Se Napoleone avesse avuto una moto

Le Alpi e la strada: la metafora “ontheroad” per visitare la parte più intima della Provenza

“Dall’Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno…” beh, diciamo subito che qui di piramidi non ce n’è neanche l’ombra e il fiume che scorre da queste parti – anche se ha un nome somigliante – non sa nemmeno di che colore siano le acque del fiume tedesco.

Ma, almeno in una paio di cose, la citazione è corretta: quando si parla di Alpi e per il fatto che il signore cui sono dedicati questi versi da queste parti c’è stato davvero, tanto che oltre ad una strada lunga centinaia di chilometri a lui interamente intitolata c’è tutto un fiorire di rifugi alpini che portano il suo nome.

Nome senz’altro illustre, quello di Napoleone Bonaparte che, nel percorso di fuga che lo portò dall’Isola d’Elba a Parigi, prima del definitivo disastro di Waterloo, attraversò una delle regioni più affascinanti della Francia del sud, quell’entroterra provenzale che dalle acque mondane di località come Saint Tropez e Hyères si inerpica fino ai ben oltre 2000 metri di passi come il Col di Vars, o di Cayolle o, ancor più noto agli amanti della bicicletta, il mitico Col d’Izoard.

Quali che siano i chilometri nelle gomme della vostra moto la Route des Hautes Alpes vi aspetta

È ovvio che parlare di Saint Tropez e di Costa Azzurra faccia subito pensare, soprattutto in periodo estivo, a corpi dorati spalmati a rosolarsi su distese sabbiose, e al traffico demenziale – da ora di punta metropolitana – nel quale anche una moto deve muoversi a passo d’uomo, ma se vi lasciate prendere dalla curiosità di scoprire cosa riserva l’entroterra di quelle celeberrime località balneari, beh, qualche piacevole sorpresa la vostra due ruote può riservarvela.

Sia che siate i tipi da centocinquanta chilometri al giorno prima di una sosta lunga almeno 48 ore, sia che vi maciniate senza problemi più di mezzo migliaio di chilometri quotidiani pronti, il giorno dopo, ad aggiungerne altrettanti, e poi ancora, e poi ancora, questa regione avrà di che soddisfare i desideri di ognuno.

Bastano infatti circa centocinquanta chilometri, una volta raggiunta Hyères, per abbandonare il consistente traffico costiero delle zone attorno a Tolone e iniziare ad arrampicarsi su divertenti strade di montagna, lasciando alle spalle quel caldo estivo tanto amato dagli adoratori dell’abbronzatura ma che è fiero nemico dell’abbigliamento da “motard”.

Al “Relais de Chabrieres” i “motard” sono i benvenuti

E tanti sono i chilometri per arrivare ad una deliziosa tappa di un ideale circuito da percorrere tra questi monti: il Relais di Chabrieres, un delizioso alberghetto che, dopo una tipica cena francese da “Chez Mamette” ristorante vicino al Relais, tra piatti e vini provenzali, vi offrirà un tranquillo risveglio accompagnato dalla visione delle montagne circostanti che si indorano delle prime luci del sole.

Come si diceva questa tappa può essere considerata come luogo “di meditazione” per 24 ore o come semplice porta di accesso, per una notte di transito, a quanto questo settore alpino riserva al viaggiatore.

Qualunque sia stato il tempo della vostra sosta la strada e la moto vi aspettano per proseguire il viaggio verso le cime più elevate: Digne, a pochi chilometri da qui, è un ottimo punto per far rifornimento prima di “attaccare” le montagne “vere” e iniziare il divertimento delle pieghe sui tornanti, unico “gioco” che davvero può far dimenticare il paesaggio circostante.

Man mano che si prosegue nelle “Haute Alpes” i paesaggi si fanno sempre più maestosi

E il fatto che, non appena si è usciti dalla piccola cittadina capoluogo di questo distretto, le auto si diradano e le moto intensificano la loro presenza deve testimoniare il piacere dello spostarsi su queste curve, su questi itinerari con il nostro mezzo preferito, tra le cortesie reciproche dei motard cosmopoliti che si possono incontrare sull’asfalto quasi sempre perfetto di queste ampie strade di montagna.

Non c’è, comunque, il rischio di dimenticarsi della bellezza dei luoghi che stiamo visitando: un’ultima curva e un’ampia vallata si apre davanti ai viaggiatori con il bellissimo lago di Serre-Ponçon che a malapena si intuisce artificiale, anche se la cartina ne denuncia questa origine, e dall’alto di un belvedere il colpo d’occhio ci permette di valutare e di preparare a godere delle discese e delle risalite (no, non ci troviamo in una canzone di Battisti…) che si alternano in una serie di divertenti su e giù, conditi dagli immancabili tornanti, per guadagnare le sponde del lago dove, volendo, si può (temporaneamente, sia chiaro!) abbandonare la moto per dedicarsi ad altre attività su acque ben più tranquille di quelle rivierasche che lasciate solo pochi chilometri indietro, che si tratti di scivolare su una deriva o di spiccare salti in kitesurf.

Ma i “giochi d’acqua” non finiscono qua: ancora pochi chilometri, scendendo a valle e – per chi ama il rafting – si può ricevere un vero e proprio battesimo “bagnato” affrontando le acque a tratti tumultuose di un fiume di montagna su quello che, ad una prima distratta occhiata, parrebbe un fragile guscio di noce.

Dalle acque calme del lago a quelle agitate del fiume il passo è breve: il rafting è un’altra emozione per il “motard”

Due ore trascorse “a mollo” non vi faranno perdere l’abitudine alla moto: una doccia calda, un caffè altrettanto caldo con qualche “amuse gueule” dolce e la moto è lì, pronta a riprendere con noi la strada dei monti.

Come si diceva, questi luoghi possono essere visitati con tutta la calma possibile, con percorsi di poche centinaia di chilometri.

Quindi portandosi verso Briançon e poi su, su, verso le vette si raggiunge La Grave. Questo è un delizioso paesino che, oltre a regalarci una sosta gustosa dal punto di vista gastronomico (ma, ad onta del fatto di dover riconoscere ai francesi un onore su un terreno su cui il nostro italico orgoglio spesso si fonda, quello del buon mangiare e del miglior bere, è onesto riconoscere che qui, come succede dalle nostre parti, ovunque ti fermi hai di che soddisfare abbondantemente il palato e la vista, sia che si sia ospiti di un regno di gourmet, sia di una semplice trattoria), ci offre anche qualche primo brivido… di freddo. Infatti, dato che l’altitudine inizia ad essere apprezzabile – visto che salendo si perdono circa sette gradi in ragione di ogni mille metri di dislivello – significa che qui ci sono almeno una decina di gradi in meno della pianura, e un pile serale ci sta benissimo.

I ghiacciai delle Alpi salutano a La Grave il risveglio del viaggiatore

Un altro risveglio con le rosee dita del sole che accarezzano le cime delle montagne e dei ghiacciai che ci circondano ci offre un ulteriore approccio sereno con il nuovo giorno. Anche qua le “distrazioni” dalla due ruote non mancano, soprattutto per chi ama le attività che implichino un certo grado di “avventura”, dalle semplici passeggiate immersi in una natura maestosa fino ad affrontare le divertenti vie di roccia che queste montagne hanno predisposto a chi ama armarsi di scarpette, magnesite e corde.

Per chi invece preferisce proseguire il divertimento in sella alla propria moto la strada è lì, invitante con le sue promesse di percorsi spesso visti in televisione, su nomi ormai leggendari per gli amanti della bicicletta: Col de la Cayolle, Col de Vars e, soprattutto, il terribile (per i ciclisti, non per noi) Col d’Izoard.

Ci sono modi ancor più veloci e comodi per risalire l’Izoard, ma il divertimento?!?…

Certo, lasciata Briançon, iniziati ad inerpicarsi sui tornanti dell’Izoard non si può non pensare con rispetto ai vari, numerosi ciclisti che stanno affrontando questi impegnativi dislivelli facendo affidamento solo sui propri muscoli – e l’età non rappresenta un impedimento visto che su queste salite troverete ciclisti di tutte le generazioni – ma il nostro divertimento viene dall’affrontare in piega questi tornanti, dal veder la strada sparire sotto le nostre ruote e vedere, in un lasso di tempo relativamente breve, cambiare completamente il paesaggio, arrivando al panorama mozzafiato della cima di questo Passo.

Con una piccola notazione sulle abitudini dell’Illustre Viaggiatore che ci ha preceduto circa duecento anni fa: a quanto pare il piccolo ufficiale di artiglieria corso doveva avere una vera e propria passione per il turismo perché qua attorno non c’è cima sprovvista di un “refuge Napoleon”, il che suggerisce di dare informazioni complete nel caso si voglia dare appuntamento a chicchessia in uno di questi rifugi.

Un pic nic può diventare un sontuoso “repas” ai 2326 metri del Col de la Cayolle

Mal che vada solleticheremo, da soli, la nostra gola con le “charcuterie” locali (limitando, in questo caso, l’accesso alle “caves” dei vari rifugi per evitare di aggiungere poi, con molta creatività, qualche tornante laddove la strada non ne preveda…) pensando al mancato appuntamento.

Izoard, Vars, Barcelonnette, Cayolle, con qualche sosta per un sostanzioso e regale – anzi, pensando all’Illustre Predecessore, “imperiale” – pic nic e la strada riprende, questa volta verso il basso.

Le sorprese che il paesaggio riserva non sono però da considerarsi finite: le Gorges de Daluis sono lì, con il caratteristico color rosso delle loro rocce e la vertiginosa caduta verso il fondo valle profondo molte centinaia di metri, a suggerirci che, forse, non è ancora il caso di abbandonare questa regione, che ci sono ancora molte cose da vedere, molta strada da percorrere, molte pieghe da fare.

Ma, almeno in questo caso, la strada ci riporta inesorabilmente verso valle, verso i luoghi della cosiddetta “civiltà”.

Castellane, Draguignan, i paesi che accompagnano la discesa a valle del motociclista offrono tutti motivi di interesse sia paesaggistici sia urbanistici e monumentali: “calde” piazzette (anche se, come a volte capita, sotto una violenta “orage”) circondate da accoglienti bistrot e chiesette aggrappate ad impensabili speroni di roccia a strapiombo sui paesini sottostanti, a ricordarci che “lassù qualcuno ci guarda”.

Il paesaggio regala ancora emozioni alle “Gorges de Daluis”

Ormai le strade tendono al rettilineo, si sono allargate e l’acceleratore può essere aperto con decisione, anche perché ancora una meta può aspettare, riservando emozioni e… adrenalina.

Stiamo parlando del mitico circuito Paul Ricard, a Le Castellet, un toponimo che certo non può mancare nel “database” mentale degli appassionati di motori.

Qui l’adrenalina può provenire da due situazioni: quella offerta dalla propria moto inanellando giri su giri, oppure con un altro “baptême” salendo come passeggero dietro ad un pilota su una “vera” moto da pista che vi farà provare l’emozione dei quasi trecento all’ora e, soprattutto, il brivido della staccata mozzafiato, abbracciati per una volta al driver e non alle solite maniglie. Il tutto, naturalmente, con la sicurezza dovuta al fatto di essere su una pista e non sulle strade cittadine e di esservi condotti da chi questo lo fa per mestiere, giorno dopo giorno, e conosce la pista meglio delle proprie, proverbiali, tasche.

Che dire ancora, di questa regione e di quanto offre? Forse una considerazione da offrire, un po’ troppo postuma, all’Imperatore che da queste parti è transitato per andare verso la propria rovina: se anziché insistere a voler proseguire nella propria marcia bellica verso Waterloo avesse voluto dedicare qualche giorno nel “Dolce Frégate”, un delizioso albergo a Saint Cyr, magari alternando l’ottima cucina con qualche percorso lungo le 18 buche del campo da golf (che offre una spettacolare visione sul mare), avrebbe potuto evitarsi quello sgradevole soggiorno successivo a Sant’Elena e anche le relazioni internazionali sarebbero potute essere migliori.

Ma, forse, questa è tutta un’altra storia…

Le Relais de Chabrieres

PROVATI PER VOI

Sopra il lago di Serre-Ponçon

Nel reportage realizzato tra il mare e le Alpi provenzali abbiamo utilizzato il materiale della OJ ATMOSFERE METROPOLITANE di Milano, azienda giovane e agguerrita.

Anche se il periodo è stato quello estivo l’ambiente climatico è variato molto nei pochi giorni impiegati alla realizzazione del servizio: nella stessa giornata eravamo a pochi passi dalle spiagge assolate o ai 2400 metri dei passi alpini, abbiamo trovato il sole ma anche incontrato un forte acquazzone estivo e il test può quindi essere considerato abbastanza probante, sia per la protezione termica sia per quella antipioggia.

L’abbigliamento usato era costituito dalla giacca ADV, dai pantaloni TECHNOPANT – ambedue a triplo strato – e dai guanti FAN EVO.

i rivestimenti interni: quello termico e l’antipioggia della giacca

Per quel che riguarda i primi due capi abbiamo verificato con soddisfazione che l’isolamento termico si è rivelato efficiente sia a livello del mare sia in montagna. Abbiamo usato giacca e pantaloni quasi sempre privi degli strati più interni, quello termico e quello antipioggia indossando sotto la giacca solo una t-shirt, e il comfort è sempre risultato eccellente.

Nel corso del temporale di cui abbiamo detto, incontrato ancora nel percorso montuoso, siamo stati costretti ad utilizzare anche la protezione termica e quella antipioggia, anche in questa opzione siamo rimasti piacevolmente soddisfatti e… all’asciutto.

Di questa combinazione dobbiamo anche sottolineare alcune soluzioni tecniche che abbiamo trovato utili per una migliore vestibilità dei capi, a partire dalle protezioni integrate in giacca e pantaloni (a livello di spalle e gomiti – marcate CE – e la protezione antishock alla schiena per la giacca e, sempre con la certificazione CE sulle ginocchia dei pantaloni), protezione delle quali, per fortuna… non abbiamo dovuto verificare l’efficienza ma che ci sono sembrate comunque ottimali per un uso turistico.

Il guanto FAN EVO con le protezioni preformate

Anche le altre soluzioni (passanti in velcro, imbottiture “strategiche”, posizione e numero delle varie tasche…) ci hanno trovato soddisfatti utenti. In definitiva questo percorso estivo è stato utile (e positivo) anche come test invernale per due prodotti che si propongono come “4 stagioni”.

Un’ultima parola sui guanti: i FAN EVO in pelle, guanti estivi dotati di una protezione antishock termoformata, si sono dimostrati anch’essi all’altezza di quanto richiesto, la mano era ben protetta e la motilità della mano era perfetta.

Alla fine “vergin di servo encomio” dobbiamo dirci sinceramente soddisfatti della scelta fatta per questo abbigliamento che abbiamo usato dai 30 gradi della pianura ai circa 10 della sera “montanara”.

E – come diceva il tizio, anni fa – non resta che… provare per credere!

Giacca ADV                                    prezzo 250 €

Pantaloni TECHNOPANT             prezzo 150 €

Guanti FAN EVO                            prezzo 59 €

Il sito OJ ATMOSFERE METROPOLITANE: www.ojatmosferemetropolitane.com

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Il casco CABERG Sintesi

CASCO CABERG SINTESI

L’altro elemento utilizzato nel corso del reportage – il casco – è il top di gamma tra gli apribili della CABERG, prima azienda italiana ad aver prodotto caschi apribili, tra l’altro, grazie al particolare sistema di apertura della mentoniera (un pulsantone la sblocca e poi non la si solleva semplicemente ma deve anche fare uno spostamento eccentrico fino al blocco sollevato, per riportarlo alla condizione di integrale si deve ripetere, al contrario, il movimento) Sintesi gode anche della doppia omologazione integrale/jet.

Una caratteristica ben studiata nel casco è la visiera parasole abbassabile grazie ad un ampio e comodo comando posizionato sulla sommità del casco, la visiera è grande e, se il casco non è posizionato perfettamente, arriva anche ad appoggiarsi sul naso, in ogni caso con il parasole abbassato la protezione dalla luce è completa, addirittura, procedendo con il casco in configurazione jet, questa visiera offre anche un’ottimale protezione all’aria.

Ovviamente il casco aperto può essere usato son comodità solo a velocità contenute, in ogni caso anche a casco in versione integrale si può viaggiare (non alle massime velocità, comunque) con la visiera alzata usando solo il parasole.

La predisposizione per il sistema di comunicazione

Un’altra caratteristica saliente del Sintesi è la predisposizione al sistema di comunicazione “Caberg Just Speak” che permette di collegarsi al proprio telefono con la tecnologia bluetooth, ad un GPS, ascoltare musica attraverso un lettore MP3 e, ovviamente, parlare con il proprio passeggero.

Ultima nota: la ventilazione del casco a visiera chiusa ci è sembrata soddisfacente e, soprattutto, l’insonorizzazione è risultata ottima.

Unica cosa che non abbiamo provato, per fortuna, è l’efficienza agli urti, ma per quello ci fidiamo della serietà dell’Azienda…

Casco CABERG SINTESI                         prezzo di listino € 299,92

Il sito CABERG: www.caberg-helm.com

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MANGIARE, BERE E DORMIRE

Di seguito i punti delle nostre soste che ci sentiamo calorosamente di consigliare.

LE RELAIS DE CHABRIERES**

Un piccolo albergo a due stelle, semplice ma pulito, luminoso, dall’accoglienza calorosa e un piccolo cortiletto interno dove ricoverare la moto nottetempo

RN 85 – Le Village

04270 CHABRIERES

T/ 04 92 35 54 04

relais-de-chabrieres@wanadoo.fr

www.relais-de-chabrieres.com

CHEZ MAMETTE

Piccolo ristorante  a 50 mt. Da Le Relais de Chabrieres che propone una gustosa cucina provenzale

RN 85 Chabrières

04270 MEZEL

Tel : 04 92 35 52 05

Port : 06 30 03 14 65

contact@auberge-digne-04.com

HOTEL CLUB LAUZETANE***

Tappa gastronomica decisamente interessante

Le Bord du Lac

04340 LE LAUZET SUR UBAYE

T/ 04 92 85 55 00

lauzetane@wanadoo.fr

www.hotelclublauzetane.com

LES CHALETS DE LA MEIJE***

Strutturato come complesso di piccoli chalet ognuno con due, tre appartamenti, ottimo servizio e vista luminosa sul ghiacciaio di fronte. Le moto trovano ricovero nell’ampio garage del resort.

Le nouveau village

05320 LA GRAVE

T/ 04 76 79 97 97

contact@chalet-meije.com

www.chalet-meije.com

RESTAURANT LE VIEUX GUIDE- La Grave

Microscopico ristorantini con una nota positiva e una negativa: ottima cucina (e cantina, proposta con orgoglio dalla titolare) ma scarsità di “elasticità” nell’accogliere una clientela in un gruppo troppo numeroso. In coppia è comunque strepitoso.

T/ 04 76 79 90 75

au-vieux-guide@wanadoo.fr

HOTEL DOLCE FREGATE 4*

Lussuoso accueil 4 stelle con un prestigioso ristorante annesso. Grande classe, un campo da golf da 18 buche tra i più spettacolari in Europa grazie alle 15 buche con vista mozzafiato sul Mediterraneo. Merita senz’altro una sosta. Le moto sono ricoverate in garage.

Lieu dit Frégate – Route de Bandol

83270 ST CYR SUR MER

T/ 04 94 29 39 36 – reservation-fregate@dolce.com

www.dolcefregate.com

La lussuosa intimità di un balconcino de “la Dolce Fregate” si affaccia direttamente sul campo da golf e sul mare

Altri indirizzi utili:

NOLEGGIO MOTO

Holiday Bikes

10 rue Jean d’Agreve

83400 Hyères

T/ 04 94 38 79 45

hyères@holiday-bikes.com

Per il RAFTING sul fiume Ubaye:

Anaconda Rafting

Barcelonnette

T/ 04 92 85 55 20

info@anacondarafting.com

www.anacondarafting.com

I ringraziamenti di MOTO-ONTHEROAD a:

ENTE NAZIONALE FRANCESE PER IL TURISMO

Via Tiziano, 32

20145 MILANO

Tel : 899 199 072 (per la clientela individuale), 0,52 euro + iva al minuto

Fax : 02 / 58 48 62 21

Sito Internet : http://www.franceguide.com/

e-mail : info.it@franceguide.com

COMITE REGIONAL DE TOURISME PROVENCE-ALPES-COTE D’AZUR

Maison de la Région

13231 Marseille

Tel: 0033/4/91.56.47.38

Fax: 0033/4/91.56.47.01

Site Internet: http://www.decouverte-paca.fr/

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“Dall’Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno…” beh, diciamo subito che qui di piramidi non ce n’è neanche l’ombra e il fiume che scorre da queste parti – anche se ha un nome somigliante – non sa nemmeno di che colore siano le acque del fiume tedesco.

Ma, almeno in una paio di cose, la citazione è corretta: quando si parla di Alpi e per il fatto che il signore cui sono dedicati questi versi da queste parti c’è stato davvero, tanto che oltre ad una strada lunga centinaia di chilometri a lui interamente intitolata c’è tutto un fiorire di rifugi alpini che portano il suo nome.

Nome senz’altro illustre, quello di Napoleone Bonaparte che, nel percorso di fuga che lo portò dall’Isola d’Elba a Parigi, prima del definitivo disastro di Waterloo, attraversò una delle regioni più affascinanti della Francia del sud, quell’entroterra provenzale che dalle acque mondane di località come Saint Tropez e Hyères si inerpica fino ai ben oltre 2000 metri di passi come il Col di Vars, o di Cayolle o, ancor più noto agli amanti della bicicletta, il mitico Col d’Izoard.

Quali che siano i chilometri nelle gomme della vostra moto la Route des Hautes Alpes vi aspetta

È ovvio che parlare di Saint Tropez e di Costa Azzurra faccia subito pensare, soprattutto in periodo estivo, a corpi dorati spalmati a rosolarsi su distese sabbiose, e al traffico demenziale – da ora di punta metropolitana – nel quale anche una moto deve muoversi a passo d’uomo, ma se vi lasciate prendere dalla curiosità di scoprire cosa riserva l’entroterra di quelle celeberrime località balneari, beh, qualche piacevole sorpresa la vostra due ruote può riservarvela.

Sia che siate i tipi da centocinquanta chilometri al giorno prima di una sosta lunga almeno 48 ore, sia che vi maciniate senza problemi più di mezzo migliaio di chilometri quotidiani pronti, il giorno dopo, ad aggiungerne altrettanti, e poi ancora, e poi ancora, questa regione avrà di che soddisfare i desideri di ognuno.

Bastano infatti circa centocinquanta chilometri, una volta raggiunta Hyères, per abbandonare il consistente traffico costiero delle zone attorno a Tolone e iniziare ad arrampicarsi su divertenti strade di montagna, lasciando alle spalle quel caldo estivo tanto amato dagli adoratori dell’abbronzatura ma che è fiero nemico dell’abbigliamento da “motard”.

E tanti sono i chilometri per arrivare ad una deliziosa tappa di un ideale circuito da percorrere tra questi monti: il Relais di Chabrieres, un delizioso alberghetto che, dopo una tipica cena francese da “Chez Mamette” ristorante vicino al Relais, tra piatti e vini provenzali, vi offrirà un tranquillo risveglio accompagnato dalla visione delle montagne circostanti che si indorano delle prime luci del sole.

Come si diceva questa tappa può essere considerata come luogo “di meditazione” per 24 ore o come semplice porta di accesso, per una notte di transito, a quanto questo settore alpino riserva al viaggiatore.

Qualunque sia stato il tempo della vostra sosta la strada e la moto vi aspettano per proseguire il viaggio verso le cime più elevate: Digne, a pochi chilometri da qui, è un ottimo punto per far rifornimento prima di “attaccare” le montagne “vere” e iniziare il divertimento delle pieghe sui tornanti, unico “gioco” che davvero può far dimenticare il paesaggio circostante.

E il fatto che, non appena si è usciti dalla piccola cittadina capoluogo di questo distretto, le auto si diradano e le moto intensificano la loro presenza deve testimoniare il piacere dello spostarsi su queste curve, su questi itinerari con il nostro mezzo preferito, tra le cortesie reciproche dei motard cosmopoliti che si possono incontrare sull’asfalto quasi sempre perfetto di queste ampie strade di montagna.

Non c’è, comunque, il rischio di dimenticarsi della bellezza dei luoghi che stiamo visitando: un’ultima curva e un’ampia vallata si apre davanti ai viaggiatori con il bellissimo lago di Serre-Ponçon che a malapena si intuisce artificiale, anche se la cartina ne denuncia questa origine, e dall’alto di un belvedere il colpo d’occhio ci permette di valutare e di preparare a godere delle discese e delle risalite (no, non ci troviamo in una canzone di Battisti…) che si alternano in una serie di divertenti su e giù, conditi dagli immancabili tornanti, per guadagnare le sponde del lago dove, volendo, si può (temporaneamente, sia chiaro!) abbandonare la moto per dedicarsi ad altre attività su acque ben più tranquille di quelle rivierasche che lasciate solo pochi chilometri indietro, che si tratti di scivolare su una deriva o di spiccare salti in kitesurf.

Ma i “giochi d’acqua” non finiscono qua: ancora pochi chilometri, scendendo a valle e – per chi ama il rafting – si può ricevere un vero e proprio battesimo “bagnato” affrontando le acque a tratti tumultuose di un fiume di montagna su quello che, ad una prima distratta occhiata, parrebbe un fragile guscio di noce.

Due ore trascorse “a mollo” non vi faranno perdere l’abitudine alla moto: una doccia calda, un caffè altrettanto caldo con qualche “amuse gueule” dolce e la moto è lì, pronta a riprendere con noi la strada dei monti.

Come si diceva, questi luoghi possono essere visitati con tutta la calma possibile, con percorsi di poche centinaia di chilometri.

Quindi portandosi verso Briançon e poi su, su, verso le vette si raggiunge La Grave. Questo è un delizioso paesino che, oltre a regalarci una sosta gustosa dal punto di vista gastronomico (ma, ad onta del fatto di dover riconoscere ai francesi un onore su un terreno su cui il nostro italico orgoglio spesso si fonda, quello del buon mangiare e del miglior bere, è onesto riconoscere che qui, come succede dalle nostre parti, ovunque ti fermi hai di che soddisfare abbondantemente il palato e la vista, sia che si sia ospiti di un regno di gourmet, sia di una semplice trattoria), ci offre anche qualche primo brivido… di freddo. Infatti, dato che l’altitudine inizia ad essere apprezzabile – visto che salendo si perdono circa sette gradi in ragione di ogni mille metri di dislivello – significa che qui ci sono almeno una decina di gradi in meno della pianura, e un pile serale ci sta benissimo.

I ghiacciai delle Alpi salutano a La Grave il risveglio del viaggiatore

Un altro risveglio con le rosee dita del sole che accarezzano le cime delle montagne e dei ghiacciai che ci circondano ci offre un ulteriore approccio sereno con il nuovo giorno. Anche qua le “distrazioni” dalla due ruote non mancano, soprattutto per chi ama le attività che implichino un certo grado di “avventura”, dalle semplici passeggiate immersi in una natura maestosa fino ad affrontare le divertenti vie di roccia che queste montagne hanno predisposto a chi ama armarsi di scarpette, magnesite e corde.

Per chi invece preferisce proseguire il divertimento in sella alla propria moto la strada è lì, invitante con le sue promesse di percorsi spesso visti in televisione, su nomi ormai leggendari per gli amanti della bicicletta: Col de la Cayolle, Col de Vars e, soprattutto, il terribile (per i ciclisti, non per noi) Col d’Izoard.

Ci sono modi ancor più veloci e comodi per risalire l'Izoard, ma il divertimento?!?...

Certo, lasciata Briançon, iniziati ad inerpicarsi sui tornanti dell’Izoard non si può non pensare con rispetto ai vari, numerosi ciclisti che stanno affrontando questi impegnativi dislivelli facendo affidamento solo sui propri muscoli – e l’età non rappresenta un impedimento visto che su queste salite troverete ciclisti di tutte le generazioni – ma il nostro divertimento viene dall’affrontare in piega questi tornanti, dal veder la strada sparire sotto le nostre ruote e vedere, in un lasso di tempo relativamente breve, cambiare completamente il paesaggio, arrivando al panorama mozzafiato della cima di questo Passo.

Con una piccola notazione sulle abitudini dell’Illustre Viaggiatore che ci ha preceduto circa duecento anni fa: a quanto pare il piccolo ufficiale di artiglieria corso doveva avere una vera e propria passione per il turismo perché qua attorno non c’è cima sprovvista di un “refuge Napoleon”, il che suggerisce di dare informazioni complete nel caso si voglia dare appuntamento a chicchessia in uno di questi rifugi.

Mal che vada solleticheremo, da soli, la nostra gola con le “charcuterie” locali (limitando, in questo caso, l’accesso alle “caves” dei vari rifugi per evitare di aggiungere poi, con molta creatività, qualche tornante laddove la strada non ne preveda…) pensando al mancato appuntamento.

Izoard, Vars, Barcelonnette, Cayolle, con qualche sosta per un sostanzioso e regale – anzi, pensando all’Illustre Predecessore, “imperiale” – pic nic e la strada riprende, questa volta verso il basso.

Le sorprese che il paesaggio riserva non sono però da considerarsi finite: le Gorges de Daluis sono lì, con il caratteristico color rosso delle loro rocce e la vertiginosa caduta verso il fondo valle profondo molte centinaia di metri, a suggerirci che, forse, non è ancora il caso di abbandonare questa regione, che ci sono ancora molte cose da vedere, molta strada da percorrere, molte pieghe da fare.

Ma, almeno in questo caso, la strada ci riporta inesorabilmente verso valle, verso i luoghi della cosiddetta “civiltà”.

Castellane, Draguignan, i paesi che accompagnano la discesa a valle del motociclista offrono tutti motivi di interesse sia paesaggistici sia urbanistici e monumentali: “calde” piazzette (anche se, come a volte capita, sotto una violenta “orage”) circondate da accoglienti bistrot e chiesette aggrappate ad impensabili speroni di roccia a strapiombo sui paesini sottostanti, a ricordarci che “lassù qualcuno ci guarda”.

Ormai le strade tendono al rettilineo, si sono allargate e l’acceleratore può essere aperto con decisione, anche perché ancora una meta può aspettare, riservando emozioni e… adrenalina.

Stiamo parlando del mitico circuito Paul Ricard, a Le Castellet, un toponimo che certo non può mancare nel “database” mentale degli appassionati di motori.

Qui l’adrenalina può provenire da due situazioni: quella offerta dalla propria moto inanellando giri su giri, oppure con un altro “baptême” salendo come passeggero dietro ad un pilota su una “vera” moto da pista che vi farà provare l’emozione dei quasi trecento all’ora e, soprattutto, il brivido della staccata mozzafiato, abbracciati per una volta al driver e non alle solite maniglie. Il tutto, naturalmente, con la sicurezza dovuta al fatto di essere su una pista e non sulle strade cittadine e di esservi condotti da chi questo lo fa per mestiere, giorno dopo giorno, e conosce la pista meglio delle proprie, proverbiali, tasche.

Che dire ancora, di questa regione e di quanto offre? Forse una considerazione da offrire, un po’ troppo postuma, all’Imperatore che da queste parti è transitato per andare verso la propria rovina: se anziché insistere a voler proseguire nella propria marcia bellica verso Waterloo avesse voluto dedicare qualche giorno nel “Dolce Frégate”, un delizioso albergo a Saint Cyr, magari alternando l’ottima cucina con qualche percorso lungo le 18 buche del campo da golf (che offre una spettacolare visione sul mare), avrebbe potuto evitarsi quello sgradevole soggiorno successivo a Sant’Elena e anche le relazioni internazionali sarebbero potute essere migliori.

Ma, forse, questa è tutta un’altra storia…

Le Relais de Chabrieres

PROVATI PER VOI

Sopra il lago di Serre-Ponçon

Nel reportage realizzato tra il mare e le Alpi provenzali abbiamo utilizzato il materiale della OJ ATMOSFERE METROPOLITANE di Milano, azienda giovane e agguerrita.

Anche se il periodo è stato quello estivo l’ambiente climatico è variato molto nei pochi giorni impiegati alla realizzazione del servizio: nella stessa giornata eravamo a pochi passi dalle spiagge assolate o ai 2400 metri dei passi alpini, abbiamo trovato il sole ma anche incontrato un forte acquazzone estivo e il test può quindi essere considerato abbastanza probante, sia per la protezione termica sia per quella antipioggia.

L’abbigliamento usato era costituito dalla giacca ADV, dai pantaloni TECHNOPANT – ambedue a triplo strato – e dai guanti FAN EVO.

i rivestimenti interni: quello termico e l'antipioggia della giacca

Per quel che riguarda i primi due capi abbiamo verificato con soddisfazione che l’isolamento termico si è rivelato efficiente sia a livello del mare sia in montagna. Abbiamo usato giacca e pantaloni quasi sempre privi degli strati più interni, quello termico e quello antipioggia indossando sotto la giacca solo una t-shirt, e il comfort è sempre risultato eccellente.

Nel corso del temporale di cui abbiamo detto, incontrato ancora nel percorso montuoso, siamo stati costretti ad utilizzare anche la protezione termica e quella antipioggia, anche in questa opzione siamo rimasti piacevolmente soddisfatti e… all’asciutto.

Di questa combinazione dobbiamo anche sottolineare alcune soluzioni tecniche che abbiamo trovato utili per una migliore vestibilità dei capi, a partire dalle protezioni integrate in giacca e pantaloni (a livello di spalle e gomiti – marcate CE – e la protezione antishock alla schiena per la giacca e, sempre con la certificazione CE sulle ginocchia dei pantaloni), protezione delle quali, per fortuna… non abbiamo dovuto verificare l’efficienza ma che ci sono sembrate comunque ottimali per un uso turistico.

Il guanto FAN EVO con le protezioni preformate

Anche le altre soluzioni (passanti in velcro, imbottiture “strategiche”, posizione e numero delle varie tasche…) ci hanno trovato soddisfatti utenti. In definitiva questo percorso estivo è stato utile (e positivo) anche come test invernale per due prodotti che si propongono come “4 stagioni”.

Un’ultima parola sui guanti: i FAN EVO in pelle, guanti estivi dotati di una protezione antishock termoformata, si sono dimostrati anch’essi all’altezza di quanto richiesto, la mano era ben protetta e la motilità della mano era perfetta.

Alla fine “vergin di servo encomio” dobbiamo dirci sinceramente soddisfatti della scelta fatta per questo abbigliamento che abbiamo usato dai 30 gradi della pianura ai circa 10 della sera “montanara”.

E – come diceva il tizio, anni fa – non resta che… provare per credere!

Giacca ADV                                    prezzo 250 €

Pantaloni TECHNOPANT             prezzo 150 €

Guanti FAN EVO                            prezzo 59 €

Il sito OJ ATMOSFERE METROPOLITANE: www.ojatmosferemetropolitane.com

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Il casco CABERG Sintesi

CASCO CABERG SINTESI

L’altro elemento utilizzato nel corso del reportage – il casco – è il top di gamma tra gli apribili della CABERG, prima azienda italiana ad aver prodotto caschi apribili, tra l’altro, grazie al particolare sistema di apertura della mentoniera (un pulsantone la sblocca e poi non la si solleva semplicemente ma deve anche fare uno spostamento eccentrico fino al blocco sollevato, per riportarlo alla condizione di integrale si deve ripetere, al contrario, il movimento) Sintesi gode anche della doppia omologazione integrale/jet.

Una caratteristica ben studiata nel casco è la visiera parasole abbassabile grazie ad un ampio e comodo comando posizionato sulla sommità del casco, la visiera è grande e, se il casco non è posizionato perfettamente, arriva anche ad appoggiarsi sul naso, in ogni caso con il parasole abbassato la protezione dalla luce è completa, addirittura, procedendo con il casco in configurazione jet, questa visiera offre anche un’ottimale protezione all’aria.

Ovviamente il casco aperto può essere usato son comodità solo a velocità contenute, in ogni caso anche a casco in versione integrale si può viaggiare (non alle massime velocità, comunque) con la visiera alzata usando solo il parasole.

La predisposizione per il sistema di comunicazione

Un’altra caratteristica saliente del Sintesi è la predisposizione al sistema di comunicazione “Caberg Just Speak” che permette di collegarsi al proprio telefono con la tecnologia bluetooth, ad un GPS, ascoltare musica attraverso un lettore MP3 e, ovviamente, parlare con il proprio passeggero.

Ultima nota: la ventilazione del casco a visiera chiusa ci è sembrata soddisfacente e, soprattutto, l’insonorizzazione è risultata ottima.

Unica cosa che non abbiamo provato, per fortuna, è l’efficienza agli urti, ma per quello ci fidiamo della serietà dell’Azienda…

Casco CABERG SINTESI                         prezzo di listino € 299,92

Il sito CABERG: www.caberg-helm.com

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MANGIARE, BERE E DORMIRE

Di seguito i punti delle nostre soste che ci sentiamo calorosamente di consigliare.

LE RELAIS DE CHABRIERES**

Un piccolo albergo a due stelle, semplice ma pulito, luminoso, dall’accoglienza calorosa e un piccolo cortiletto interno dove ricoverare la moto nottetempo

RN 85 – Le Village

04270 CHABRIERES

T/ 04 92 35 54 04

relais-de-chabrieres@wanadoo.fr

www.relais-de-chabrieres.com

CHEZ MAMETTE

Piccolo ristorante  a 50 mt. Da Le Relais de Chabrieres che propone una gustosa cucina provenzale

RN 85 Chabrières

04270 MEZEL

Tel : 04 92 35 52 05

Port : 06 30 03 14 65

contact@auberge-digne-04.com

HOTEL CLUB LAUZETANE***

Tappa gastronomica decisamente interessante

Le Bord du Lac

04340 LE LAUZET SUR UBAYE

T/ 04 92 85 55 00

lauzetane@wanadoo.fr

www.hotelclublauzetane.com

LES CHALETS DE LA MEIJE***

Strutturato come complesso di piccoli chalet ognuno con due, tre appartamenti, ottimo servizio e vista luminosa sul ghiacciaio di fronte. Le moto trovano ricovero nell’ampio garage del resort.

Le nouveau village

05320 LA GRAVE

T/ 04 76 79 97 97

contact@chalet-meije.com

www.chalet-meije.com

RESTAURANT LE VIEUX GUIDE- La Grave

Microscopico ristorantini con una nota positiva e una negativa: ottima cucina (e cantina, proposta con orgoglio dalla titolare) ma scarsità di “elasticità” nell’accogliere una clientela in un gruppo troppo numeroso. In coppia è comunque strepitoso.

T/ 04 76 79 90 75

au-vieux-guide@wanadoo.fr

HOTEL DOLCE FREGATE 4*

Lussuoso accueil 4 stelle con un prestigioso ristorante annesso. Grande classe, un campo da golf da 18 buche tra i più spettacolari in Europa grazie alle 15 buche con vista mozzafiato sul Mediterraneo. Merita senz’altro una sosta. Le moto sono ricoverate in garage.

Lieu dit Frégate – Route de Bandol

83270 ST CYR SUR MER

T/ 04 94 29 39 36 – reservation-fregate@dolce.com

www.dolcefregate.com

Altri indirizzi utili:

NOLEGGIO MOTO

Holiday Bikes

10 rue Jean d’Agreve

83400 Hyères

T/ 04 94 38 79 45

hyères@holiday-bikes.com

Per il RAFTING sul fiume Ubaye:

Anaconda Rafting

Barcelonnette

T/ 04 92 85 55 20

info@anacondarafting.com

www.anacondarafting.com

I ringraziamenti di MOTO-ONTHEROAD a:

ENTE NAZIONALE FRANCESE PER IL TURISMO

Via Tiziano, 32

20145 MILANO

Tel : 899 199 072 (per la clientela individuale), 0,52 euro + iva al minuto

Fax : 02 / 58 48 62 21

Sito Internet : http://www.franceguide.com/

e-mail : info.it@franceguide.com

COMITE REGIONAL DE TOURISME PROVENCE-ALPES-COTE D’AZUR

Maison de la Région

13231 Marseille

Tel: 0033/4/91.56.47.38

Fax: 0033/4/91.56.47.01

Site Internet: http://www.decouverte-paca.fr/

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