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Il Valentino che non punge.

La gara del Mugello racconta nuovamente che il sodalizio tra il pilota Valentino Rossi e la Ducati non sta dando i frutti sperati. Il pilota di Tavullia ha bisogno forse di una “carica”, che magari potrebbe arrivare da casa Audi.

Valentino Rossi.

Diciamo la verità, qualcosa non quadra in questo momento nell’impegno che sembra mancare all’asso Valentino Rossi.

Nessuno mette ovviamente in discussione la classe del pluricampione del mondo che nel passato è riuscito in imprese importanti e difficili, eppure oggi qualcosa non torna.

Alcuni risultati del pilota sono stati epici, basta ricordare il secondo posto conquistato nell’anno del debutto nella classe 500 Gp avvenuto nel 2000, con poi la prima conquista del campionato del mondo già nel 2001.

Successivamente Valentino si esibì in un’interminabile serie di mondiali vinti, proprio nella classe maggiore, con la conquista anche del primo mondiale in sella alla nuova classe Moto Gp, corsa con la nuova categoria 1000 cm3 a quattro tempi.

Nel 2004 arrivò la nuova sfida: cambio di casacca e mondiale nuovamente vinto in sella alla Yamaha che fino a quel momento non era sembrata in grado di vincere un mondiale.

In maniera molto intelligente Valentino riuscì a trascinarsi nella nuova avventura buona parte dello staff tecnico di casa Honda, coinvolgendo il più quotato tra i capi tecnici, l’australiano Jeremy Burgess.

La fantastica esperienza in sella alla YZR-M1 si concluse nel 2010 dopo aver conquistato ben 4 mondiali, e forse ce ne sarebbero stati degli altri se non fosse arrivato nel Team Yamaha Jorge Lorenzo, fuoriclasse spagnolo che mise in discussione la leadership proprio di Valentino.

Il motomondiale 2011 vede scendere in pista il pilota di Tavullia in sella alla rossa Ducati, un connubio fantastico, pilota italiano in sella alla moto bolognese, e tutti davano per scontato che da questa unione sarebbero poi arrivati risultati importanti: gare vinte, magari un mondiale! La giusta conclusione della carriera di Valentino, vincere in sella ad una nuova moto, vincere con un marchio italiano.

Il matrimonio sembrava ben consolidato, degno di una coppia Vale-Ducati, dove nulla poteva andare nella direzione sbagliata, non fosse altro per l’arrivo del fidato staff di tecnici in arrivo da casa Yamaha, con a capo il solito Jeremy Burgess.

La nuova filosofia di Ducati corse nello sviluppo della nuova moto sembrava improntata all’inseguimento di prestazioni e guidabilità, tipiche delle moto Yamaha da Motogp.

Bilanciamento tra le prestazioni offerte dal motore e guidabilità, tale da permettere al pilota di guidare senza distruggere gli pneumatici e potendo essere incisivo dal primo all’ultimo giro.

Il lavoro di Filippo Preziosi e il team Ducati Corse fu incessante, nella rincorsa delle richieste del pilota, che però alla fine non porto nulla di buono nella stagione 2011, chiudendo il mondiale con un deludente 7° posto finale.

Il 2012 si è aperto con poche certezze, anche durante l’inverno il test non hanno portato i risultati sperati.

La recente gara del Mugello ha nuovamente confermato ulteriormente quello che forse pensano tutti i tifosi. Questo matrimonio non porta i frutti sperati e che il futuro difficilmente potrà esser diverso se non cambia la filosofia.

Il pilota Valentino Rossi non sembra più motivato a raggiungere quei risultati che dovrebbero essere alla portata di entrambi.

Lo si percepisce anche dalla gara del Mugello, il gran premio di casa, dove Valentino ha offerto quasi sempre prestazioni da vincente.

Il 5° posto finale è poca cosa, se poi si considera anche la prestazione di Nicky Hayden che negli ultimi due giri della gara stava lottando con Bradl e Dovizioso per il gradino più basso del podio.

Il secondo pilota Ducati è sembrato molto più aggressivo, motivato, pronto a metterci del “manico”, pur di raggiungere un buon risultato, guidando la Rossa con aggressività, proprio come sembra piacere alle moto prodotte da Filippo Preziosi.

La soluzione per il futuro, ora che è arrivato il colosso Audi?

Da quello che sembra Valentino non riesce ad adattarsi a quelle che sono le caratteristiche di guida della moto di Borgo Panigale, e Filippo Preziosi, almeno fino ad ora, non è riuscito a fornire la “moto” ricercata dal pilota italiano.

Forse l’unica strada, dopo un anno e mezzo di risultati deludenti, sembra quella che uno dei due attori cambi casacca, almeno dopo si potrà valutare meglio quello che non ha funzionato nel “matrimonio del secolo”.


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