La Carinzia è un territorio dove l’animo del motociclista trova la voglia e leggerezza di godersi completamente quella che è l’essenza di vivere su due ruote.
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Ci vuole decisamente poco per apprezzare la Carinzia! Appena lasciata l’autostrada, si imbocca una statale che punta verso un passo montano, e dopo poche curve si entra in perfetta sintonia con scenari mozzafiato e percorsi che sembrano studiati per i Bikers.
Noi ci siamo arrivati percorrendo l’autostrada A 23, Alpe-Adria che collega attraversando Udine, l’Italia all’Austria tramite il confine del Tarvisio.
Appena entrati in territorio austriaco, già due piacevoli constatazioni, l’autostrada va pagata in anticipo con una vignette di 4,6 euro per una durata di 10 giorni, senza limitazioni di chilometri, mentre la benzina super ha un prezzo di circa € 1.403.
Il nostro consiglio è quello comunque di non perdere tempo sulle noiose strisce di asfalto a pagamento, visto che comunque le strade statali da percorrere attraverso le montagne sono quanto di meglio si possa cercare per viaggiare in sella a due ruote.
Sembra che i biker tedeschi, inglesi, svizzeri, ovviamente austriaci e parzialmente anche italiani se ne siano accorti, visto le interminabili carovane di motociclisti che s’incrociano lungo questi percorsi, fatte di strade larghe, poco trafficate con limiti di velocità “intelligenti” e con un asfalto quasi sempre perfetto.
Va poi aggiunto che è impossibile annoiarsi, anche durante lunghi trasferimenti, perché il panorama è sempre ricco di colore, interminabili distese di alberi che si “arrampicano” sulle vette ricche di sfumature diverse, interrotte parzialmente ed occasionalmente dalla roccia delle montagne.
Spesso ci si immergere in gallerie naturali, create dai maestosi pini che posizionati ai lati della strada si congiungono tramite i rami al centro, filtrando la luce del sole e regalando un senso di leggerezza tipiche di queste parti.
Leggerezza che assapori anche negli occhi e nei sorrisi della gente, che anche se spesso si fa fatica a comunicare per la diversa lingua, è sempre comunque pronta e disponibile a darti informazioni sulla meta da raggiungere.
La prima notte del nostro “cammino” alla scoperta della Carinzia, è a Gschriet, nelle vicinanze del lago Millstatt, dove soggiorniamo presso l’albergo Alpengasthof Bergfried – http://bergfried.net/html/sternenbalkon.html
La cena programmata è di quelle romantiche, da assaporare in coppia, o da trascorrere in compagnia di amici alternando le parole al profondo silenzio che si assapora sul balcone delle stelle. Una passerella in legno che si estende verso il lago, protetta nella parte anteriore solo da un vetro, in maniera da lasciare completamente libera la vista sul lago di Millstatt.
Da qui oltre la vista sulla montagne, quando ovviamente il tempo non è tiranno, si può ammirare il cielo parzialmente illuminato dalla luce delle stelle e per nulla disturbato dalle luci delle città.
Purtroppo, non appena iniziamo a gustarci la cena, che viene offerta e stipata in un cestino di paglia a mo’ di pic-nic, dobbiamo velocemente rifugiarci all’interno della struttura visto l’inizio di un temporale.
Il cibo prevede prodotti tipici e semplici, quindi speck, formaggi locali, salame e sottaceti serviti su taglieri di legno, semplici e gustosi, che non fanno rimpiangere la cucina più complessa ma più “pesante”. Da queste parti, l’acqua da servire a pasto, è meno usata, ma viene sempre proposto un infuso freddo di erbe dal gusto dolciastro, buono che però a me risulta più gustosa fuori dai pasti.
In ogni modo da queste parti non manca certo della buona Birra.
Ci attende una bella remata sul lago di Millstatt. secondo nella Carinzia come dimensioni solo a quello di Wörthersee; formatosi dallo scioglimento dei ghiacciai ha una forma allungata con una lunghezza di 11,8 km ed una larghezza massima di 1,8 km.
La massima profondità è di 144 mt, quindi meglio stare attenti a non rovesciarsi con la barchetta a remi.
Ad attenderci c’è un allegro “vecchietto”, sorridente e amabile di soli 67 anni, che con poche manovre e spiegazioni ci “piazza” in mano i remi e ci trascina in mezzo al lago, spesso soffermandosi un po’ per farci riprenderci fiato un po’ per darci consigli sulle tecniche di remata.
Dopo circa mezzora arriviamo sulla sponda opposta, quella più naturale, costeggiando a pochi metri la costa fin sotto i rami degli alberi che si immergono nelle acque, dalla temperatura incredibilmente temperata a 26°.
Il giro in barca è da fare assolutamente, un po’ per il fantastico panorama che si gode dal centro del lago, con le maestose montagne che s’issano veloci appena sopra le sponde del lago, ma anche per apprezzare la tranquillità trasmesse dal cullare delle acque.
La gita in barca viene offerta dall’ente del turismo agli ospiti della zona, il martedì e giovedì con partenza alle ore otto, mentre per chi vuole fare un pic-nic in coppia vi è un offerta a 52 euro per due persone per l’affitto della barca a remi più il pasto.
Da visitare è il piccolo paesino di Millstatt, diventato il centro turistico principale di questa zona.
Nel piccolo borgo è particolarmente interessante la visita al duomo Stift, fondata probabilmente intorno al 1070 d.c., rappresentante dell’arte romanica nella Carinzia, è stato per secoli centro spirituale e culturale della Carinzia.
Dopo un pizzico di cultura si riparte e dopo pochi chilometri di arrampicata con la nostra due ruote, arriviamo presso l’azienda famigliare Lammersdorrfer.
Visitiamo la stalla dove due volte al giorno le mucche vengo munte, producendo “solo” dai 12-16 litri al giorno, questo è dovuto essenzialmente ad una alimentazione sana con i capi che si alimentano solo a pascolo!
Il latte viene poi utilizzato completamente per produrre vari tipi di formaggi di montagna.
Nella fattoria non manca neanche un colorato rifugio, dove è possibile pranzare, assaporando i prodotti tipici di queste zone, speck e formaggi in primis.
È ora di riammettersi in viaggio, destinazione diga Malta a cui si accede tramite la strada alpina “Malta Hochalmstraße”; il passo è bellissimo, con un primo tratto che passa attraverso un folto bosco di pini e dove la vegetazione ha colori particolarmente accesi, in virtù di una ricca abbondanza di acqua proveniente sia dalle piogge che dalle numerose cascate.
Dopo circa 20 km arriviamo alla diga di Malta, situata ad di 1900m s.l.m.; la sua costruzione avvenne a cavallo dal 1971 al 1978, e nel punto più alto raggiunge un altezza di 200 mt. Il primo invaso fu fatto nel 1979, dove ci si accorse che come era stata costruita non garantiva abbastanza resistenza all’enorme pressione esercitata dalle acque, per cui fu necessario creare un basamento aggiuntivo alla base dell’enorme muro di contenimento.
Di fianco alla diga è stato costruito un affascinante struttura turistica, con ricavato un piccolo museo sull’utilizzo dell’elettricità prodotte dalla centrale idroelettrica, un piccolo negozio, un ristorante con balcone e un bellissimo hotel circolare.
Si riparte per il piatto forte, almeno dal punto di vista motociclistico. Dopo un tragitto di circa 110 km, attraverso diverse vallate, arriviamo ai del passo Strada alpina del Grossglockner. Peccato piove, ma coraggiosi, e non potrebbe essere altrimenti visto la numerosa carovana di moto in fila per pagare il pedaggio di 22 euro, decidiamo di proseguire. Dopo poche curve, il coraggio incomincia a lasciare posto anche all’apprensione, infatti alla pioggia incessante si unisce anche una nebbia fitta e bassa che limita a pochi metri la visibilità. Si prosegue, e alla fine arriviamo ai pendici del ghiacciaio Quota-Imperatore-Franz-Josef, bagnati e per nulla soddisfatti, perché per quel poco che abbiamo potuto ammirare percepiamo che i 48 km percorsi devono essere sicuramente belli.
Modifica di programma, e in pochi minuti riusciamo a cambiare il nostro Hotel e decidiamo di fare una tappa nel piccolo comune di Heiligenblut, situato in posizione strategica per il giro su Grossglockner.
Il piccolo paesino turistico, è caratteristico con piccole botteghe che vendono prodotti tipici di queste zone; da visitare la chiesa gotica di Heiligenblut:
Il mattino seguente il cambio di programma da qualche frutto, intatti il tempo sembra decisamente migliore, e già alle otto siamo all’ingresso della Strada alpina del Grossglockner. La strada è lunga 48 km, con ben 36 tornanti, e con un dislivello di 2.504 metri.
Il percorso è straordinario, la carreggiata è sempre ampia con un asfalto perfetto, per cui si guida in maniera piacevole godendosi la “buona guida”, godendosi la maestosità delle montagne e il susseguirsi di paesaggi naturalistici.
Dopo un oretta si arriva ai piedi del Grossglockner, la montagna più alta dell’Austria con i suoi 3798 mt, dove si potrà ammirare anche il più lungo ghiacciaio delle alpi Orientali, il Pasterze.
Una volta giunti non fatevi mancare la visita al centro visitatori, una struttura di 4 piani dove sono state riprodotte scenografie riguardo l’alta montagne, come il sentiero “Roccia e ghiaccio” o la stanza panoramica Glockner. Numerose sono poi le mostre allestite, ovviamente riguardanti la montagna e i suoi ghiacciai; non mancano neanche due mostre riguardanti i motori, una destinata a mezzi del passato a quattro ruote, un’altra destinata alle moto, con mezzi sia del passato che moto più recenti dedicate ovviamente al produttore austriaco Ktm.
L'Alta Via dei Monti Liguri, l'appennino parmense e le Valli di Taro e di Ceno. Una via di mezzo tra un evento adventouring e un giro offroad tra amici vecchi e nuovi. Bellissimo!