Quando la moto fuma…

di Carlo Nannini (Kiddo)
 
Tenevo il malloppo nascosto dentro la scatola del Tom Tom sulle mensole del mio piccolo studiolo, tutti pezzi da cinque o dieci che continuavo a cacciare dentro alla rinfusa da più di un anno e mezzo, tanto che ormai formavano un bel mucchio di banconote.
Mia moglie scoprì questo mio tesoretto nel momento peggiore, credo, la mattina della partenza per il nostro reportage in Norvegia in modo del tutto casuale, andando a ravanare alla disperata ricerca del caricabatterie della macchina compatta.
“Scusa ma cosa ci fanno tutti quei soldi nella scatola del navigatore?!”
Fu la sua scontata, e allarmata domanda. Le dovetti quindi confessare, che già da un bel po’ di tempo avevo iniziato a fumare.
L’idea mi era venuta vedendo un amico muratore che riusciva a lavorare anche bene, a volte con mirabili esercizi da funambolo del cicchino, con la sigaretta perennemente accesa. 
Inevitabilmente mi sovvennero diverse considerazioni, innanzitutto in merito all’alito dal pesante aroma di aceto che il mio amico sprigionava, poi su quanta salute si continuasse a giocare fumando due pacchetti di sigarette al giorno, e infine quella economica, da vero pidocchio quale sono, e su quanto influisse quella pratica mutuata da un infantile necessità di suzione sul suo stipendio da operaio seppur specializzato. All’incirca, per difetto, 5 € al giorno x 30 giorni, sono 150 € al mese, x 12 mesi 1800 €. In pratica, un mese all’anno il mio amico lavora per fumare le sigarette.
È stato allora che ho avuto l’illuminazione: avrei iniziato a fumare! O meglio, avrei messo da parte per qualche tempo le cinque euro giornaliere che servono in media per un pacchetto di sigarette, ovviamente con l’intento non confessato di prendermici un ferro vecchio.
Mia moglie ha reagito come al solito quando deve fare i conti con le mirabolanti invenzioni dell’uomo dalla creatività senza posa che ha sposato, scuotendo la testa e confessando che si, le pareva una buona idea.
Inevitabilmente mi è tornata in mente la vecchia storiella del tipo che dice all’amico fumatore “lo sai che con tutti i soldi che hai speso in sigarette a quest’ora potevi comprarti un Ferrari?” e l’altro che risponde “te non fumi, ma allora il Ferrari dove l’hai parcheggiato?”, però fatto sta che girellando fra annunci di moto usate come faccio spesso in maniera preoccupante, mi imbatto in un mio grandissimo amore: il BMW r1100gs. Il primo col telelever, una pietra miliare del motociclismo, la moto che ci ha portato a spasso per mezza Europa. 
Contatto il venditore, svuoto la scatola del TomTom per la gioia del cassiere della banca che mi chiede se ho svuotato l’offertorio in chiesa, dopo una settimana il 1100 è in garage! 
Adoro quei cilindroni che sbatacchiano, la comodità e la grazia da ippopotamo col tutu’ che sprigiona. Ma soprattutto, per una volta ho quasi abbattuto i sensi di colpa che l’acquisto di una moto mi provocano di solito. 
Anzi, ci ho guadagnato in salute.

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