Sempre più lenti in moto, più che per saggezza, per necessità

Autovelox, telelaser, radar, tutor e tanti altri dispisitivi nascosti. Essere (o avere) lenti in moto diventa una necessità

Non conosco l’età media dei frequentatori di questo sito, se voi che state leggendo siete motociclisti di vecchio corso, per intenderci di quelli che la carburazione della moto la facevano cambiando i gigleur (pronuncia giglé) e controllando il colore degli elettrodi delle candele, probabilmente lo troverete di attualità, se invece siete ancora giovincelli alle prese col percorso a 8 dell’esame di guida… leggete lo stesso, che prima o poi vi tornerà utile, anche se le parole ” lenti in moto “, vi fanno rabbrividire.

Insomma, per anni avete viaggiato tranquilli di giorno e di notte, strade e paesaggi scorrevano veloci e soprattutto nitidi davanti ai vostri occhi, un lampeggiante blu, un berretto con la fiamma, una macchina fotografica mimetizzata tra i cespugli li vedevate a un km di distanza, e avevate tutto il tempo di rallentare fino a velocità codice e di passare davanti alla pattuglia fischiettando tranquillamente.

Poi un giorno vi arriva a casa una raccomandata verde, tra le varie frasi in burocratese spiccano un paio di numeri e tre cifre, uno seguito da “kmh” e l’altro, ancor più terrorizzante, preceduto dal simbolo dell’euro. E dopo aver tirato giù una decina di santi vi scapperà detto: “Occa…spiterina, quell’autovelox non l’avevo proprio visto!”.

Già, la vista: arriverà inevitabilmente il giorno che vi accorgerete di non riuscire più a leggere il numero di targa della macchina che sta inchiodando davanti a voi se non quando ci state per entrare dal lunotto. Oppure che le indicazioni della strumentazione che avete sotto il naso, peraltro sempre più affollate di informazioni, sembrano maledettamente sfuocate, e non è un difetto del display. Oppure, e qui entro nell’autobiografico, entrambe le cose!

Sempre più lenti in moto
Sempre più lenti in moto

Insomma, con l’entusiasmo di un tacchino durante il giorno del ringraziamento, andrete a fare un controllo dall’oculista, non fosse altre per il fatto che si avvicina a grandi passi il giorno di scadenza della patente e a breve dovrete essere in grado di leggere un tabellone pieno di lettere dell’alfabeto messe a caso e sempre più piccole.

Dalla visita oculistica uscirete, A) con la consapevolezza che col passare del tempo i vostri organi non funzionano più come una volta (tutti dico, e di alcuni in verità vi eravate già accorti), B) culturalmente più evoluti grazie all’apprendimento di termini come miopia, presbiopia, ipermetropia, C) col portafoglio più leggero di una cifra ben superiore a quella che stava scritta sulla raccomandata verde di cui sopra, D) con tutta una serie di custodie contenenti occhiali da vicino, da lontano, da computer, da televisione, da spiaggia, da neve, da mezza stagione, mancano solo quelli a raggi X di cui leggevamo mirabilie nelle ultime pagine di certi giornalini molto in voga ai tempi dei gigleur.

Da quel momento il rito della vestizione prima di un giro in moto acquisisce un nuovo step. Le prime volte anche più d’uno. Chiudi la giacca, infila il casco, metti i guanti, ah già gli occhiali, dove li ho messi?, togli i guanti, cerca nelle tasche, apri la visiera, infila gli occhiali, impreca che le stanghette si incastrano in qualche imbottitura. Dopo un buon quarto d’ora riuscirete a partire.

Altro problema all’arrivo in cima al passo, quando parcheggerete casualmente accanto a un’amazzone che avete inseguito sui tornanti fedeli al motto “tira più una coda bionda che fuoriesce da un casco che un V4 a sedici valvole”: con mosse studiate vi toglierete il casco già pronti a sfoderare la vostra miglior faccia da provolone, e immancabilmente gli occhiali, che vi siete dimenticati di avere sul naso, vi si incastreranno tra occhi cinturino e mentoniera come in un inestricabile nodo marinaro. Quando ne verrete a capo la bionda sarà già a far comunella con un harleysta tatuato. E occhialuto, mannaggia.

Il giorno dopo lo passerete su internet a cercare se per caso qualcuno non abbia inventato visiere a gradazione progressiva.

 

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One comment

  1. ahahaha grande! questo articolo mi è proprio piaciuto heheeheh!

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