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Ristorante “Bontà d’amare” – Torino

L’angolo del bar, per degustare un aperitivo con ottimi stuzzichini.
L’interno del locale.

Siamo nel cuore di Torino, immersi nella parte storica della città. A due passi da piazza San Carlo, dal Museo Egizio, da piazza Castello e dalla Mole Antonelliana. Questi sono alcuni dei punti di interesse culturale e turistico di questa parte della città. La capitale piemontese è indubbiamente una città da scoprire percorrendola via dopo via. Pochi sanno però, che è anche ricca di interessanti itinerari motociclistici che ne percorrono le colline e le zone circostanti con stupendi punti panoramici. Ed è proprio dopo un’intera giornata, passata in giro per la città, un po in moto un po a piedi, che abbiamo voglia di una pausa ristoratrice e rigenerante.

Una sala del locale.

In via San Francesco da Paola c’è un ristorante con un nome invitante “Bontà d’amare”, proprio quello che  fa per noi. Parcheggiamo all’interno del cortile dove ci sono alcuni posti riservati ai clienti, la disponibilità di posti, nonostante siamo in pieno centro, è comunque notevole perché a due passi c’è un parcheggio sotterraneo convenzionato, il cui ticket serale è offerto dal ristorante. Entrando nel locale ci accoglie Renzo Paulone, il titolare, una persona molto cordiale e discreta. Scambiando due parole con lui intuiamo subito una grande passione per il proprio lavoro e per il locale che gestisce.

Una delle sale del ristorante.

L’ambiente è molto fresco e rilassante, le tinte pastello e il legno chiaro fanno da complemento ad un arredamento dal design minimalista molto curato in ogni particolare.

Le mensole ricavate da cassette di legno, un complemento d’arredo minimalista e originale.

Alle pareti le mensole sono state sostituite da cassette di legno che richiamano quelle tipiche dei pescatori. Tutto è molto curato e nulla è lasciato al caso, come il nome stesso del locale. Bontà d’amare, è un gioco di parole che racchiude una doppia interpretazione, la prima, la più scontata, è che ci si può innamorare dei piatti preparati dallo chef. La seconda interpretazione, quella giusta, deriva dalla relazione tra le parole amore e mare. Un amore a 360° con il quale viene gestita questa attività, con il quale sono ricercate le materie prime ma, sopratutto, l’amore per il mare, i suoi prodotti e per le emozioni che riesce a trasmettere.

Interni del ristorante.

In questo locale il pesce è, indubbiamente, il protagonista principale ma, anche chi non lo apprezza particolarmente, può godere dell’ottima cucina del territorio, realizzata con materie prime ricercate e  prodotti DOC. Più che una cena o un pranzo si può parlare di una vera e propria esperienza, attraverso i sapori della tipicità mediterranea. La prima piacevole sorpresa, scorrendo il menù, è che non ci sono asterischi ad indicare che il prodotto è congelato, qui il pesce è fresco tutti i giorni. L’unico limite è posto dalla disponibilità di pescato che, a seconda di ciò che offre il mare, può variare di giorno in giorno.

Lo chef Andrea Fregnan prepara, in diretta, i piatti che verranno serviti ai tavoli.
Una finestra sulla cucina, da qui possiamo ammirare il lavoro dello chef e dei suoi collaboratori.

Qui non ci sono segreti, la cucina è aperta e il cliente può vedere direttamente come vengono preparati i piatti ordinati. La carta è veramente molto varia e completa, spazia dai piatti della tradizione per arrivare alle proposte più creative, espressione di una continua ricerca dello chef e dello staff. Il locale è organizzato per soddisfare le esigenze della clientela, qualunque sia la disponibilità di tempo con un occhio di riguardo al portafoglio.

Interno del locale.

A mezzogiorno è possibile consumare un pranzo frugale con piatti unici, oppure approfittarne per un pranzo di lavoro. Per chi non vuole cucinare a casa è possibile usufruire del servizio di cucina da asporto. Noi abbiamo voluto provare la cucina di Bontà d’amare e ci siamo lasciati guidare dallo chef Andrea Fregnan.

Gli antipasti di pesce crudo.

Per chi ama il pesce crudo all’italiana e non il solito, inflazionatissimo, sushi noi consigliamo: filetto di tonno scottato in crosta di sesamo, accompagnato da una confettura di cipolle rosse di Tropea veramente ottimo. Tartare di branzino con sedano croccante, cernia marinata in Martini bianco extra dry e succo d’arancia, insalatina di falde di baccalà con salsa al maracuja. A completare il piatto una crema di senape e una salsa di panna acida, con lime ed erba cipollina, con le quali è possibile giocare e creare abbinamenti di sapori particolari.

Il piatto di antipasti caldi.

Se amate gli antipasti caldi si può optare per un assaggio di quattro specialità, una polpetta di scorfano su guazzetto di pomodorini e borlotti, medaglione di salmone in guanciale di Norcia, trancio di ombrina su crema di carciofi, per finire con una zuppetta di vongole con spiedino di cozze. Il tutto servito con una guarnizione di sale nero e rosa himalayano e una salsa agrodolce.

Spaghetti alla chitarra, fatti a mano, con ragù Mediterraneo.

Di primo abbiamo assaggiato  uno spaghetto alla chitarra, rigorosamente fatto a mano dal personale della cucina, con uno saporitissimo ragù Mediterraneo in crema di latte. I secondi meriterebbero un capitolo a parte, dalla frittura di paranza con verdure croccanti alla zuppa del Mediterraneo con crostoni di pane casereccio, per arrivare, poi, ai vari piatti realizzati con il pescato del giorno che varia a seconda  delle disponibilità del mercato. Anche i vini meritano una citazione, noi abbiamo bevuto un bianco Salina delle cantine Colosi, delle isole Eolie, un’ottima scelta in abbinamento ai piatti che abbiamo degustato. Dovevamo guidare per rientrare, quindi abbiamo preferito non calcare la mano e ma il ristorante offre una buona carta dei vini in grado di soddisfare chiunque.

La sfera di cioccolato.
La sfera ci cioccolato dopo l’implosione.

Un altro argomento interessante e molto curato presso questo locale sono i dolci, noi ci siamo lasciati attrarre dalla Sfera. Un sfera di cioccolato con ganache al cioccolato fondente e fave di Tonka. Viene servita con una foglia d’oro alimentare, l’aspetto esteriore è quello di una piccola bomba con la miccia accesa.

Una colata di cioccolata calda la fa implodere, rendendo visibili, al suo interno, le fragoline fresche e una granella di biscotto fatto in casa. Un dolce coreografico nella sua presentazione ma non pacchiano, al contrario molto elegante ed in grado di soddisfare gli amanti del cioccolato. La nostra esperienza è stata molto positiva su tutti i fronti. Il titolare molto ospitale ma non invadente, il personale di sala molto accomodante e puntuale. Lo chef merita un plauso particolare, ogni piatto ha soddisfatto pienamente le nostre aspettative. La sua cucina è leggera e delicata, ma non a discapito del gusto. In tute le portate la  struttura degli alimenti è stata rigorosamente rispettata, sia nei piatti a crudo che in quelli caldi. Questi risultati non sono casuali, al contrario sono frutto di un importante lavoro di ricerca sulle materie prime. La pasta, il pane le focacce e i biscotti sono fatti in casa, e si sente.

Una delle vetrine dei prodotti tipici utilizzati nel ristorante.

Oltre alla produzione propria i prodotti utilizzati sono tutti di qualità, come la pasta Verrigini, prodotta esclusivamente con grano italiano, il riso acquerello e così via per ogni alimento e prodotto. Insomma una garanzia completa di qualità ad un prezzo più che ragionevole.

Alle pareti una mostra di quadri d’autore.

Bontà d’amare è anche un punto di ritrovo culturale, una specie di open space dove si incontrano arte e cucina, e mare, nelle diverse forme d’arte. La scuola di cucina, l’esposizione di opere artistiche e le mostre fotografiche sono solo alcune delle, interessanti, attività che animano questo locale di Torino.

Alla fine della serata abbiamo voluto complimentarci, personalmente, con lo chef Andrea. Parlando con lui abbiamo scoperto che è un biker, appassionato di cunstom e, il suo desiderio nel cassetto è quello di testare, almeno una volta, una moto per qualche giornale. Chissà che qualcuno, prima o poi, non voglia fargli realizzare questo sogno . . .

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