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La 1000SASSI 2021 vista da dentro, nel racconto di Franz

Abbiamo partecipato alla 1000SASSI 2021, evento di riferimento del panorama adventouring. Ma stavolta ve la raccontiamo da un punto di vista diverso.

Quando due anni fa fummo invitati all’edizione zero della 1000SASSI capimmo al volo che si trattava di roba buona. Ok, avevamo già conosciuto le capacità dei ragazzi del motoclub Motolampeggio in occasione della Genova-Palermo, inoltre il tracciatore dei percorsi è un caro amico e in Toscana giocavamo in casa, ma se il buongiorno si vede dal mattino non avevamo dubbi che la prima edizione sarebbe stata un evento da raccontare ai nipoti intorno al caminetto. Avevamo già l’acquolina in bocca quando è arrivata la malefica pandemia con conseguente slittamento di un anno, ma nel frattempo è arrivata anche l’opportunità di partecipare indossando un gilet giallo con su scritto STAFF alla 1000SASSI 2021: vuoi che ce la lasciamo sfuggire?

Sul campo

Dal giorno prima si comincia ad allestire la piazza. Le transenne tutte intorno addobbate coi loghi degli sponsor, le tracce in terra per delimitare i parcheggi moto (con vernice speciale che deve scomparire alla prima pioggia), le bandiere i gazebo e gli archi gonfiabili che bisogna spostarli minimo tre o quattro volte prima di trovare una posizione che soddisfi tutti, l’impianto audio con cavi spinotti e altoparlanti che per delle motivazioni tutte loro fanno sempre le bizze, le pinze e il taglierino che li avevo in mano un attimo fa e non so dove li ho appoggiati, gli automobilisti che incuranti dei divieti di accesso devono parcheggiare un minutino solo. E già uno capisce che ci sarà da divertirsi.

Intanto dietro le quinte, cicchino in bocca e schermo del pc sotto il naso, c’è chi smista i partecipanti negli alberghi e/o nei ristoranti per le cene, che a causa delle norme anticovid non possono accoglierci tutti insieme. E sono da gestire anche gli orari delle partenze, e il motociclista si sa, vuole stare vicino vicino all’amico, e a volte l’orario è sfalsato di una decina di minuti, e ci vuole del bello e del buono per far capire che basta che il primo parta, faccia cento metri, e aspetti l’amico, e se invece di dieci minuti sono venti suvvìa va bene uguale che la giornata è lunga.

L’imprevisto

E poi le raccomandazioni di non fare i fenomeni, i contadini che chiamano i vigili per via di un paio di fenomeni (comunque lo zerovirgola), la “scopa” che chiude il gruppo a sincerarsi che nessuno abbia problemi, la camera d’aria da portare a chi ha forato, il ritrovamento di una targa persa per strada, la ricerca di chi ha perso la targa, la ricerca di chi ha trovato la targa, la ricerca del modo per farli incontrare. E succede anche che mentre i 200 (duecento!) partecipanti alla Explorer (tre giorni) stanno arrivando alla fine della seconda tappa, ci siano da gestire gli ulteriori 100 (cento!) che contemporaneamente stanno arrivando per partecipare alla One Day, (solo la terza e ultima), che devono perfezionare l’iscrizione in loco riempiendo un modulo e presentando tampone e tessera FMI. Direte, vabbè che sarà mai? Sarà che siccome Giove Pluvio e Mr Murphy messi insieme sono due begli stronzetti, esattamente in quel lasso di tempo si scatena un diluvio universale che fa saltare tutte le operazioni di registrazione degli arrivi all’aperto, e che trasforma la reception dell’albergo in una specie di girone dantesco dove si accavallano 300 (trecento!) motociclisti gocciolanti. Ma, incredibile, tutti comunque di buon umore. D’altronde come dice il saggio, non esiste meteo avverso: esistono motociclisti poco determinati.

Insomma per farla breve, voi non avete idea di quanto lavoro ci sia dietro una manifestazione del genere, e di quanta soddisfazione si possa provare sentendosi dire un tanto semplice quanto caloroso GRAZIE.

Franco Picco e Andrea Perfetti alla partenza della seconda tappa

Sì ok Franz, ma in moto com’è andata?

Percorso ad anello, partenza e arrivo a Figline Valdarno (per dare modo di lasciare parcheggiati eventuali furgoni e carrelli), facendo tappa a Volterra prima, e a Massa Marittima poi. Pronti via, e subito un pezzettino bello impegnativo. Ma c’è un motivo, e lo spiega il grande Kiddo: “Lo mettiamo subito all’inizio, che la mattina uno è bello fresco e tonico, con adrenalina giusta, è un tratto comunque breve e poi il percorso si distende. Il rischio è che qualcuno possa sentirsi inadeguato, ma in realtà superato il primo scoglio poi si viaggia ancora più concentrati per tutto il resto della traccia”. Verissimo, possiamo confermare. Inoltre, aggiungiamo, altri tratti difficili sul serio erano sempre ben segnalati e comunque bypassabili, e l’eventuale assistenza sia meccanica che medica era dotata di mezzi 4×4 per poter raggiungere qualsiasi punto del percorso.

Il tracciatore sulla “sua” traccia, immerso nel profumo di ginestra

La moto della nostra 1000SASSI 2021

Arrivati con la nostra agile attempata monocilindrica, inaspettatamente abbiamo avuto l’opportunità di usare una splendida Honda Africa Twin 1100. Gran bella moto, e per quanto notoriamente scarsi siamo riusciti a portarla in cima al tratto di cui sopra senza particolari problemi che non siano stati lo sforzo fisico superiore al solito, e una certa difficoltà nel gestire l’elettronica che sicuramente andava settata meglio. Alla fine, dovendo anticipare il gruppo nei punti di ristoro o agli arrivi di tappa, abbiamo fatto tanto bitume e pochi sassi, tutto sommato meglio così perché altrimenti alla fine della manifestazione ci avrebbero raccattato col cucchiaino. Non potendo intervenire sull’anagrafe urge intervenire sulla dieta e sull’allenamento.

La nostra Honda 1100 Africa Twin, gettonatissima alla 1000Sassi 2021

 

Come detto giocavamo in casa, nascere in Toscana è una fortuna impagabile, certe strade sono il teatro di giri praticamente settimanali, eppure a tanta bellezza non ci si abitua mai. Ci sono paesaggi da sindrome di Stendhal e a un certo punto ci siamo trovati a guardarci intorno quasi commossi. I luoghi raggiunti sono sempre stati una gioia per gli occhi e per il palato, gli sterrati scorrevoli e alla portata di tutti, e gli asfalti da giro d’Italia. Bravi, bravissimi i tracciatori.

Guest Star

Un’ultima annotazione per le special guest Franco Picco e Andrea Perfetti. Mostri di simpatia, di disponibilità e di manico. “A un certo punto me li sono trovati davanti e ho provato a seguirli: fino a che eravamo sull’asfalto ancora ancora. Poi è iniziato lo sterrato, e ho scoperto che un altro mondo è possibile! Ma non è il mio”. A un certo punto abbiamo fatto mente locale che età, barba e capelli sono gli stessi, e abbiamo provato ad avvicinare il polso, hai visto mai che per induzione riesca a passare anche un po’ di manico.

Separati alla nascita. Poi le strade si sono parecchio divise.

 

E adesso non rimane che aspettare la seconda edizione della 1000SASSI. Dove e quando?

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