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Asta del Barolo: tutto pronto per la XV edizione

L’Asta del Barolo è pronta a battere il suo martelletto e a portare il Re dei vini all’attenzione del mondo. Anche quest’anno, sabato 10 e domenica 11 maggio, si rinnova il consueto appuntamento dell’Accademia del Barolo, l’associazione di dodici tra le più prestigiose aziende delle Langhe – Azelia, Cordero di Montezemolo, Damilano, Franco M. Martinetti, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Paolo Scavino, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Pio Cesare, Prunotto e Vietti – che da anni lavorano fianco a fianco per promuovere il territorio attraverso la sua massima espressione: il Barolo Docg.

Asta del Barolo

Il programma del weekend prevede due tappe. La prima, sabato 10 maggio, vedrà i produttori dell’Accademia protagonisti della Cena dell’Accademia del Barolo al ristorante stellato La Ciau del Tornavento di Treiso, gestita da Maurilio Garola e Nadia Benech. Durante la cena i produttori dell’Accademia presenteranno le grandi annate dei loro Barolo e faranno assaggiare il Barolo 2010,ultima annata sul mercato. Alla serata sarà possibile partecipare previa prenotazione e fino ad esaurimento posti.

Asta del Barolo

Domenica 11 maggio si entrerà nel vivo. Alle ore 11.00 prenderà il via la XV edizione dell’Asta del Barolo, nella splendida cornice del Castello di Barolo. Quest’anno la conduzione è stata affidata al poliedrico Marco Berry, volto noto della televisione e apprezzato illusionista ed escapologo, che batterà all’asta lotti eccezionali, annate storiche e magnum di Barolo dei produttori dell’Accademia.

All’asta parteciperanno anche Singapore, Dubai e Hong Kong grazie ai collegamenti in diretta e sono attesi in sala ospiti da tutto il mondo. Spazio anche alla solidarietà. Due grandi lotti costituiti da 6 magnum ciascuno di Barolo provenienti dalle 12 aziende dell’Accademia saranno battuti per cifre importanti: l’intero ricavato sarà devoluto in beneficenza a La Collina degli Elfi di Covone (CN) e alla Marco Berry Onlus – Magic for Children.

A seguire, il Pranzo dell’Asta, preparato dai fratelli Alajmo, chef de Le Calandre, ristorante tre stelle di Sarmeola di Rubano, famoso per la ricerca «poetica» del piatto e presente nella guida The World’s 50 Best Restaurants.

I lotti finora resi noti si dividono in tre categorie. Le bottiglie messe all’asta dalle Aziende dell’Accademia del Barolo, per un totale di 19 lotti. Tre lotti dalle collezioni private degli Amici dell’Accademia. E infine il lotto istituzionale (che sarà diviso in due parti) costituito da 12 magnum di Barolo, uno per ogni azienda.

Aziende: Azelia (1×3 Barolo Bricco Fiasco 1989), due lotti di Cordero di Montezemolo (primo lotto: 2×0,75 Barolo Enrico VI 1988, 2×0,75 Barolo Enrico VI 1989, 2×0,75 Barolo Enrico VI 1990; secondo lotto: 3×0,75 Barolo Enrico VI 1982), Franco Martinetti (1×3 Barolo Marasco 1998),

Michele Chiarlo (6×0,75 Barolo Cerequio 1990); Poderi Gianni Gagliardo (6×1,5 Barolo Preve 1990), due lotti di Luciano Sandrone (primo lotto 1×0,75 Barolo Cannubi Boschis 1990; secondo lotto 1×1,5 Barolo Cannubi Boschis 1989), quattro lotti di Paolo Scavino (primo lotto: 1×3,0 Barolo Bric del Fiasc 1989; secondo lotto: 1×0,75 Barolo 1971; terzo lotto: 1×0,75 Barolo Connubi 1985; quarto lotto: 1×0,75 Barolo Cannubi 1990 e 1×0,75 Barolo Bric del Fiasc 1990), Poderi Luigi Einaudi (6×0,75 Barolo Cannubi 1999), Damilano (2×0,75 Barolo Liste 2000, 2×0,75 Barolo Liste 1999, 2×0,75 Barolo Cannubi 1998), Prunotto (6×0,75 Barolo Bussia 1990). Infine due lotti di Pio Cesare (3×0,75 Barolo 1989 e 3×0,75 Barolo 2000) e due di Vietti (2×0,75 Barolo Rocche 1990 e 1×1,5 Barolo Riserva Villero “Etichetta d’Autore” 1996).

Dalle collezioni private degli amici dell’Accademia del Barolo: Giacomo Conterno (3×0,75 Barolo 1961), Francesco Rinaldi (1×0,75 Barolo 1990, 1×0,75 Barolo 1989, 1×1,5 Barolo 1996), Bartolo Mascarello (3×0,75 Barolo 1990).

Il lotto istituzionale è così composto: Azelia (1×1,5 Barolo San Rocco 1999), Cordero di Montezemolo (1×1,5 Barolo Bricco Gattera 1998), Damilano (1×1,5 Barolo Bricco Riserva 1999), Franco Martinetti (1×1,5 Barolo Marasco 1998), Michele Chiarlo (1×1,5 Barolo Cerequio 1996), Poderi Gianni Gagliardo (1×1,5 Barolo Preve 2000), Luciano Sandrone (1×1,5 Barolo Le Vigne 1996), Paolo Scavino (1×1,5 Barolo Riserva Rocche dell’Annunziata 1999), Poderi Luigi Einaudi (1×1,5 Barolo Cannubi 1997), Prunotto (1×1,5 Barolo Bussia 1999), Pio Cesare (1×1,5 Barolo 2000), Vietti (1×1,5 Barolo Brunate 1999).

Novità assoluta di quest’anno sarà la possibilità di visionare i lotti sul sito dell’Accademia e presentare le proprie offerte direttamente dal portale.

Per informazioni e prenotazioni: www.accademiadelbarolo.com

Il Barolo: il Re dei vini e vino dei Re

Il vitigno Nebbiolo è un’antica varietà, coltivata in Piemonte da molti secoli. Il suo successo è strettamente legato al Barolo. Fino alla metà del 1800 i vini prodotti con uva Nebbiolo – a causa delle basse temperature tipiche del periodo della vendemmia che ne interrompevano la fermentazione – tendevano ad avere un gusto dolce, molto distante dai celebri vini dell’epoca prodotti a Bordeaux e in Borgogna.

Verso la metà del 1800 la Marchesa Giulietta Falletti di Barolo chiese all’enologo Francese Louis Oudart, chiamato nelle Langhe dal Conte Camillo Benso di Cavour, di migliorare i vini della sua cantina. Dopo una breve indagine, il celebre enologo individuò la causa nelle grossolane tecniche di produzione: la fermentazione non giungeva mai al termine e quindi il vino rimaneva instabile, con un gusto dolce e da bersi in fretta. I risultati convinsero anche Cavour a chiedere a Oudart il suo intervento nella cantina del suo castello di Grinzane e, addirittura, anche il Re Vittorio Emanuele II convertì la sua tenuta di caccia a Serralunga d’Alba alla produzione di questo nuovo vino.

Era nato così il Barolo, il vino che ha portato il Piemonte ai più alti livelli dei migliori terroir del mondo. Per molti anni è stato considerato un vino per le grandi occasioni, ma non solo…Un aneddoto lo “conferma”.

Si narra infatti che il Re Carlo Alberto, appassionato di cacca, amasse fermarsi con il suo seguito per bere un bicchiere e mangiare uno spunto che puntualmente si faceva offrire da privati che vivevano sui territori battuti per la caccia. Un giorno, dopo aver mangiato e bevuto a casa di un contadino, si complimentò molto con questi per la qualità ottima del cibo, ma soprattutto per la bontà del vino. In tutta risposta, pare che il contadino, pensando alle bottiglie di Barolo custodite nella sua cantina, gli rispose: “ e pensi Sire che non è neanche il più buono che ho, quello lo conservo per le grandi occasioni…”

Grazie alla sua altissima qualità e all’indiscussa eccellenza, il Barolo ha sempre mantenuto una importante presenza sul mercato, ottenendo riconoscimenti e prestigiosi premi dalle più autorevoli riviste ed esperti di fama mondiale.

Il Barolo nasce dai vigneti che pettinano i pendii, talvolta dolci talvolta ripidi, delle colline situate a sud-ovest di Alba, in provincia di Cuneo. La zona di produzione comprende l’intero territorio comunale di Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba e parte dei comuni di Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi, Verduno.

Il Barolo è prodotto al 100% con Nebbiolo, uva straordinaria dai grappoli lunghi e compatti. Il nome “Nebbiolo” viene dalla vendemmia tardiva, che si svolge nel mese di ottobre, ultima tra le vendemmie e ormai già in un periodo dell’anno caratterizzato dalle nebbie.

Il Barolo è classificato con la Denominazione d’Origine Controllata e Garantita (DOCG), riconosciuta nel 1980. Il Barolo deve maturare per almeno 3 anni, dei quali almeno 2 in botti di legno di castagno o di rovere. Maturato invece per un periodo di almeno 5 anni in cantina può essere classificato come Barolo Riserva.

Il Barolo ha un colore rosso granato con nuance di rubino, limpido e carico. Si associa perfettamente ai piatti della più antica cucina piemontese, che coniuga sapientemente alta classe e sapori rustici, propri della civiltà contadina.

 

 

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