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Scozia in moto, terra da film. Prima parte.

Scozia in moto

La faccia rude e gentile del vecchio continente. L’isola di Skye e il selvaggio nord ovest. Il nostro racconto della Scozia in moto.

testo Carlo Nannini (Kiddo)

foto Ilenia Paoletti

Abbandonarsi alla visione della bellezza naturale. Un viaggio in moto in Scozia è innanzitutto questo.

Superati i primi chilometri, ed entrati nelle Highlands, ovvero la parte a nord e ovest, si è quasi sopraffatti dalla dolce maestosità delle montagne di un verde meraviglioso, vivo e brillante, dallo stupore per le inedite e meravigliose forme che assumono rocce, laghi, piante, dal susseguirsi di incredibili panorami a perdita d’occhio, da incredibili sculture naturali come monoliti sopravvissuti alla infaticabile azione dei fenomeni atmosferici come pioggia e vento, che noi che viaggiamo in moto sperimentiamo direttamente.

Queste due condizioni, in effetti, e alle quali eravamo preparati prima di intraprendere la nostra avventura scozzese, sono stati praticamente una costante durante il nostro viaggio.

Cercare di ricordare tanta bellezza, o provare a portarne via almeno una immagine, può diventare frustrante non solo per la difficoltà di raccontarla con pochi scatti fotografici, ma anche per la pioggia o la nebbia che impediscono tanto spesso di vedere con chiarezza.

Brevemente, ci si abitua a questo compromesso, fermandoci solo quando le condizioni atmosferiche lo permettono e ci si abbandona al rapido scorrere dei paesaggi, così vivi e meravigliosi.

Scozia in moto, isola di Skye

 Il nostro viaggio parte con l’ingresso nelle Highlands, celebrato con tanto di cartello a nord della regione del Loch Lomond, dove le statali (A84, A85, A82) a due corsie sono frequentate da ogni tipo di mezzo a motore, dal trattore al grosso autorimorchio e nelle quali il limite di 65 miglia orarie (circa 100 Km/h) viene interpretato in modo abbastanza disinvolto. Questo tipo di strada è una costante della viabilità della Scozia, quando non lascia nelle regioni a nord o sulle isole, davvero scarsamente popolate, il posto a strade ad una solo corsia dove ci si può scambiare negli appositi spazi. Con l’ingresso nelle Highlands, il paesaggio muta radicalmente e così la strada, che comincia a diventare più divertente, anche se sempre molto scorrevole. Rapportate a quelle dei nostri passi appenninici, ad esempio, sono sempre molto meno tortuose e probabilmente il mito della “gomma chiusa” non è proprio dei bikers di queste zone. Oltre alle pendenze dolci, il resto lo fanno le condizioni atmosferiche spesso non favorevoli, l’asfalto abbastanza sciupato che risente probabilmente degli inverni rigidi e il traffico sempre notevole. Nonostante tutto, ci sono anche posti dove anche la guida diventa molto divertente e si può levare qualche peletto agli pneumatici.

Scozia in moto, con questo paesaggio, le Highlands ci accolgono

La Scozia in estate è comunque molto frequentata dai motociclisti tedeschi, italiani e soprattutto locals, ovviamente.

Quasi per caso ci imbattiamo nel tratto di strada in comune fra A82 e A85 con il Green Welly Café, dove soprattutto il fine settimana si incontrano numerosi bikers.

Scozia in moto, The green Welly stop, café ritrovo dei bikers

In pratica una versione scozzese del bar da Giovanni sul Muraglione, perfetto per uno spuntino veloce prima di intraprendere il percorso che ci porterà nella meravigliosa Glen Coe, la vallata immortalata in moltissimi film (007 Skyfall fra i più recenti). All’ingresso della valle vigilano le Three Sisters, montagne del gruppo del Bidean nam Bian scalate da gruppi di turisti.

Scozia in moto. il gruppo delle Three Systers a Glen Coe

Questo tipo di turismo è uno dei più importanti per la Scozia: gruppi più o meno organizzati, spesso attrezzati per il pernottamento all’aperto, altri assolutamente inadeguati per abbigliamento o preparazione fisica che intraprendono le scalate all’esplorazione di alcuni punti noti. Con un po’ di malcelata invidia dobbiamo rinunciare a questo tipo di esperienza dal momento che il nostro abbigliamento non concede questo tipo di divagazioni.

Scozia in moto, bike in Glen Coe

 

Scozia in moto, Glen Coe

Riprendiamo quindi la condizione che più ci compete e rimontiamo in moto in direzione di Fort William, mentre il massiccio del Ben Nevis ci sorveglia imponente alla nostra destra.

La A82 lascia il posto alla A87 dove percorriamo la bellissima e selvaggia Glen Shiel su una strada che si fa pian piano sempre più isolata, segno che stiamo cominciando ad affrontare quella che per noi è la “vera Scozia”, quella che ci immaginavamo, nonostante i secoli di storia delle civiltà che vi hanno abitato, sempre selvaggia e affascinante. Costeggiamo il corso del torrente che nei secoli ha disegnato a fatica la valle e che sparisce a momenti dentro le rocce tracciando cunicoli, gallerie e rispuntando qualche centinaio di metri più a valle fra bassa vegetazione verdissima.

Alla fine di questa vallata, prima del lago Duich, una svolta a sinistra segnala il paesino di Galltair dove un servizio di ferry boat trasporta sei auto alla volta sulla vicina isola di Skye. In realtà il servizio è ormai una roba da turisti soprattutto da quando è stato costruito il ponte, la strada per arrivarci è lunga e stretta e lavorano dalle 10,30 alle 17. Questa piccola avventura vi farà però immergere totalmente nello spirito locale.

Questa divagazione utile per raggiungere l’isola di Skye se non avete troppa fretta e i vostri orari sono compatibili non dovrà però impedirvi di vedere magari al ritorno il castello di Eilean Donan, adagiato su una roccia che spunta a breve distanza sul lago di Alsh e unito alla terraferma da un caratteristico ponte di pietra. Il castello è stato usato nelle scene iniziali del film “Highlander, l’ultimo immortale” e sul ponte sono state girate le scene in cui il clan Mcleud parte per la battaglia e quella in cui Cristophe Lambert viene cacciato come stregone.

Scozia in moto, Eilean Doan Castle

 

Scozia in moto, Eilean Doan Castle

 Raggiungiamo l’isola di Skye attraverso il ponte velocissimo e poco poetico ma che permette con la visuale leggermente rialzata sul lago di apprezzare lo spettacolo dei numerosi isolotti che spuntano dall’acqua. Una scena comune a tanti Paesi nordici che abbiamo visitato ma che continua (a volte anche in maniera un po’ inspiegabile) ad affascinarci, forse perché per noi assolutamente non comune.

Scozia in moto, Skye bridge

 L’isola di Skye è frequentatissima dai turisti, almeno nella parte settentrionale ovvero quella più meravigliosamente e naturalisticamente affascinante, e non possiamo che dar loro ragione.

Scozia in moto: antico ponte nei pressi di Broadford che segnava la diramazione fra le strade più importanti dell’isola
Scozia in moto, Kilt Rock

La camminata verso l’Old Man of Storr, un picco sopravvissuto all’azione erosiva degli agenti atmosferici è uno dei must per i turisti, così come la visita alla cascata dalla scogliera a picco sul mare, la Kilt Rock.  

Il percorso sulla A855 che descrive il periplo dell’isola e che vi consigliamo comunque di compiere può essere interrotto all’altezza del (chiamarlo paesino è un po’ troppo) gruppo di case di Staffin per arrivare al Quiraing, il punto dove inizia un altipiano assolutamente piatto sul quale pascolano pecore ovunque, interrotto solo dalla strettissima e tortuosa stradina ad una sola corsia. 

 

Scozia in moto, isola di Skye

Nel punto in cui l’altopiano si interrompe di colpo per precipitare verso la costa una formazione rocciosa è meta del pellegrinaggio dei turisti, oltre che essere stata il set di film come “Stardust” con una Michelle Pfeiffer in modalità “chetelodicoafare”.

Scozia in moto, Quyrang

La strada serpeggia ripida arrampicandosi.

 

 Terminiamo il periplo dell’isola tornando sulla A850 che dopo tanti scenari incredibili risulta non stupefacente anche se a tratti molto bella e scorrevole da guidare. Se non siete voi a guidare e se fate in tempo (orari 10,30-16,30) sicuramente in prossimità di Bracadale merita la visita guidata alla distilleria Talisker.

Scozia in moto, distilleria

Anche all’esterno l’aroma forte di vinaccia si mischia a quello del mare creando un odore veramente difficile da riscontrare altrove.

Terminiamo la nostra visita all’isola di Skye per intraprendere la parte più avventurosa del nostro viaggio, ovvero verso la North Coast 500, la strada costiera che descrive in cinquecento miglia tutta la costa settentrionale della Scozia e che davvero merita tutto il tempo che richiede. Non solo le condizioni della strada, infatti, quasi sempre single trail ma la spettacolarità dei paesaggi potrebbero costringervi a numerose soste per contemplare la poesia di un creato tanto incantevole.

Scozia in moto

La prima parte della NC500 passa dalla località balneare di Applecross e prosegue lungo la costa fino a Torridon. Unisce alcuni paesi popolati soprattutto in estate che hanno proprio il sapore di luoghi di villeggiatura. Le scogliere a picco sul mare lasciano spazio ogni tanto a delle spiagge di sabbia rosa, oppure di sassi. Nei momenti di bel tempo, che in Scozia possono arrivare con la stessa rapidità con la quale comincia a rannuvolare e piovere, si hanno delle vedute stupende sulle isole davanti a Skye.

 

Scozia in moto, faraglioni nei pressi di Ullapool

Fino a Ullapool il paesaggio è sempre molto simile, seppur affascinante, con le strade anche divertenti da guidare, tortuose mentre seguono il ritmo delle insenature della costa.

Scozia in moto, in moto d’acqua in vicinanza di una spiaggia di sassi vicino a Ullapool

Una decina di miglia (circa 16 km) dopo Ullapool, proseguendo verso nord sulla A835, veniamo forse colti da una ispirazione, forse dettata da quello che vogliamo chiamare “istinto del motoviaggiatore”. Un segnale turistico simile a molti altri indica una riserva naturale a “sole” quindici miglia. Decidiamo che i nostri tempi possono permetterci una breve digressione, e sebbene poi le miglia per tornare sulla strada giusta in direzione Durness diventino addirittura quaranta, si rivelerà una delle più belle scoperte che abbiamo mai fatto in sella alla moto.

Scozia in moto

Non abbiamo in effetti raggiunto l’oasi naturale, capendo fin dai primi chilometri che i tempi si sarebbero allungati eccessivamente, ma fatte circa otto miglia in direzione di Badnagyle (i posti sono segnati sulle carte, ma spesso come detto si rivelano un gruppo di una decina di case al massimo) durante le quali abbiamo ammirato degli scenari meravigliosi fatti di rocce, isolotti, montagne, vegetazione che sembravano usciti dalla fantasia di uno scenografo o di un artista, abbiamo prudentemente cercato di raggiungere velocemente la civiltà in direzione di Lochinver.

Proprio questa ennesima deviazione si è rivelata una delle intuizioni più felici che potessimo avere.

La strada di sole undici miglia ha decisamente qualcosa di magico, una sensazione che si prova veramente poche volte in una vita di viaggi in moto, come se fosse la nostra immaginazione a creare gli scenari dove stiamo passando, come se la strada fosse costruita non per portare da A a B, ma per condurci in un safari delle meraviglie naturali, zigzagando fra rocce, pozze d’acqua, continui saliscendi; irreale nella sua fantasiosa irrazionalità.

Perdonerete se per cercare di descrivere tanta bellezza ci prendiamo il rischio di azzardare un “come se la strada percorsa finora in qualche modo fosse servita soltanto per portarci in quel posto”, così fuori dal mondo da non avere neanche un nome sulla cartina, così stupefacente da rimanere per sempre impresso nella memoria.

 

Scozia in moto
Scozia in moto

Il risveglio per fortuna, con l’arrivo a Lochinver, una graziosa località turistica, è graduale e non troppo traumatico, annunciato dalle prime abitazioni di villeggiatura.

Stiamo rischiando seriamente di arrivare tardi a Durness, la nostra meta che trattandosi di un piccolo villaggio ha solo un paio di ristoranti che chiudono dopo le 21, nonostante in estate le giornate siano molto lunghe e ci sia luce oltre le 23.

Decidiamo quindi di non fare altre soste, con le sole due eccezioni delle rovine del castello di Ardvreck, immortalato in tantissimi film e depliant turistici e del bellissimo ponte di Laxford, praticamente il simbolo della NC500

Scozia in moto, castello di Ardvrek
Scozia in moto, ponte di Laxford

La strada che sale e scende la montagna, larga e spettacolare invita alla bella conduzione disinvolta e qui si, abbiamo un po’ lasciato scorrere le ruote anche con la scusa del tempo che stringe.

Decine di pecore ci osservano dal ciglio della strada quando ricomincia a strettirsi improvvisamente superato l’ultimo rilievo e iniziando la discesa verso la costa e la nostra meta di questa prima metà del racconto della nostra avventura scozzese.

Entriamo in una vallata larghissima, una enorme conca dalle pendenze dolcissime che ricorda il Piangrande di Castelluccio di Norcia, tanto ci si sente piccoli al suo interno, e percorriamo l’unica strada che costeggia il torrentello che deve averla scavata, ad una sola corsia e drittissima a perdita d’occhio, scendendo verso il mare del quale piano piano, come se volesse avvisarci che fra poco saremo arrivati, avvertiamo l’aroma, immersi in un panorama di pascoli verdissimi, bassi muretti di sassi bianchi, ovini.

Abbiamo appena il tempo di fermare la moto nel parcheggio del ristorante di Durness, per fortuna ancora aperto, e accorgerci dello spettacolo che ci aspetta la mattina dopo, sotto la scogliera scura a picco sul mare.

Per voi che leggete, nella prossima parte.

 

Per qualsiasi informazione in merito al turismo nel Regno Unito vi consigliamo di consultare www.visitbritain.com

 

Scozia in moto, spiaggia di Durness

 

Scozia in moto, isola di Skye

 

Scozia in moto, Durness
Scozia in moto, dispersi da qualche parte nell’interno, a ovest

 

Scozia in moto, interno del selvaggio nord ovest

 

Scozia in moto, l’immancabile suonatore di cornamusa nei pressi della Kilt rock

 

Scozia in moto
Scozia in moto
Scozia in moto
Scozia in moto
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