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Prorogata fino a gennaio la mostra sui fratelli La Marmora

La signora col cagnolino

Visto il successo riscosso in queste settimane dalla grande mostra “Quattro biellesi nel Risorgimento: i fratelli La Marmora” è stata decisa una proroga dell’apertura fino a gennaio. La sezione di Palazzo Ferrero sarà aperta fino al 6 gennaio, quelle di Palazzo La Marmora e della Biverbanca fino al 31 gennaio. Questi gli orari per i fine settimana e le festività natalizie.

Palazzo Ferrero aperta fino al 6 gennaio; sabato e domenica dalle 15 alle 18.30; l’8 dicembre dalle 15 alle 18.30; lunedì 26 dicembre dalle 15 alle 18.30; domenica 1 gennaio dalle 15 alle 18.30; venerdì 6 gennaio dalle 15 alle 18.30. Chiuso 24, 25 dicembre e 31 dicembre. Corso del Piazzo, 25 – Biella Per info: Assessorato alla Cultura – Chiostro di San Sebastiano, Via Q. Sella – tel. 015 2529345 – cultura@comune.biella.it

– Palazzo La Marmora aperta fino al 31 gennaio; fino al 18 dicembre da giovedì a domenica dalle 15 alle 18.30; lunedì 26 dalle 15 alle 18.30; domenica 1 gennaio dalle 15 alle 18.30; venerdì 6 gennaio dalle 15 alle 18.30; dal 7 al 31 gennaio sabato e domenica dalle 15 alle 18.30. Chiuso 24, 25 dicembre e 31 dicembre. Su richiesta aperture per gruppi e scuole in altri orari e visite guidate a pagamento. Corso del Piazzo, 19 – Biella. Per info: Centro Studi Generazioni e Luoghi – Palazzo La Marmora, Corso del Piazzo 19 – tel. 015/352533 int.2 info@generazionieluoghi.it

– Sede Presidenza di Biverbanca fino al 31 gennaio – visite su prenotazione. Via Carso, 15 – Biella. Per informazioni e prenotazioni: relazioniesterne@biverbanca.it tel. 015 3508302 – 015 3508540

– Basilica di San Sebastiano – allestimento permanente, da lun. a sab. 9.00-11.30, 14.30-17.30 – su richiesta possibili visite in altri orari. Via Q. Sella – Biella. Per info: Basilica di San Sebastiano – tel. 015 21703

La mostra è promossa dal Comune di Biella, con la collaborazione del Centro Studi Generazioni e Luoghi Archivi Alberti La Marmora e l’Archivio di Stato di Biella. Di seguito il comunicato completo con tutte le informazioni sull’evento.

Tutto sulla mostra “Quattro biellesi nel Risorgimento: i fratelli La Marmora”

L’anno di celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia si chiude a Biella con una grande mostra che metterà a disposizione del pubblico per la prima volta cimeli, decorazioni, dipinti e oggetti di grande prestigio e valore. Una vera e propria rassegna di “tesori” che sarà allestita in quattro sedi e che avrà come filo conduttore le vicende private e pubbliche dei quattro fratelli La Marmora, i generali Carlo Emanuele, Alberto, Alessandro e Alfonso. La mostra, dal titolo “Quattro biellesi nel Risorgimento: i fratelli La Marmora”, è promossa dal Comune di Biella nell’ambito delle iniziative “Biellesi tessitori di unità”, un ricco ciclo di eventi promosso dall’Assessorato alla Cultura che testimonia il grande impegno dell’amministrazione cittadina per le celebrazioni unitarie. Partner del Comune è il Centro Studi Generazioni e Luoghi Archivi Alberti La Marmora, con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Biella, del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. L’iniziativa ha inoltre il contributo di Biverbanca, Camera di Commercio di Biella e Famiglia Ramella Catering. L’impegno di Biverbanca è di grande respiro, infatti con il suo sostegno l’editore Fabrizio Lava pubblicherà per Natale un volume dedicato ai La Marmora curato da Silvia Cavicchioli. Il progetto ha inoltre il patrocinio della Regione Piemonte, della Regione autonoma della Sardegna, del Comune di Cagliari e dell’Associazione Nazionale Bersaglieri.

L’allestimento sarà curato da E20Progetti e da M10, mentre il coordinamento è dell’Associazione Stile Libero. La mostra sarà inaugurata il 22 ottobre alle 17 a Palazzo Ferrero, seguirà visita di Palazzo La Marmora e di San Sebastiano alle 18,45.

La mostra non sarebbe stato possibile senza il contributo dell’Archivio di Stato di Biella, sia per la ricerca preliminare, sia per la scelta di preziosi documenti che ritmano la narrazione della mostra e che provengono dal grande archivio La Marmora, di cui l’Archivio di Stato è custode. La mostra chiude un anno che ha visto l’ente Generazioni e Luoghi – Archivi Alberti La Marmora promuovere le figure dei quattro fratelli in numerose occasioni legate al 150° che hanno scandito questi dodici mesi a partire dagli eventi promossi dall’Associazione Dimore Storiche del Piemonte nell’autunno del 2010.

Tra le novità del 2011, il Centro studi ha inoltre lanciato a maggio un sito web www.lamarmora.net dedicato ai quattro fratelli generali e alla famiglia.

Cripta La Marmora in San Sebastiano: un’installazione permanente

Prima sede: dal 1500 ai generali La Marmora

Riveste una particolare centralità in questa mostra la basilica di San Sebastiano, dove si trova la Cripta La Marmora, cui i promotori della mostra hanno voluto restituire la giusta visibilità.

Una ricerca preliminare, condotta da Danilo Craveia, ha fatto emergere dati fino a oggi poco noti come il fatto che nella basilica riposino, fin dal Cinquecento, personaggi illustri: i principi Ferrero di Masserano, i Ferrero della Marmora e anche alcuni membri di casa Savoia.

L’allestimento in San Sebastiano si compone tre postazioni di pannelli che illustrano la storia della basilica fin dalla sua fondazione per opera di Sebastiano Ferrero (1500), parlano della cripta La Marmora e dei suoi pregiati monumenti funebri, presentano l’elenco completo di tutti i personaggi sepolti. Questo allestimento è destinato a diventare permanente come elemento che va ad arricchire l’informazione storico-turistica della città di Biella.

A Palazzo La Marmora i dipinti: l’Ayres “ritrovato” e i ritratti della Clementina

Seconda sede: “La famiglia nel Risorgimento”

Palazzo La Marmora, culla della famiglia, ospita una ricca serie di dipinti alcuni dei quali mai esposti al pubblico fino a oggi.

Il percorso espositivo è stato pensato come una narrazione per scoprire il ruolo che personaggi di casa La Marmora, quali il diplomatico Filippo, ebbero nello scenario europeo tra Settecento e Ottocento.

Pochi sanno, per esempio, che il conte Filippo Ferrero della Marmora fu l’artefice degli accordi che portarono a tre matrimoni delle figlie di Vittorio Amedeo III di Savoia con i fratelli del re di Francia Luigi XVI; una mossa diplomatica di grande importanza per l’alleanza tra il Regno di Sardegna e il Regno di Francia.

Tra i ritratti dei protagonisti di questa vicenda politico-mondana del Settecento un posto d’onore va ai dipinti che raffigurano il conte e la contessa di Provenza, Maria Giuseppina di Savoia e il futuro re Luigi XVIII di Francia. Le vicende di queste tele, opera del celebre ritrattista francese François-Hubert Drouais (Parigi 1727 – 1775) hanno appassionato, nel corso del Novecento, collezionisti d’arte e antiquari.

Completano la narrazione, il ritratto della seconda figlia di Vittorio Amedeo III, Maria Teresa di Savoia che andò in sposa al conte d’Artois, futuro re Carlo X di Francia, e quelli di Carolina Maria e del marito Antonio principe di Sassonia. Il ritratto della principessa d’Artois è opera di Giovanni Panealbo. Maria Giovanna Clementi, detta la Clementina, (1692-1761) ritrattista di casa Savoia e dei principali casati della nobiltà piemontese, sarà presente con tre importanti opere: il grande ritratto equestre di Carlo Emanuele III, notevole esempio di pittura dinastica; il quadro noto come “La signora col cagnolino”, ritratto di Maddalena Gonteri di Cavaglià che sposa nel 1715 il marchese Francesco Celestino, e il ritratto, sempre attribuito alla stessa pittrice, di Vittorio Filippo Ferrero, principe di Masserano.

Nella sala saranno collocati anche i ritratti di Vittorio Amedeo III di Savoia e di Carlo Emanuele IV.

Nella sala dedicata al periodo della Restaurazione sarà possibile ammirare tre dipinti del pittore più celebre di quel periodo, Pietro Ayres; accanto al noto “La famiglia La Marmora” del 1828, paradigma stesso della mostra, ci sarà l’inedito “La famiglia Scarampi di Villanova”, dipinto nel 1835, e il conosciuto ma enigmatico “Ritratto di famiglia”.

Concluderà il percorso nella Sala dei Motti una sezione dedicata ad Alberto La Marmora nella sua veste di scienziato e ai suoi studi geologici sulla Sardegna. A cura del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, la sezione conterrà di preziosi reperti minerali e varietà di uccelli da lui studiate che saranno accompagnati dai manoscritti, stampe e autografi della collezione di casa La Marmora. Nella Sala delle Colonne sarà messo in visione un audiovisivo della durata di 18 minuti che analizza il grande quadro di Ayres “La famiglia La Marmora”; attraverso un procedimento grafico i singoli personaggi vengono messi in evidenza e presentati in una narrazione che fa emergere accanto a quelle dei personaggi famosi anche le biografie delle donne di casa La Marmora.

Palazzo Ferrero: i collari dell’Annunziata e lo stendardo dei Corazzieri

Terza sede: “Il Campo di battaglia”

Tra i cimeli che riguardano le vicende militari e pubbliche dei La Marmora, esposti a Palazzo Ferrero, spiccano quattro collari della Santissima Annunziata, la più importante e prestigiosa onorificenza che venisse concessa dai Savoia. Queste decorazioni, testimonianza dello stretto legame di fiducia e vicinanza tra i Savoia e i La Marmora, appartennero a quattro personaggi della famiglia che insieme rappresentano tre carriere-chiave della società del tempo: quella del diplomatico settecentesco Filippo Ferrero della Marmora, quella religiosa del cardinale Carlo Vittorio Ferrero della Marmora e quella militare dei fratelli generali, Carlo Emanuele e Alfonso La Marmora. Inoltre sono di grande peso simbolico i prestiti che le Associazioni d’arma dei Corpi dell’Esercito legati ai generali faranno alla mostra: tre oggetti unici. Dai Corazzieri torna da Roma a Biella il primo stendardo del corpo delle Guardie del Corpo del re, riformato da Carlo Alberto e di cui fu primo comandante il generale Carlo Emanuele La Marmora. La bandiera fu donata alla Città di Biella nel 1982 da Francesco Alberti La Marmora e dal Comune prestata, nello stesso anno, al Museo dei Corazzieri al Quirinale. Dal Museo delle Voloire di Milano arriverà la feluca di Alfonso La Marmora, che di quel corpo fu il fondatore. Dal Museo Storico dei Bersaglieri di Roma arriverà invece il modello originale di carabina che fu progettato e assemblato da Alessandro La Marmora. Nella sezione della Crimea saranno esposti per la prima volta lo scialle intessuto d’oro che fu donato ad Alfonso dal generale e governatore ottomano Omar Pasha Latas e la sedia realizzata con il metallo di fusione dei cannoni russi, in ricordo della battaglia di Sebastopoli. Accanto a questi pezzi eccezionali, saranno esposte stampe militari, documenti dell’Archivio di Stato, i bozzetti delle statue fatte erigere in memoria dei generali a Torino e a Biella, e i busti originali, di cui uno di Odoardo Tabacchi, che ornano lo scalone d’onore del Municipio di Biella. Infine pannelli con la cronologia dei principali fatti d’arme del Risorgimento.

Alla sede della Biverbanca: gli anni di Alfonso e Jane nella Firenze capitale d’Italia

Quarta sede: “ Afonso La Marmora a Firenze”.

Questa sezione della mostra affronta un tema fino a oggi trascurato, quello degli anni fiorentini di Alfonso La Marmora, e lo affronta sia sotto la chiave storica, sia dal punto di vista della qualità artistica dei dipinti qui esposti.

Non dovette essere fatto trascurabile che una figura così rappresentativa dell’establishment piemontese come Alfonso La Marmora avesse deciso di andare a vivere a Firenze. Una scelta che testimonia la sua volontà di aderire ai cambiamenti imposti dall’unificazione; scelta sicuramente influenzata anche dalla moglie inglese essendo allora Firenze una delle città più cosmopolite d’Europa. La famiglia di Jane Bertie Mathew, moglie di Alfonso La Marmora, è una famiglia in cui scorre sangue reale; non sorprende dunque che il ritratto del padre in mostra sia una tela del 1824 di uno dei massimi ritrattisti dell’epoca Thomas Philips (1770-1845). Non sorprende neppure che il ritratto di Jane Bertie Mathew stessa sia stato affidato a Michele Gordigiani(1835-1909), grande protagonista del ritratto alto borghese del tempo. Altri tre ritratti sempre di Gordigiani e sempre provenienti dalla collezione La Marmora parlano della Firenze di quei primi anni post unitari e hanno come soggetto alcuni personaggi della famiglia Mori Ubaldini degli Alberti. Arricchisce questa sezione un modello della statua realizzata da Stanislao Grimaldi, raffigurante Alfonso La Marmora a cavallo, che si trova a Torino in Piazza Bodoni. Si tratta di un inedito modello in gesso di grandi dimensioni. Nella sede di Biverbanca sarà poi esposta al pubblico per la prima volta una preziosa collezione di decorazioni dell’Ordine di Santo Stefano di Toscana.

 

 

 

 

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