Guida a sinistra: tutto quello che c’è da sapere

Aneddoti, esperienze e consigli sulla guida a sinistra nei paesi di influenza anglosassone. Con qualche sorpresa.

Di Kiddo

In previsione del nostro recente viaggio in Inghilterra, (uno dei paesi dove il senso di marcia è inverso al nostro) una delle cose delle quali inizialmente ero meno preoccupato era il fatto di dover guidare tenendo la sinistra. La guida a sinistra l’avevo già sperimentata per quasi un mese durante il viaggio di nozze in Australia, ormai diversi anni fa, allorquando la sera prima di ritirare la macchina a Sidney mia moglie mi diede la buonanotte con un candido “ma non sei preoccupato per la guida della macchina sulla parte destra e di dover andare contromano?” “No, io no..” risposi candidamente, “Io sarei preoccupatissima”, mi fece lei. Mi augurò la buonanotte, si girò dall’altra parte addormentandosi con la velocità di un fulmine, io rimasi sveglio quasi tutta la notte a fissare il soffitto, divorato dall’ansia.

Solo recentemente però, il Direttore di Moto Ontheroad ha tentato di frenare la mia insicurezza crescente nelle fasi di preparazione del viaggio con un distratto “io sarei davvero preoccupato per la guida a sinistra, stai attento quando parti, mettiti un fiocchetto rosso sullo specchietto” o altri espedienti che mi ha suggerito e che ora non ricordo per evitarmi accidenti.

Questa volta però sono partito sereno, anche perché dovevo guidare la moto e non la macchina.

La guida a sinistra è effettivamente disarmante.

All’inizio, il rischio di uscire da un parcheggio dalla parte sbagliata è davvero notevole, ci si ritrova a guidare “normalmente” e più di una volta si viene salvati da qualcuno che sta davanti a noi e ci ricorda del mondo che va all’incontrario.

Guida a sinistra: tutto quello  che c'è da sapere
Guida a sinistra: tutto quello che c’è da sapere

Brividi di autentico terrore si hanno nei primi chilometri percorrendo qualche stretta stradina di campagna su una curva a sinistra senza visibilità, perché secondo i nostri canoni mentali siamo contromano e in una curva cieca. È come se qualcuno vi dicesse di stare sott’acqua e respirare. Ci si affida con fede che questo assurdo accordo fra tutti gli utenti della strada di quel Paese duri ancora qualche secondo, almeno fino a quando non avremo finito la curva.

Altra cosa da non dimenticare mai è di guardare, imboccando una strada ad un incrocio, prima a destra, poi a sinistra, poi è già arrivato qualcuno da destra perché c’è un traffico inesauribile e non sempre si è abbastanza attenti da non farsi venire un accidenti per il deficiente che arriva sparato da quella che per noi è la parte sbagliata; anche perché, almeno in Inghilterra e nella parte che abbiamo visitato, il traffico è sempre, ad ogni ora del giorno e spesso anche della notte, intenso su quasi ogni strada, grande o piccola e le macchine vanno abbastanza sparate, sicure della correttezza e dell’educazione degli altri utenti della strada.

Se da noi infatti vige quasi universalmente la legge del più forte e del “se c’è un buco mi ci infilo”, bisogna rendere atto agli amici d’oltremanica di un pressoché totale rispetto per il Codice Stradale e delle precedenze. Nessuno si infila in una corsia di destra se poi non dovrà andare a destra, anche se è vuota e in quella di sinistra sono in venti in fila (incredibile vero? Ma è così!), allo stesso modo nessuno ti infilerà nel mezzo ad uno stop costringendoti all’inchiodata da smadonnamento, né tantomeno si partirà ad una rotonda se la rotonda è già impegnata da qualcuno che sta arrivando.

Altra nota dolente per la guida a sinistra infatti sono le rotonde, numerosissime nei tratti extraurbani e davvero ostiche da imparare. Come detto non funziona che “io mi infilo tanto poi quello che arriva frena” perché “quello” è sicuro che gli verrà data la precedenza, arriva sparato e di solito ha un pick up da trenta tonnellate che va poco d’accordo col vostro mezzo a due ruote color gelato al Puffo. Quindi meglio fermarsi e guardare, ma a destra! Poi ci si immette e si gira, ma in senso orario, non antiorario tenendosi nella corsia più interna (di destra) e si mette la freccia, altro gadget poco usato dalle nostre parti e si imbocca la corsia più esterna (di sinistra) quando si deve prendere la tangente per uscire. Pare facile, ma metteteci anche che dovete guardare i cartelli oppure il navigatore, assicurarsi che quelli alla vostra sinistra vi stiano dando la precedenza (ma è sempre così) e la frittata è fatta.

Se vi sembra che la cosa sia un po’ macchinosa consolatevi col fatto che almeno la mia passeggera ha sentenziato: “non mi sembra che si trovino bene neanche loro, li vedo parecchio impacciati…”

Il saluto tra i motociclisti inglesi, causa la guida a sinistra, somiglia al mimare una capocciata

I motociclisti inglesi, che non sono molti rispetto ai nostri standard, vengono trattati con rispetto e amichevole indulgenza, tanto che gli viene perdonata qualche mascalzonata come l’infilarsi in cima alle code ai semafori, ma hanno un handicap notevolissimo rispetto a noialtri centauri normolatati.

Con guida a sinistra, poiché incrociano gli altri centauri dal lato della manopola del gas, non possono come facciamo noi staccare anche di poco la mano dal manubrio per un cenno di saluto, pena l’ingozzamento improvviso, poco igienico e comunque fastidioso. Il saluto consiste quindi quasi sempre nel mimare una sorta di inchino con la testa, che si trasforma invariabilmente nel gesto di una capocciata data col casco, tanto che sembra, più che un saluto, una sorta di intimidazione: “mò ti do una capocciata!..”

Noi ovviamente mimavamo sempre solo la capocciata, poi si rideva tantissimo.

Con la moto comunque, rimane quasi sempre il grosso problema che pone la guida a sinistra: siccome da noi le curve con una buona visibilità sono quelle a sinistra, da quella parte si piega di più, mentre in Inghilterra non si piega disinvolti né di qua né di là e ci si ritrova a sentirsi degli impediti. Va a finire che si guarda il paesaggio, tanto che i motociclisti inglesi pensano di noi del continente che siamo degli impediti. Ovvio, pensano loro, vanno sempre dalla parte sbagliata…

 

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