EL MUNDO MAYA 2010

testo Pierpaolo Consigli, foto Luigi Tonon

Come disse lo scrittore americano John Steinbeck “ Le persone non fanno i viaggi, ma sono i viaggi che fanno le persone.”

Se poi il viaggio lo si fa in moto in terre lontane e difficili , l’ affermazione di Steinbeck diventa ancora più condivisibile in quanto, oltre allo spostamento geografico e fisico lungo percorsi con scenari spettacolari ed assoluti, si può affiancare in parallelo un percorso interiore spesso anche più difficile  di quello fisico.

Un percorso che come  in altre diverse occasioni della tua vita, ci costringe a misurarci continuamente per superare le inevitabili difficoltà ed ostacoli che incontri lungo il nostro percorso esistenziale.

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E’ bello pensare che “ il viaggiare”, non è tanto uno stato fisico, quanto  una dimensione dello spirito:  il percepire la necessità di una ricerca continua  per scoprire, imparare ed amare le diversità con la consapevolezza che la “meta” del viaggio non è il punto di arrivo prefissato, ma il viaggio stesso.

EL MUNDO MAYA 2010:  un’ altra straordinaria esperienza di viaggio sulle due ruote organizzato dall’ ASSOCIAZIONE MOTORBIKE TEAM,  per conoscere le popolazioni e i territori del Centro America  immergendosi nella misteriosa cultura Maya , attraversando le antiche foreste pluviali, percorrendo gli sterrati sui pendii di maestosi vulcani e godendo delle immersioni nella barriera corallina di spiagge  incredibilmente bianche ed incontaminate.

Il Mesoamerica è ancora oggi un crogiolo di razze e popoli, dai nativi amerindi e maya, ai tanti europei qui arrivati in epoche successive dopo la scoperta di Colombo. Da discendenti degli schiavi neri come  le enclavi Garifuna che popolano principalmente il Belize e l’ Honduras, ai Mestizos presenti in tutti gli stati ed ancora i Kuna : antica etnia che vive nell’ arcipelago di San Blas a nord di Panama ed in Colombia.

Ma con i  popoli, ci sono naturalmente anche le tradizioni,  gli usi, i costumi, il folklore, la musica e  l’arte che tramandati nei secoli, hanno formano  l’espressione e l’identità culturale di queste popolazioni rendendole uniche nel panorama mondiale.

Come accade per tutti i nostri viaggi, anche EL MUNDO MAYA 2010 MOTORAID ha avuto un’ importante valenza umanitaria rispondendo così a pieno titolo, agli obiettivi contenuti nello stesso statuto dell’Associazione nata anche per  sostenere le importanti iniziative della Onlus “ Bambini nel deserto”.

Il nostro aiuto con parte dei proventi raccolti grazie alle donazioni degli sponsor, è andato in questo caso anche al padovano Valerio Morellato,  una persona straordinaria che da alcuni anni ha avviato con grandi sacrifici ma anche con molto entusiasmo, un progetto di alfabetizzazione in Nicaragua per togliere dalle strade di Granada i bambini poveri e farli studiare fornendo loro tutto quanto è necessario per farlo.

Sono oltre 150  i piccoli nicaraguensi che oggi aderiscono a questo progetto, e si spera che siano sempre di più grazie alla buona volontà di Valerio e dei suoi sostenitori.

Entrare in rapporto diretto con queste popolazioni in un contesto spesso di grande povertà come abbiamo potuto riscontrare in diverse comunità degli Stati attraversati, rende certamente più facile  e tangibile la comprensione del livello di indigenza in cui sono costretti a vivere anche i bambini e cercare di ridurne i disagi se non le sofferenze, è certamente una missione nobile a cui desideriamo in qualche misura partecipare.

Il viaggio  per  la maggioranza del gruppo, inizia da Veracruzin Messico il giorno 1 agosto mentre per Maurizio ed Alessandro partiti 15 giorni prima, la partenza avviene da Los Angeles.

Un viaggio anche questo impegnativo per il clima fortemente caldo-umido, le lunghe ed estenuanti soste alle frontiere, i molti km percorsi in sella su strade spesso insidiose per la presenza di buche ed animali, le improvvise piogge torrenziali, i potenziali pericoli della criminalità di alcune zone.

Un viaggio che però ci ha dato molto per averci concesso  di conoscere ancora una volta, mondi diversi dai nostri visitando città, siti archeologici, parchi, ambienti naturali di mare e montagna e specialmente mettendoci a contatto diretto con le diverse etnie degli stati attraversati ed avendo anche la possibilità di assistere alle loro cerimonie, feste, attività lavorative e ludiche quotidiane.

Non basterebbe un libro intero per descrivere e narrare tutto quello che abbiamo visto e vissuto in questo viaggio straordinario e così si dovranno citare solo i frammenti più interessanti e significativi di questo motoraid  cercando di documentarli anche con qualche immagine fotografica.

LA PARTENZA DI MAURIZIO E ALESSANDRO DA LOS ANGELES

Tutta la parte alta della Baja California non presentando particolari attrazioni di paesaggio, viene attraversata piuttosto rapidamente da Maurizio ed Alessandro e ci vogliono più di 600 km prima di arrivare al fantastico deserto del  Parque Central de Baja California. E’ qui che l’ ambiente diventa estremamente particolare e si corre tra una concentrazione straordinaria di cactus “Cirios” alti anche fino a 15 metri,  con la tipica inconfondibile forma delle dita aperte di una mano come si vedono nei films western.

La strada continua a scorrere attraversando un paesaggio spettacolare che cambia continuamente alternando ai cactus, sequenze di alti pinnacoli di roccia scolpiti dalla pioggia o isolati grandi massi tondeggianti che ancora spariscono d’ improvviso per far posto alle “mesas” e “mesetas” colline dalla cima tagliata ed erosa dall’ acqua piovana.

Nella Bassa California il paesaggio continua a cambiare tra costa e parte interna e  le moto scorrono tra continui saliscendi e curvoni che sembrano non finire mai  alternando il caldo afoso della città coloniale di Loreto sulla costa orientale del Golfo di California al clima fortunatamente un po’ più ventilato di La Paz sulla costa Pacifica.

Dopo aver divorato qualche migliaio di km, ci stiamo avvicinando rapidamente verso la tappa ultima da dove si formerà il gruppo per partire da Veracruz ed arrivare secondo il programma, fino a Panama. Partiti da Morelia la strada continua a salire inerpicandosi lungo le pendici delle montagne coperte di vegetazione fino ad arrivare a Toluca la città che con i suoi quasi 2700 metri di quota è la più alta del Messico.Da qui, sotto un cielo plumbeo, si scende verso la capitale Città del Messico che ormai è una delle più grandi e popolose città del mondo e da sola rappresenta un quarto della popolazione messicana.  Non era prevista la visita della città visto che nel programma si doveva attraversare solo la parte periferica per proseguire verso Huamantla, ma i navigatori ormai strumenti utilissimi per viaggiare, a volte vogliono prendersi gioco di noi  e ci si trova senza volerlo, imbrigliati nello spaventoso traffico in pieno centro città.L’ indomani si riparte da Città del Messico e solo dopo qualche km possiamo ammirare l’ immensa mole del vulcano Pico de Orizaba con la cima ammantata dalla neve ed in parte coperta dalle nuvole. Il vulcano con i suoi 5611 metri di altezza è uno dei più alti del Messico, superato solo dal Mc. Kinlev e dal Logan.Siamo quasi a Veracruz e percorrendo una bella e veloce strada, superiamo fertili vallate coltivate a mais e riso a ridosso di piccoli villaggi che si intensificano a mano a mano che ci si avvicina alla Città di Veracruz.  E’ qui che iniziamo a far conoscenza con i “topes” i famigerati dossi rallentatori in asfalto o in cemento che metteranno a dura prova i cuscinetti e gli ammortizzatori delle nostre ruote e ci accompagneranno per tutto il viaggio che ci resta da fare.Veracruz come tutti i porti di mare è una città congestionata  e chiassosa. L’ architettura si mescola tra gli  antichi edifici pittoreschi bianchi della parte più vecchia della città ai grattacieli moderni verso il porto che guardano il mare.  Il centro che si trova nella parte più interna della città, sembra essersi fermato agli anni cinquanta anche se è pieno di vita, musica e danza con un tocco tipicamente caraibico.

Ed è proprio a Veracruz  che il giorno 1 agosto si ricompone il gruppo del Motoraid con l’ arrivo degli altri motociclisti arrivati dall’ Italia. Dato che ci sono voluti diversi giorni per espletare tutte le formalità per sdoganare le nostre moto, abbiamo approfittato del tempo libero per visitare i luoghi più caratteristici del centro storico di Veracruz.

Iniziamo la visita dal Malecòn  ( il lungo mare di Veracruz) e dalle spiagge verso Boca del Rio per terminare ovviamente allo Zocalo ( la grande piazza centrale) con la bella cattedrale;  ma è alla sera che si vivono i momenti più piacevoli assaporando nei ristorantini i buoni piatti di pesce ed immergendoci nel dopo cena, nella magica  atmosfera musicale della notte veracruzana.

Le piazzette della città sono  strapiene di coppie danzanti di ogni età che seguono con  passi esperti  ed agili il ritmo coinvolgente della musica messicana suonata dai numerosi  gruppi di musicisti spontanei distribuiti  lungo le vie e nelle piazze della città. E’ in un trionfo di suoni, colori e danze che concludono nel migliore dei modi le nostre serate veracruziane .

La partenza da Veracruz finalmente con le moto cariche, avviene il 4 agosto e visto che si sono persi dei giorni si decide come primo giorno di percorrere più strada possibile fermandoci a sera dopo aver percorso oltre 800 km di strada per arrivare ad Escarcega cittadina di circa 100.000  abitati, sulla strada tra villa Hermosa e Chetumal.

 

BELIZE E IL BLUE HOLE

Siamo ansiosi di entrare in Belize per vedere tutto quanto abbiamo letto sulle guide: le bellezze naturali e le  famose barriere coralline, paradiso dei subaquei e degli amanti dello snorkeling. Dopo aver percorso 440 km e dedicato lunghe ore in  frontiera per le pratiche doganali, finalmente arriviamo a Belize City la vecchia capitale che dopo una grande devastazione di un uragano, ha ceduto la posizione di capitale a Belmopan.

Molte sono ancora le case colorate in legno che si incontrano lungo la strada. Si tratta di abitazioni costruite su palafitte , testimonianza tangibile delle passate innondazioni subìte dal paese negli anni e diventate ora una tipicità architettonica di questa città.

Con una piccola ma veloce barca attraversiamo diversi Cayes ed arriviamo dopo due ore di navigazione al Ligthouse island , l’atollo dove si trova il famoso Blu hole: un anello di 300 metri di diametro che fa da contorno ad un enorme e spettacolare “buco” nel mare profondo oltre 100 metri. Indossate pinne e  maschera ci immergiamo subito in quelle acque incredibilmente turchesi e limpide  ammirando molti tipi di corallo e di pesci coloratissimi.

Pinneggiando lentamente siamo quasi in meditazione dove avviene il coinvolgimento di tutti i nostri sensi  per cogliere  ogni piccola straordinaria  sensazione  in questo mondo vivente  pieno di colori e forme così diverso dal nostro.

Restiamo in acqua per parecchio tempo , con poca voglia di risalire  in superficie, seguendo ed accarezzando i pesci colorati che senza timore si avvicinavano a noi incuriositi fino a quando sollecitati da Toni  il nostro “ comandante”, risaliamo per raggiungere poco dopo un altro posto straordinario:” L’ Half Moon cate” l’ atollo  paradiso dei bird-wartcher.

In questo habitat baciato dalla natura incontaminata,  vengono a nidificare  le grandi testuggini marine, le fregate e le sule dalle zampe rosse mentre  frequenti sono gli incontri ravvicinati con iguane  anche di grandi dimensioni ed i paguri giganti  oltre ad uccelli dai colori e forme più svariate.

 

GUATEMALA E TIKAL

Il giorno dopo si lascia il Belize e si entra in Guatemala.   E’ Domenica  8 agosto e la visita di Tikal sarà per noi un altro giorno importante da ricordare dedicato proprio al “ Mundo Maya” che ha dato nome anche al nostro viaggio.

Tikal  è la più grande città Maya in quest’ angolo tropicale del Guatemala. Gli edifici risalgono al  300 a.C anche se le strutture più importanti furono edificate nel periodo tardoclassico tra il 550 d.C e il 900 d.C.

La guida  che abbiamo preso per visitare il parco,  ci porta al plastico che mostra come era anticamente strutturata  questa citta’-stato di 120-150 mila abitanti che esercitava la sua influenza su un territorio grandissimo. Impariamo com’era  la struttura sociale,come era organizzata urbanísticamente (su 5 livelli), com’era la tecnica costruttiva delle abitazioni.

Ora gli antichi palazzi che hanno ormai perso le tinte originali, si ergono da una  foresta pluviale di 16 km quadrati ed il passaggio da una vestigia all’altra ,avviene ammirando anche i capolavori  che la natura ha completato  attorno alle magnificienze dell’uomo: alberi,uccelli,scimmie,insetti,ogni passaggio  nell’intricata foresta  attira la nostra attenzione e suscita il nostro stupore.

Ma sono soprattutto i capolavori della tribu’ che ha civilizzato queste terre dal 200 a.c. al 900 d.c. che attirano i nostri sguardi: templi fantastici a coppie ( piramidi gemelle), che emergono singolarmente dalla giungla ( tempio IV) o in grandi agglomerati( la Gran Plaza) testimoniano della grande maestria costruttiva e delle conoscenze del cosmo e dei cicli delle stagioni raggiunti dal Maya piu’ di 1000 anni fa.

to be continued…

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