Scorpion Exo-230, la prova on the road

Test sul campo del casco Scorpion Exo-230, ottima scusa per fare un bel giro fuori porta sulle colline casentinesi (con tanto di file gpx che trovate alla fine della prova).

Chi l’ha detto che per divertirsi in moto (o per essere considerati motociclisti) si debba per forza andare a consumar saponette sui passi governando mandrie di cavalli agghindati come valentinirossi de noantri? Noi no di certo! Vuoi per scelte filosofiche, vuoi per circostanze anagrafiche, da un po’ di tempo ci piace gironzolare alla ricerca di bei posti e belle strade da assaporare con la dovuta calma. Se poi abbiamo anche l’occasione di mettere alla prova il nuovo casco open face Scorpion EXO-230 ecco che abbiamo la scusa giusta per un giretto fuori porta.

Scorpion Exo230
Estetica e protettività: what else?

 

Un mezzo davvero polivalente

Il mezzo che abbiamo scelto è quello strano ibrido tra moto e scooter che è l’X-ADV della Honda. Motivo di scherno da parte degli amici ogni volta che ci vedono arrivare agli appuntamenti a bordo di ‘sto plasticone (sì, lo chiamiamo affettuosamente così), è comunque un bicilindrico da 750cc, e ha 6 marce da snocciolare con quel ganzissimo sistema automatico o sequenziale che su un mezzo del genere è di una comodità unica. Certo, poi a dispetto della plastica pesa come una betoniera, di conseguenza ha sospensioni che in due con qualche bagaglio sono decisamente sottodimensionate, e freni che mostrano i loro limiti. La reattività non è il suo forte e molti utenti chiedono una trentina di cavalli in più, secondo noi servirebbero una trentina di kg in meno, fatto sta che lo usiamo sia per andare a farci la spesa, sia per spostarci per un fine settimana al mare, sia per andarci a spasso come in questo caso. E fa il suo sporco lavoro anche nei trasferimenti autostradali o su stradelli diversamente asfaltati.

Scorpion Exo230 Stia
Piazza B. Tanucci nel centro di Stia, famosa location de Il Ciclone

 

Polivalente anche il casco

Giacca imbottita con protezioni d’ordinanza, jeans tecnici, e ci infiliamo in testa il casco Scorpion EXO-230. Già al tatto la sensazione è di un prodotto bello tosto, per essere un open face il peso non è banale. La vestibilità è buona, ci accorgiamo subito che in questo caso la nostra abituale taglia M calza leggermente più stretta del solito, ma la razionalità degli interni fa sì che risulti assolutamente stabile e comodo anche dopo un’intera giornata che lo abbiamo indosso praticamente ininterrottamente. Eventuali occhiali da vista si infilano senza intoppi tra i guanciali (peraltro facilmente removibili in caso di emergenza), e allacciamo facilmente il cinturino con regolazione micrometrica. Ci sarebbe anche la possibilità del sistema pinlock, ma non ci serve. Possiamo partire.

Scorpion Exo230 Fiesole
Su per la via Vecchia Fiesolana

 

Belle strade e luoghi iconici

Partiamo da Pontassieve (pochi km da Firenze) e imbocchiamo la SS67. In località Contea resistiamo alla tentazione di proseguire dritto verso Dicomano e il mitico passo del Muraglione, e voltiamo a destra per imboccare l’altrettanto mitica Londa-Stia. E’ una bellissima strada, meno estrema e più dolce, curve belle aperte e buona visibilità. Abbassiamo la visiera dello Scorpion EXO-230 (ottimi e solidi i sistemi di scorrimento e di posizionamento in alto e in basso), e vista la bella giornata di sole abbassiamo anche il visierino scuro. Nessuna distorsione di immagine.

Scorpion Exo230
50 cavalli posson bastare

 

Saliamo su per il valico di Croce a Mori ad andatura dondolamento tra le curve, il livello di rumorosità del casco è decisamente basso, considerandone la tipologia. La visibilità, anche laterale, è altrettanto ottima, e la visiera che si abbassa fin quasi sotto il mento garantisce una buona protettività da eventuali insetti indesiderati.

Scorpion Exo 230
Plasticone in azione sullo sterratone

 

Scendiamo fino a Stia, scattiamo le foto di rito nell’iconica piazza resa celebre dal film Il Ciclone, facciamo due passi fino al Parco della Rana, uno dei pochi luoghi in cui ancora si può fare il bagno in Arno (che lì è poco più di un torrente, e per chi avesse voglia di trekking la sorgente sul monte Falterona è giusto lì vicino), e ripartiamo verso la bellissimissima Pieve di Romena con adiacente omonimo castello (o quel che ne resta). Quindi con lo Scorpion Exo-230 ben allacciato, luci accese, e prudenza sempre andiamo su per il passo della Consuma, altra bellissima strada di pieghe e panorami. Svalicato si svolta a sinistra per i boschi di Vallombrosa, e poi (occhio al gpx) si prende una bellissima sterrata molto scorrevole e alla portata di qualsiasi plasticone, che passando vicino all’albero più alto d’Italia porta fino all’eremo di Campiglioni. Da lì ci sono varie alternative, noi, un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, abbiamo scelto di risalire verso Ferrano per ricongiungerci alla statale che infine ci ha riportato a Pontassieve.

Scorpion Exo230
La bellissima Pieve di Romena

 

Comodo e bello

Ci fermiamo, ci togliamo il casco, nessun segno, nessun indolenzimento, confort al top, siamo pienamente soddisfatti della scelta che ci conferma la validità dei prodotti Scorpion (sullo scaffale di casa abbiamo anche il modulare Exo-3000). A bocce ferme lo guardiamo: certo non è un integrale, ma per un uso in città o poco fuori può essere una scelta vincente. Ben rifinito, sagomato in maniera accattivante, e last but not least in questa colorazione rosso-nero-bianco con inserti in simil carbonio è proprio bello, altroché!

Info tecniche e disponibilità colori sul sito ufficiale

Il file gpx del giro è disponibile cliccando qui

E se vien fame? Un piatto di tagliatelle al ragù di cinghiale al ristorante Da Filetto nella piazza di Stia, oppure una schiacciata con affettati e formaggi allo chalet sul passo della Consuma. Come si sul dire si casca sempre in piedi.

 

Scorpion Exo 230

Scorpion Exo230
Sotto quella cascata si può ancora fare il bagno in Arno

 

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