Site icon Moto On The Road | viaggi in moto, avventure in moto, turismo in moto

SBK: dove osano gli outsider.

In ogni competizione la condizione mentale dello sportivo ha un’importanza rilevante ai fini del raggiungimento del  massimo risultato possibile. Nel motor sport, con ogni probabilità, la condizione mentale è addirittura fondamentale per il pilota che oltre al confronto con l’avversario deve far fronte alla sfida con la velocità ed al pericolo che ne consegue.
 
di Gabriele Paterlini.
 
Sul circuito Inglese di Silverstone i giovani piloti, nonchè outsider della categoria SBK, hanno approfittato della pioggia caduta incessante per dare sfogo alle proprie ambizioni.
Loro sono partiti con la mente sgombra da strategie derivanti calcoli sui punti da portare a casa. In quei casi si tenta il tutto per tutto visto che da perdere non si ha nulla (in termini di classifica), o quasi.
Inutile girarci intorno, nel mondiale dedicato alla moto derivate dalla produzione di serie, l’iride sembra ormai indirizzato verso casa BMW. A Silverstone abbiamo visto Melandri abbastanza abbottonato sotto la pioggia caduta nelle due manche.
Macio sa bene come si fa ad andare forte sotto l’acqua. Spettacolare fu la sua vittoria in Australia nel 2006 quando correva con la Honda Rc211V satellite di Gresini. Privo da condizionamenti da classifica, Macio interpretò il tracciato fradicio di Phillip Island meglio di tutti e vinse una gara in maniera nitida e perentoria. A confermare ulteriormente la regola ci pensò l’australiano Chris VERMEULEN  con la Suzuki che nell’occasione si classificò secondo alle spalle di Melandri.
 
Quest’anno Melandri pare voler rischiare di meno sotto la pioggia (vedi Assen e Monza oltre a Silverstone). Non corre inutili rischi. Ha molto da perdere lui, troppo. Sta rimontando su Biaggi, attualmente leader del mondiale, gara dopo gara e se non ci fosse stata la caduta (leggasi errore) di Donington probabilmente sarebbe già in testa al mondiale.
 
Quello della SBK è un campionato dal contenuto tecnologico di altissimo livello (tanta roba proviene direttamente dalla categoria dei prototipi) e le case costruttrici usano questo campionato per promuovere il proprio prodotto investendo parecchi soldoni.
Bmw non può toppare dopo 4 anni di risultati mediocri. Hanno un top rider di livello assoluto come Melandri, hanno messo un sacco di quattrini nello sviluppo, tecnici di livello eccelso e manager ultra qualificati.
Devono vincere ed è anche nell’interesse dell’organizzatore far si che ciò accada. L’organizzatore può così permettersi di  promuovere un mondiale combattuto e spettacolare senza un dominatore assoluto come è successo in passato negli anni dove Ducati la faceva da padrona.
Allo spettatore la percezione di avere di fronte un mondiale livellato ed incerto fino alla fine.
All’inizio del nuovo secolo  molte case giapponesi fuggirono dalla categoria quasi monopolizzata dalla casa di B.go Panigale.
Quegli errori non si possono ripetere e dunque sono i tedeschi di BMW i predestinati di turno. Probabilmente saranno quelli della Kawasaki i predestinati del 2013.
Melandri pare possa perderlo soltanto lui questo mondiale. Se commetterà errori avrà li Biaggi pronto a raccogliere.
Biaggi:  ecco, lui sa benissimo che le sue possibilità con la vecchia RSV4 (moto presentata nel 2009) sono quelle di raccogliere ciò che gli altri lasciano per strada, compresi i punti del quarto posto lasciatogli dal suo compagno Laverty dopo segnalazione dai box nella gara di Brno. Si, perché anche nel suo team sanno bene che quelle sono forse le uniche possibilità da cogliere al volo per far bottino e rallentare il più possibile il recupero di Melandri
 
Dunque ecco che sotto il diluvio, dove i rischi di fare zero sono assai tanti, Macio rallenta e raccoglie, Max osa e si stende. Come lui anche Sykes e Checa; lo spagnolo a Silverstone intravedeva le ultime possibilità di reinserirsi nella lotta per il titolo e ci ha provato fino alla fine, fino a stendersi.
E mentre c’era chi stava lontano dalle insidie della pista fradicia, c’era pure chi vedeva quella come la possibilità di tentare il colpaccio prendendo rischi esagerati (vedi caduta sotto bandiera a scacchi di Badovini e Rea….) pur di finire, una tantum, sui gradoni del podio. Siamo dunque tornati a quella condizione mentale che determina spesso, non sempre, il risultato finale.
Checa, Biaggi e Sykes a terra, Melandri tranquillo e guardingo, Guintoli Baz e la coppia Badovini Fabrizio con il coltello in mezzo ai denti. Sotto il diluvio di Silverstone è stata la Baz, giovane pilota francese chiamato dalla Kawasaki a sostituire lo sfortunato Lascorz.
Poi è arrivata la volta di Guintolì con la sua voglia di riscatto dopo aver cambiato team passando da Liberty a Pata, ma sempre su Ducati 11 98.
Infine la giovane coppia tutta italiana alla guida delle BMW del team satellite di Motorrad Italia.
 
Per ora non si vedono altre possibilità per i giovani outsider. Dovesse piovere ancora da qui a fine mondiale allora potrebbe succedere anche qualcosa di inatteso, altrimenti tra gommoni che appaio e scompaiono di gara in gara come il chattering (ieri non c’era, oggi c’è, domani chi lo sa???), gomme da pioggia che si disintegrano, punti assegnati non si sa bene in base a cosa (vedi reclamo Aprilia su gara 2 di Silverstone) succede che il mondiale se lo porta a casa Melandri con Bmw.
 
Concludiamo con una scommessa: Biaggi vincente su Kawasaki.
Il prossimo anno la copertura mediatica della SBK sarà certamente migliore dell’attuale (almeno in Italia). La SBK sarà trasmessa dalle reti Mediaset. Ci sarà la nuova Ducati Panigale da promuovere e ci sarà anche la Kawasaki divenuta ormai competitiva e costantemente impegnata nelle posizioni di vertice.
BMW correrà con il numero uno sulla carena e le possibilità di vedere Biaggi su Ducati o Kawasaki potrebbero essere non poche. Max ancora garantisce un ottimo ritorno di immagine e questo non può che far piacere all’organizzatore che nel 2008 gli pagò lo stipendio pur di trattenerlo in SBK.
Un cocktail formidabile per l’organizzatore. Biaggi vincente su Kawasaki!! In fin dei conti Ducati ha una bacheca piena zeppa di trofei, può anche permettersi di vincere l’anno successivo al debutto con la nuova moto.
 
Adesso via di corsa in ricevitoria.

Exit mobile version