Festiwall 2018, street art murale a Ragusa, città di eventi d’arte

Siamo tornati a Ragusa in occasione di Festiwall 2018, la manifestazione di Street Art, arte murale, più a sud d’Europa. Muri per abbattere muri, esplosione di colori ed emozioni in una città bellissima.

Quando si dice profondo sud si pensa alla Sicilia, e quando si dice profondo sud della Sicilia si pensa a Ragusa, il capoluogo più a sud d’Italia, la latitudine è quella di Tunisi e Algeri per intenderci. La città che ospita Festiwall.

Questa volta ci siamo arrivati via terra direttamente in moto, meta conclusiva di un lungo viaggio, provenienti da Basilicata e Calabria, attraversando lo stretto non prima di una sosta presso il paesello di Favazzina, dove presso la gelateria Peppino (a due passi dallo splendido mare, impossibile non trovarla) ci siamo subito sparati spettacolari granite al limone e mentuccia, pesche e malvasia, gelsi neri, e fichi d’india. Così, tanto per ambientarci.

Città bellissima Ragusa, Patrimonio Unesco dell’Umanità, ricostruita dopo il devastante terremoto del 1693 e dominata dall’arte barocca, custode di quello splendido gioiello che è Ibla, la parte vecchia, da qualche anno è un importante centro culturale: a giugno si svolge “A tutto volume”, rassegna che attira le più importanti penne del panorama letterario italiano, a ottobre “Ibla Buskers”, con le sempre affascinanti e spettacolari esibizioni di artisti di strada, in mezzo, a settembre, “Festiwall”, la manifestazione di street art più a sud d’Europa, giunta quest’anno alla sua quarta edizione, in cui artisti di fama mondiale arricchiscono il patrimonio culturale della città realizzando opere murali in un ideale percorso di colori ed emozioni che connettendo muri altrimenti anonimi, coinvolgono e caratterizzano interi quartieri creando identità. Ed è lì che abbiamo voluto essere presenti.

Dopo il Quartiere Sud, il Quartiere Selvaggio, e il Centro Storico, quest’anno i  5 muri interessati erano dislocati nell’area intorno al viale Europa, mentre il quartier generale, sede di mostre, convegni, concerti dal vivo e disco bar, era stato allestito all’interno di un’area dismessa, ex lanificio attivo fino agli anni settanta.

Festiwall 2018: Pastel, via Archimede
Festiwall 2018: Pastel, via Archimede

 

Il nostro percorso ideale parte da via Archimede con “Ghettification” dell’argentino Pastel, una pianta di fico in un vaso, a significare l’incerto futuro di persone costrette ad allontanarsi dal centro della città per andare a vivere in periferia.

Se guardate la pianta di fico, fate inversione a U, risalite per Via Archimede, superando una rotonda (2a uscita direbbe il Tomtom) e un curvone a sinistra, poi un’altra rotonda (1a uscita), e alla rotonda successiva (1a uscita, e sì, Ragusa ha avuto in passato amministratori pazzi per le rotonde) tornate in giù, imboccando Viale Europa, dove sulla sinistra, sul muro di una palazzina bassa sede di officine e agenzie pubblicitarie è possibile vedere il murale di Mohamed L’Ghacham. Attenzione c’è il trucco: se andate oltre e vi voltate indietro guardando il muro opposto, trovate l’altro murale, dello stesso artista, che ne rappresenta il “doppio”, la continuazione. Una scena domestica e suggestiva che è una vera sorpresa.

 

Scendiamo, e in prossimità di una moderna chiesa dall’architettura futurista svoltiamo a sinistra e poi due volte a destra portandosi dietro l’ingresso del liceo scientifico Enrico Fermi. Lì, la pavimentazione del  cortile interno è stata decorata dall’americano Hense, opera orizzontale apprezzabile in tutta la sua esplosione di colori se vista dall’alto.

Festiwall 2018: Hense, cortile liceo E. Fermi
Festiwall 2018: Hense, cortile liceo E. Fermi

 

Risaliamo in moto e imbocchiamo la discesa per 6/700 metri, fino a trovarci di fronte a due murales affiancati (in via Canova/via La Torre), una madre protettiva verso il figlio proiettato nel futuro, opera degli olandesi Telmo & Miel, e le tipiche geometrie del russo Alexey Luka.

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Per vedere l’ultimo murale bisogna scendere da via Cadorna, imboccare la prima strada utile a destra fino al Corso Italia, imboccarlo in discesa a sinistra e poi di nuovo a destra in via Schininà, e da lì proseguire dritti passando di fronte a Magic Music, negozio di dischi del mitico Gino Nobile, a sua volta protagonista di una delle opere dello scorso anno. Quindi al semaforo proseguire dritti percorrendo tutta via dei Platani, strada la cui asfaltatura è diventata una sorta di tormentone, croce e delizia per i ragusani che la citano finanche nelle ricette di cucina: “Sbattete sei uova, o in alternativa mettetele nel bagagliaio e percorrete via dei Platani”. In via La Pira, in cima alla strada in prossimitò di una, indovinate, rotonda, troverete la grande opera dal greco Dimitri Taxis.

Festiwall 2018: Dimitri Taxis
Festiwall 2018: Dimitri Taxis

 

Rientriamo presso il quartier generale dell’ex lanificio, al cui interno possiamo apprezzare l’opera di Luca Font e “Unseen places”, le particolarissime foto di sottosuoli e tunnel della metropolitana, perfette per la location e stampate su supporto flessibile, di Alex Fakso. All’esterno una scultura di Clemens Behr realizzata con materiali recuperati nell’area dismessa. Area che con un sapiente lavoro dell’organizzatore Vincenzo Cascone e del direttore artistico Antonio Sortino, è stato possibile recuperare a un utilizzo sociale, così come le altre individuate negli scorsi anni, a riprova che con passione e attenzione si possono creare e patrimonializzare anche luoghi apparentemente irrecuperabili.

 

Durante il nostro soggiorno abbiamo mangiato presso Delicatessen in Drogheria, piccolo e delizioso locale in via Archimede 32, cibi genuini serviti da uno staff coi controfiocchi. Oltre al “Piatto di gastronomia” (cinque portate a scelta tra i piatti del giorno), chiedete “la pistacchiosa”. Fidatevi. E prevedete un po’ di spazio nel bauletto della moto per riportarvi a casa qualche prelibatezza.

Da provare anche le “linguine alla Donnalucatese” presso la Taverna del Lupo in piazza dei Cappuccini 22, con sarde e spolverata di pan grattato. Porzioni, diciamo così, generose.

Per le granite consigliamo… ovunque, ma in particolare fate una gita al mare e fermatevi nella piazza della Torre a Marina di Ragusa, presso il Caffè delle Rose. Oltre a vedere “Il Martin Pescatore”, un murale dell’artista Dulk, potrete bearvi di granite alla ricotta, provare per credere.

Per dormire potreste unire l’utile al dilettevole allungandovi verso Scicli, altro patrimonio Unesco, e cercare La Casa dei Fiori in via Gardenia 24. Giorgio risponde a 3331832352

 

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Per il nostro giro in Sicilia abbiamo cavalcato la Honda Africa Twin equipaggiata con cambio DCT, indossato abbigliamento Hevik Titanium, e casco Scorpion Exo 3000.

 

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