspetta, e fino a Pordenone ci scorta con la sua umida antipatia.

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