Il Vero Motociclista, regole e punteggi per riconoscerlo

Poche semplici regole, con tanto di punteggi, per riconoscere il DNA del Vero Motociclista, quello duro e puro, e distinguerlo dai TMaxisti, risvoltinisti e fighetti da bar.

Non basta andare allo chalet del passo tutt’intutati con l’ultimo modello di superturbo giapponese, e nemmeno farsi il culo piatto a forza di macinare chilometri su e giù tra Capo Nord e Capo Horn, il Vero Motociclista lo si riconosce soprattutto… quando la moto è ferma in garage. Ve la ricordate quella pubblicità di un’auto Honda in cui Valentino Rossi, ai tempi pilota dell’ala dorata, al semaforo apriva la portiera e metteva il piede in terra? Ecco, anche senza arrivare a tanto, ci sono comportamenti inequivocabili che svelano il dna del Very Biker Inside.

In auto #1

Siete in macchina appunto, incolonnati al casello in un giorno in cui le partenze saranno state anche tanto intelligenti, ma i partenti parecchio meno. Guardando negli specchietti vedete sopraggiungere un motociclista in tuta di pelle guanti stivali e sottocasco, con l’acqua del radiatore pronta per buttarci la pasta, e con la passeggera praticamente liquefatta dai 38 gradi all’ombra (percepiti 120). Se vi spostate per cedergli il posto in coda, avete guadagnato 5 punti. 10 se fate la manovra in maniera così plateale da riuscire a convincere a fare altrettanto anche alla fila di vacanzieri in camper davanti a voi. (il fatto che siate in macchina dovrebbe essere in contraddizione col fatto di essere un Vero Motociclista, ma facciamo che siete andati a prendere forcelle pressurizzate, cilindri maggiorati, e treni di slick, ok?)

In auto #2

Siete sempre in macchina (vabbè, nessuno è perfetto, e poi avevate dimenticato le carene in carbonio), e sulla bella strada fuori città incrociate un sacco di motociclisti. Se aprite il finestrino e fate loro un cenno di saluto sono 4 punti, ma solo se rispondono. Uno in più in caso di Ducati, uno in meno in caso di Giesse. Zero punti a prescindere se salutate un Harleysta, tanto quelli non ricambiano manco sotto tortura.

In centro

Siete a fare shopping a braccetto con la ganza/moglie/fidanzata e state camminando su stretti marciapiedi zigzagando tra i turisti. Se dovendo scartare di lato per scansare una comitiva di giapponesi contromano l’istinto vi fa controllare, anche solo per un attimo, un ipotetico inesistente specchietto retrovisore sulla vostra sinistra, sono 3 punti puliti puliti. Non barate, ma soprattutto poi voltatevi, che magari alle vostre spalle sta arrivando il 47 barrato, che altrimenti i punti son quelli per ricucirvi.

In casa

La moglie è al mare coi marmocchi e voi, da Vero Motociclista, avete rinunciato e siete sul divano che vi godete la MotoGP con tutto l’armamentario d’ordinanza, patatine popcorn birra e rutto libero di fantozziana memoria. Il Dovi svernicia Marquez all’ultima curva, e dai salti che fate il divano si trasforma in deposito della San Carlo dopo che gli è passata dentro una tromba d’aria. Se cercando di rimediare premete ripetutamente il pulsante dell’aspirabriciole sgasando come Kenny Roberts sulla Yamaha OW31, avrete messo in saccoccia almeno 5 punti.

 

Al supermercato

La moglie è tornata dal mare e dopo avervi cazziato per il divano maculato vi punisce costringendovi ad accompagnarla a fare la spesa al supermercato. Se spingendo il carrello ruotate il polso destro fate 3 punti.
Che possono raddoppiare se:
– tenete due dita a mo’ di freno/frizione sul bordo metallico davanti al “manubrio”
– fate brum brum con la bocca
– ma soprattutto tirate le staccate alla curva dei surgelati per arrivare in cassa prima della signora col cihuahua nel cestino.

Il Vero Motociclista tira le staccate anche col carrello della spesa

Per strada

Sistemata la spesa nel frigo vi viene in mente che dovete fare una commissione alla banca in fondo alla via, e uscite di casa a piedi che due passi vi fanno anche bene, e camminate lentamente intanto che date un’occhiata ai negozi del quartiere. Se dopo un buon quarto d’ora di passeggiata alzando lo sguardo vi vedete riflessi in una vetrina e realizzate di essere usciti… col casco in testa, bel colpo, sono 10 punti! Dimezzati se ve ne accorgete alla prima vetrina, triplicati se ve ne accorgete solo quando sarete bruscamente bloccati dalla guardia giurata all’ingresso della banca.

Non so quanti punti avete realizzato voi, io ho fatto l’en plein.

 

Il Vero Motociclista viaggia col casco anche a piedi

 

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Tanto tuonò che piovve! Per due anni ci eravamo quasi dimenticati del problema, ma adesso il tempo è scaduto e la tempesta sta arrivando.

2 comments

  1. Ti posso assicurare che ci sono molti più harleisti che salutano rispetto ad altri stradisti !per il semplice fatto che quelli che hanno un castom la strada la usano come una via di libertà non come una pista da corsa come fanno certi stradisti !!!! ciao by honda shadow black widow 750 !!!!

  2. Io mi sono accorto di un “piccolo problema”, ho sempre avuto moto sportive ed il saluto è facilissimo perchè tengo le due dita sinistre sulla frizione, alzatina e via

    ma da un mesetto mi sono regalato una fantastica rd03..bellissima, un sogno, comodissima, ma quando saluto non mi risponde nessuno!!!??????!!!!!!??????!!!!!
    che siano tutti gelosi del mio gioiello di 30 anni con 27.000??? non può essere…non possono vedere il contakm

    OH CA::O !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Ho il paramani, non si vedono le dita

    Cane vecchio sa!!! come dice il Magro….Cane vecchio sa!!!!

    Il saluto classico è sempre stato il doppio lamp…c’era un motivo

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