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Fora et Labora: un evento fortuito ci fa conoscere la Valle dell’Aniene

Da una situazione poco favorevole, una foratura, è nata l’occasione per conoscere una zona straordinaria: la Valle dell’Aniene.

“Virtuti melius quam fortunae creditur” È meglio affidarsi alle proprie capacità che alla sorte”, questo è vero. Ma è anche vero che a volte la sorte può tirare qualche brutto scherzo che –  affidandosi alle proprie capacità – può diventare un’occasione veramente fortunata. È stato il nostro caso mentre nel recarci in Abruzzo da Roma, siamo stati colti da un evento veramente raro: una foratura. Abbiamo quindi utilizzato l’apposito kit per riparazioni, seguendo gli insegnamenti del nostro amico Angelo Brioschi, ma come da suo consiglio, abbiamo ritenuto più utile cercare un gommista per effettuare una riparazione che ci mettesse al riparo da spiacevoli sorprese. Con l’aiuto di amici motociclisti della zona ecco che quel tempo si è allungato, fino a dilatarsi in un paio di giornate per la scoperta di un territorio stupendo, inaspettato, selvaggio, a due passi da Roma: la Valle dell’Aniene.

Abbiano fatto quindi base a Vicovaro presso l’Oasi Francescana di S.Cosimato, scoprendo le prime cose che avrebbero determinato questa piacevole digressione nel nostro viaggio. La Valle dell’Aniene ha tre grandi temi: i luoghi e la storia del patrono d’Europa – San benedetto da Norcia – le acque del fiume Aniene – incanalate da millenni in acquedotti ancora funzionanti – e le ville degli imperatori romani. Ma anche gli echi di un’indomita popolazione – gli Equi – che i gli antichi romani non riuscendo a domare massacrarono. La particolarità sta nel fatto che le genti di questi luoghi si considerino a tutti gli effetti gli eredi dell’antico e fiero popolo degli Equi.

Ma andiamo per ordine

L’Oasi Francescana di San Cosimato sorge proprio sopra gli antichi eremi di San Benedetto e ai resti degli antichi acquedotti romani.

Un percorso a ridosso delle rocce porta a una cavità trasformata in cappella rupestre dedicata a San Michele Arcangelo. Gli affreschi realizzati nel ‘600 rappresentano momenti della vita di San Benedetto e di San Francesco. Più avanti, scavate nella roccia, le cellette dei monaci tra cui quella che per tradizione fu di San Benedetto. Il percorso – messo in sicurezza da recenti lavori – porta poi alla possibilità di percorrere internamente un lungo tratto dell’antico acquedotto costruito in epoca dell’Imperatore Claudio. Ovviamente tutta questa visita si può fare solo con l’ausilio di una guida.

L’Oasi Francescana di San Cosimato

Ci spostiamo verso sud con la Strada Statale 5 e con una dozzina di chilometri costeggiando il fiume Aniene arriviamo a Anticoli Corrado, il paese degli artisti. Arroccato sul Monti Ruffi, è stato per mezzo secolo (a cavallo tra ottocento e novecento) meta di elezione per artisti di tutto il mondo. Qui pittori e scultori trovavano l’ispirazione dai paesaggi e dalla bellezza delle modelle. Questo borgo, con nome e cognome, ha un bel Museo civico d’Arte Moderna e Contemporanea e monumenti come la Chiesa di San Pietro e Il Palazzo Baronale. Fulcro è la Piazza delle Ville con la fontana di Arturo Martini.

Anticoli Corrado

Solo 5 chilometri con una bella serie di tornanti e siamo a Roviano un antico borgo dominato dal castello Brancaccio.  Dopo diverse vicissitudini la struttura ospita un bel Museo della Civiltà Contadina.

Nella zona residenziale di Roviano ci sono ancora tratti delle antiche mura edificate dagli Equi. Nel suo territorio ha sede uno degli acquedotti più importanti, risalente al 130 a.C. e della strada Valeria.

Il monastero di San Benedetto, un luogo di culto straordinario

Ritorniamo sulla SS5 e continuiamo a costeggiare l’Aniene per 22 chilometri fino a Subiaco. Questo è il centro più importante e famoso di tutta la vallata. L’ingresso a uno dei Borghi più belli d’Italia avviene in prossimità del Ponte di San Francesco, costruito nel 1358, sotto cui scorre il fiume Aniene. Diversi i monumenti che rendono celebre la cittadina, tra cui il Monastero di San Benedetto, il Monastero di Santa Scolastica (sorella di Benedetto), la Rocca dei Borgia, il Convento di San Francesco, la chiesa di San Lorenzo Martire e la Villa di Nerone.

Il Ponte di San Francesco a Subiaco

“Ora et Labora”

Il Monastero di San Benedetto, è un’opera stupefacente, sia per l’architettura aggrappata alla montagna, sia per l’innumerevole presenza di affreschi all’interno della struttura. Il luogo è intriso di un misticismo palpabile, che ha il suo culmine nella Grotta di San Benedetto, dove il santo rimase in isolamento per tre anni. Sull’ingresso un grande scritta con la celebre filosofia di San Benedetto – “Ora et Labora” – che noi ci siamo presi la libertà di parafrasare nel titolo. Meno mistico, ma comunque bello, il Monastero di Santa Scolastica ha subito diversi rimaneggiamenti che a nostro avviso ne hanno annichilito il fascino, ma resta comunque una struttura di grande interesse.

Il Monastero di San Benedetto
Il Monastero di Santa Scolastica

Non molto distante, percorrendo un piccolo sentiero, si trova il Lago di San Benedetto, uno specchio d’acqua alimentato dal fiume Aniene. Su questo corso d’acqua, immerso nel Parco Naturale dei Monti Simbruini, si può fare rafting, canoa e canyoning. Non distanti da Subiaco Campo dell’Osso e i suoi impianti sciistici. La Rocca dei Borgia (dove tra l’altro nacque Lucrezia Borgia) domina Subiaco e non a caso fu costruita allo scopo di controllo dei traffici della vallata. Il panorama qui è di straordinaria bellezza e offre un ampio campo di veduta. Il maniero ha diverse sale museali.

Il Lago di San Benedetto

Il punto più a sud del nostro tour

Un’altra manciata di chilometri e curve ci porta ad Affile, unico comune finora incontrato dedito alla coltivazione della vite e alla produzione del vino.

Affile è sulla Strada del Vino Casanese, e produce un suo DOC. Qui gli Equi hanno lasciato diverse testimonianze, su cui si sono sovrapposte le vestigia romane. La piccola chiesa di San Pietro, con diversi affreschi ritraenti la vita del santo, ne è uno degli esempi.

A questo punto decidiamo di fare una sorta di periplo della Valle dell’Aniene e anche un po’ di strada di montagna avendo a disposizione vette che arrivano a più di 1.500m/slm.

Cervara ed Ennio Morricone

Ci dirigiamo quindi verso Cervara di Roma, un bellissimo borgo arroccato su una delle vette dei monti Simbruini all’altitudine di 1.053 metri sul livello del mare. Questo borgo nella parte alta ha una rocca che offre una straordinaria vista sulla valle dell’Aniene. Una scalinata si inerpica sul lato della montagna e offre al visitatore una serie di sculture, bassorilievi e altorilievi, realizzate da diversi artisti nel corso degli anni. A Cervara di Roma dimorò e divenne cittadino onorario Ennio Morricone. Il compositore dedicò delle musiche inedite come “Notturno per cervara” e Passacaglia per Cervara”.

Cervara

Certo questo borgo così aggrappato alla montagna e con diverse cime attorno, ben si presterebbe per la realizzazione di alcune opere capaci di attirare il turismo attivo. Non è da escludersi in futuro la realizzazione di un impianto di “Volo dell’Angelo” o qualche “Ponte Tibetano”.

Un facile sterrato verso il cuore del Parco

Attratti dalle vette e dalla bellezza delle faggete, ci inoltriamo poi nel cuore dei Parco Naturale dei Monti Simbruini. Qui restiamo sorpresi dalla natura selvaggia dove diversi branchi di cavalli pezzati scorrazzano liberi. Il tratto per arrivarci è di strada bianca facilmente percorribile e quindi la cosa ci fa ancor più piacere. Questa zona, ai confini tra Lazio e Abruzzo, racchiude un percorso attraverso le rovine ben conservate del popolo degli Equi.

Nel Parco Naturale dei Monti Simbruini si possono fare diverse attività, come lo sci di fondo in stagione (siamo a oltre i 1.500 metri sul livello del mare), giri a cavallo, in bici e trekking.

Ripassiamo da Cervara per dirigerci verso nord con destinazione Arsoli. Questo borgo fu definito da Luigi Pirandello “la piccola Parigi”, per la preziosità architettonica e l’urbanistica. L’insediamento di antichissime origini, che fu dapprima degli Equi e poi dei Romani, dopo la peste del 1656 vide una importante rinascita con opifici, fabbriche di mattoni, frantoi, tessiture e una farmacia nota per i preziosi medicamenti.  Il Castello Massimo è la struttura architettonica più importante di Arsoli. A strapiombo sulla roccia ha al suo interno delle sale affrescate, raccolte di armi, la sala del trono e la cappella del santo Filippo Neri. Da vedere ancora la Chiesa di San Lorenzo, il Palazzo San Bartolomeo con l’annessa chiesa barocca.

Arsoli

Siamo vicinissimi all’Abruzzo

Proseguiamo il nostro giro della Valle dell’Aniene e arriviamo a Riofreddo, la strada continua a essere bella da guidare senza farsi distrarre dalla bellezza dei luoghi. Siamo vicinissimi all’Abruzzo e quella regione così bella e selvaggia sembra chiamarci, ma noi vogliamo chiudere l’anello prima di dirigerci verso il Gran Sasso. Riofreddo prende il nome proprio dal clima particolarmente rigido. I venti di grecale e tramontana, si incanalano in questa gola, creando temperature fra le più basse della zona. A Riofreddo da vedere l’Oratorio dell’Annunziata, il Castello Colonna, il Palazzo Sebastiani del Grande e i resti di un ponte romano.

Riofreddo

Proseguiamo ancora verso nord in direzione Vallinfreda, qui altri monumenti da vedere, come – nella Parrocchiale di San Michele Arcangelo –  la Pala d’altare dipinta dal Romanino, ma anche la possibilità di proseguire lungo i sentieri che portano alla Grotta del Re Pipino. Da vedere le Aie, un monumento naturale situato nel punto più alto del paese, con sette livelli di piazzole.

Vallinfreda

Chiudiamo il nostro giro con un’ultima meraviglia

Per chiudere il nostro anello vogliamo vedere un monumento importante nella Valle dell’Aniene, la villa di Orazio a Licenza. I resti di questo complesso abitativo datato 33 a.C., si trovano immersi tra boschi e oliveti. Non è difficile immaginare il poeta camminare in un territorio che non doveva essere molto dissimile e nella pace dei luoghi comporre i suoi versi, lontano da Roma e la sua vitalità.

La Villa di Orazio

Incantati da questa natura così prorompente a pochi chilometri dalla città più popolosa d’Italia, torniamo a Vicovaro dove recuperiamo, felicemente sorpresi dalla possibilità che il nostro imprevisto ci ha messo a disposizione. La Valle dell’Aniene, zona tutta da scoprire e ancora per nulla dedita al turismo, è un luogo di grande bellezza. Si rimane stupiti dalla natura cosi prorompente, dai boschi incontaminati, dai tratti del fiume che riserva scorci suggestivi, ma anche dalla gente e dal senso di appartenenza alle antichissime genti autoctone. C’è un che di magico che trapela nei racconti sulla popolazione degli Equi. Se volete scoprire questo territorio non c’è però bisogno di un evento fortuito, tenete a mente: valle dell’Aniene.

Vicovaro

Prodotti e cucina

Sono tanti i prodotti e i piatti della tradizione locale, tra questi famosi sono le varietà di fagioli Arsolani, Cappellette di Vallepietra e Cioncone, prodotti a Arsoli, ma anche il fagiolo Cioncone di Vallinfreda.

Poi la pasta con farina di grano e granturco, solitamente condita con aglio, olio, peperoncino e pomodoro, le pizze fritte, la focaccia bassa all’olio (dolce e salata), i formaggi pecorini nella varietà fresca e stagionata. Tra i dolci: le ciambelle all’anice, le tisichelle, le ciammellette de magru e le ciammelle della fratellanza.

Dormire nella Valle dell’Aniene

Monastero San Benedetto

Via S. Benedetto,

00028 Subiaco RM

Telefono: 0774 85039

 

Consigliati per mangiare

Ristorante La Panarda

Piazza Emilio Blenio, 4,

00028 Subiaco RM

Telefono: 0774 84532

338 5221846

lapanardarapone@gmail.com

 

Rifugio Montano “Nido del Nibbio”

Strada Provionciale 44b

Monte Livata – Subiaco (RM)

Tel. 348.810.6040 – 333.46.85.133

 

La Cucina di Rio

Piazza SS. Annunziata, 2,

00020 Riofreddo RM

Telefono: 392 986 0173

 


 

Incontri d’eccellenza:

A Vallinfreda abbiamo conosciuto il regista Tony Saccucci,  che ci ha parlato del suo amore per la Valle dell’Aniene e per questo borgo. La scena finale della sua ultima opera che sta per uscire La prima donna  film documentario vincitore del Nastro d’Argento 2020, è stata girata proprio a Vallinfreda.

Il regista – autore del film documentario “Il Pugile del Duce” sulla storia vera di Leone Jacovacci, pugile italiano di colore – vive tra Roma e Vallinfreda, non riuscendo a rinunciare al legame con la sua terra.

Si è detto disponibile ad accompagnarci, in un prossimo tour, alla scoperta dei mille luoghi nascosti di questa vallata e noi senz’altro ne approfitteremo.

 

Testo Claudio Falanga

Foto Claudio Falanga / Cristiano Terzulli

 

 

 

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