Sulle tracce di Sherlock Holmes in Svizzera

Da Domodossola a Meiringen, attraversando due splendidi passi alpini, per scoprire dove morì Sherlock Holmes.

Meiringen è una cittadina del Canton Berna. Qui la vita scorre semplice e ordinata: ci si alza presto, si lavora, si fa sport, si cena e si va a letto. Niente movida. Regnano silenzio e armonia. Eppure, proprio in questo luogo pacifico, si consumò una delle tragedie più celebri della letteratura poliziesca. Sherlock Holmes cadde nelle Cascate di Reichenbach, in un duello mortale con il professor Moriarty. “Appresa la notizia” – con più di un secolo di ritardo – abbiamo inforcato una BMW R1300GS per raggiungere il luogo del delitto. Per un personaggio letterario, centotrent’anni non sono poi molti.

A Meiringen l’investigatore inglese vive ancora. Alberghi, locali, insegne e statue lo celebrano. Ma soprattutto un museo. Lo Sherlock Holmes Museum ricostruisce abiti, ambienti e documenti come se il detective fosse realmente esistito. È sorprendente quanto sia stata resa tangibile la sua leggenda. Forse un grande bluff, perché nulla è “storico” in senso stretto. Ma l’atmosfera è credibile. Coinvolgente. Anche l’hotel in cui abbiamo soggiornato custodisce una storia. È dedicato al Dakota Douglas DC-3, un aereo mitico degli anni ’30. Alluminio lucente, eliche poderose. Dentro L’Hotel Dakota immagini e cimeli che celebrano i primi voli dell’aviazione civile svizzera.

Un passaìggio del Grimsel Pass

Ma il bello è anche arrivarci

Il viaggio per arrivare a Meiringen è già un’avventura. Da Domodossola, volendo, dopo una visita alla piazza del Mercato e il centro storico, la strada sale verso il Passo del Sempione. La discesa su Briga è un susseguirsi di curve e panorami. Qui si può visitare il Castello di Stockalper, oppure proseguire verso l’Obergoms. Dodici villaggi antichi, già raccontati in un nostro servizio, conducono al bivio: Furka o Grimsel. Scegliamo per il nostro tragitto il Grimsel. Il passo è un capolavoro. Tornanti scolpiti nella montagna, un tracciato che pare disegnato per i motociclisti. In cima, il lago artificiale del Grimselsee riflette le rocce e il cielo. Lungo la discesa verso Meiringen si incontrano il Grimsel Hospiz e, più avanti, a Gutannen, il Museo dei Cristalli.

Il Castello di Stockalper a Briga
Passaggio in uno dei villaggi dell’Obergoms
Il laghetto sul Passo del Grimsel

Da Domodossola a Meiringen sono circa tre ore di strada. Percorribili in giornata, ma vale la pena fermarsi una notte. La città custodisce due luoghi imperdibili. Il primo è legato a Sherlock Holmes: la funicolare delle Cascate di Reichenbach porta al punto esatto scelto da Conan Doyle per la morte del detective. In cima, una passerella con affacci spettacolari sul salto d’acqua.

La funicolare che porta alle Cascate di Reichenbach
La Cascata di Reichenbach dove “muore” Sherlock Holmes

Il secondo sono le Gole dell’Aare. A poche centinaia di metri dalla funicolare, un canyon scavato dall’acqua, con passerelle e gallerie. Un percorso tra andare e tornare di circa un’ora. Suggestioni forti. Scatti fotografici che restano. Meiringen è dunque la meta perfetta per una gita o un weekend. Il motivo? Elementare, Watson: è un posto da romanzo.

Un passaggio nelle Gole dell’Aare

Sherlock Holmes, una morte ripensata

Sherlock Holmes nasce nel 1887 con il romanzo 2Uno studio in rosso”, creato da Arthur Conan Doyle. Il detective di Baker Street conquista subito i lettori con logica, metodo deduttivo e il fedele dottor Watson al suo fianco. Ma nel 1893 l’autore, stanco del successo del personaggio, decide di farlo morire: nelle Cascate di Reichenbach, a Meiringen, Holmes affronta il professor Moriarty e precipita con lui nell’abisso. Lo shock per i lettori è enorme: proteste e petizioni invadono giornali e riviste. Dopo otto anni, Doyle cede. Prima pubblica “Il mastino dei Baskerville” (ambientato prima della morte), poi resuscita ufficialmente il detective con 2L’avventura della casa vuota”. Da allora Sherlock Holmes diventa eterno: non più solo personaggio, ma mito capace di sopravvivere persino alla volontà del suo autore.

L’ingresso dello Sherlock Holmes Museum, la struttura era una vecchia chiesa

BMW R1300GS, la regina non abdica

Abbiamo viaggiato con una GS, massima cilindrata, ultima versione, in due, con bagagli e attrezzatura fotografica. Chi viaggia sa che due giorni o venti cambiano poco. Bisogna portare tutto e nel secondo caso basta un lavaggio on the road per la biancheria. Lo spazio in due è tiranno. Pioggia e montagna impongono abbigliamento prudente e a cipolla, anche d’estate. La nostra R1300GS aveva due borse Vario, pratiche con la chiusura centralizzata. Sopra, un borsone posteriore. Peccato manchino gli agganci per le cinghie sul portapacchi, ma in qualche modo si fissa saldamente.

La Giessona non tradisce. Motore potente, ciclistica fine, sospensioni che si adattano da sole. L’elettronica è tanta, governata da due pulsanti e dalla manopola di regolazione. Serve pratica, poi diventa naturale. Parabrezza elettrico, manopole e sella riscaldate. Trazione, anticollisione, Dynamic Cruise Control, pressione gomme, Keyless Ride, quattro modalità di guida. Manca solo un suggeritore. In modalità Eco consuma poco. Ma è la comodità che vince. E anche quella facilità di guida che fa delle GS boxer le migliori compagne di viaggio.

Motore & Prestazioni

  • Motore boxer bicilindrico, 4 tempi, raffreddato aria/liquido. 2 alberi a camme in testa, contralbero di equilibratura, sistema BMW ShiftCam (fasatura variabile).  Cilindrata: 1.300 cc. Potenza: circa 145 CV (107 kW) a 7.750 giri/min. Coppia massima: 149 Nm a 6.500 giri/min.  Rapporto di compressione: 13,3 : 1. Alimentazione: iniezione elettronica. Benzina super senza piombo (95 RON), adattabile (91-98 RON).

Consumi & Emissioni

  • Velocità massima: oltre 200 km/h.  Consumo medio WMTC: ~ 4,8 l / 100 km.  CO₂: circa 110 g/km.  Normativa emissioni: Euro 5+.

Trasmissione & Freni

  • Cambio a 6 marce ad innesti frontali con dentatura elicoidale.  Frizione: bagno d’olio, anti-saltellamento, comando idraulico. Trasmissione secondaria: albero cardanico. Controllo della trazione: DTC (Dynamic Traction Control). Freni: anteriore con doppio disco da 310 mm e pinze radiali a 4 pistoncini; posteriore disco singolo da 285 mm. ABS: Full Integral ABS Pro, supporto anche in curva.

Ciclistica & Sospensioni

  • Telaio: due pezzi, telaio principale + posteriore imbullonato; motore di supporto. Sospensioni anteriori: sistema BMW EVO-Telelever, ammortizzatore centrale. Sospensioni posteriori: EVO-Paralever, forcellone singolo in alluminio, ammortizzatore centrale a molla (WAD), precarico molla regolabile. Escursione ruote: anteriore ~190 mm, posteriore ~200 mm.  Ruote: cerchi in lega; anteriore 19″, posteriore 17″.

Misure, peso, dimensioni

  • Altezza sella (a vuoto): circa 850 mm.  Altezza totale: 1.406 mm (incluso parabrezza).  Lunghezza tot.: 2.212 mm (con paraspruzzi).  Larghezza: ~1.000 mm (incluso paramani).  Peso in ordine di marcia (con serbatoio pieno): 237 kg.  Capacità serbatoio: 19 litri (riserva circa 4 l).  Peso totale ammesso: 465 kg; carico utile (con dotazione di serie): 228 kg.

Equipaggiamento di serie e optional

Dotazioni standard includono:

  • Display TFT con connettività BMW Motorrad.  Fari LED a matrice, anabbagliante diurno. 4 modalità di guida: Eco, Rain, Road, Enduro.  Hill Start Control, Dynamic Brake Control, Cruise Control dinamico, regolazione della coppia motrice in scalata (MSR).  Controllo pressione pneumatici, paramani, vano di ricarica USB per smartphone.

Equipaggiamento speciale / opzionale:

  • Assetto elettronico adattivo, regolazione altezza veicolo. (BMW Motorrad) Sella riscaldata per pilota e passeggero. (BMW Motorrad) Headlight Pro, Riding Assistant (sensori radar, funzioni avanzate come avviso cambio corsia, rear collision warning) etc. (BMW Motorrad)

 

Museo Sherlock Holmes

Bahnhofstrasse 26

3860 Meiringen

https://sherlockholmes.ch

 

Gole dell’Aare

Aareschlucht

CH-3860 Meiringen

https://aareschlucht.ch/de/Info/aareschlucht/naturwunder

 

Hotel Dakota

Amthausgasse 2

3860 Meiringen

https://hoteldakota.ch/en/

La particolare reception dell’Hotel Dakota di Meirengen

Testo Claudio Falanga

Foto Falanga/Di costanzo

 

 

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