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Locorotondo, pittoresco borgo di origine medievale

Vieni con me, ti porto a fare una passeggiata sul lungomare di Locorotondo.

Siamo su via Nardelli, il camminamento che circonda Locorotondo, in provincia di Bari. Da qui al mattino presto e verso sera si può osservare il mare, in realtà è foschia, ma i locorotondesi ormai hanno fatto propria questa denominazione, nata per gioco ma tramandata nel tempo.

Locorotondo – lungomare, via Nardelli

Locorotondo fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia, è bandiera arancione del Touring Club, bandiera verde dell’agricoltura e bandiera gialla dei comuni ciclabili.

Il primo documento in cui si nomina Locorotondo è del 1195, parla di questo “locus rotundus” con al centro il casale San Giorgio, l’attuale chiesa madre dedicata a San Giorgio Martire.

Locorotondo è villaggio medievale, le cui origini sono sicuramente più antiche. Sono stati infatti ritrovati dei reperti archeologici di insediamenti, che risalgono al paleolitico e al neolitico, durante gli scavi effettuati per realizzare i terrazzamenti e la circonvallazione.

La peculiarità di Locorotondo sono le cummerse, abitazioni tipiche dal tetto spiovente.

Locorotondo – Cummersa

Le prime cummerse (“cum vertice” per la conformazione del tetto) risalgono al 1300, sono addirittura più antiche dei trulli ma, a differenza di questi, nascevano già per un utilizzo residenziale. La cummersa si differenzia anche dalla lamia, che è più bassa e nasce come deposito.

Il tetto spiovente delle cummerse serviva per la raccolta dell’acqua piovana, che scivolava così verso le grondaie laterali. Venivano costruite su 2 livelli con, all’interno, delle scale molto ripide.

Molte cummerse sono tuttora abitazioni private, altre le sono state adibite a strutture ricettive.

Locorotondo centro storico

Il centro cittadino di Locorotondo appare subito molto pulito e ordinato, da questo traspare il senso civico dei suoi abitanti, che si prendono personalmente cura dei vicoli del centro storico.

Cosa vedere a Locorotondo.

Ogni angolo del centro storico è una piccola sorpresa, il candore delle abitazioni è interrotto solamente da vasi di fiori colorati e piante che impreziosiscono ogni scorcio.

Ma vale la pena soffermarsi su alcune testimonianze della storia di questo borgo.

Palazzo Morelli

Prende il nome dal proprietario, ex sindaco di Locorotondo di origini sicule. Fu costruito nel XVIII secolo e assume gli stilemi del barocco siciliano con i balconi a petto d’oca in ferro battuto e il portale con decorazioni molto ricche.

Lo stemma della famiglia Morelli, con la torre simbolo di Locorotondo, troneggia sul portale del palazzo, insieme al mascherone apotropaico in pietra che proteggeva dalle negatività.

Locorotondo – Palazzo Morelli

La leggenda narra che i balconi avessero la conformazione a petto d’oca, con una bombatura molto accentuata, perché in passato le donne indossavano le gonne con il cerchio e quindi, in questa maniera potevano sostare sui balconi. Questa forma molto elegante aveva quindi anche una funzione pratica.

Locorotondo – Palazzo Morelli

L’esterno di Palazzo Morelli non ha mai subito grosse ristrutturazioni, mentre la parte interna è stata frazionata  in diversi appartamenti, che nel tempo sono stati acquistati da privati .

Chiesa di San Nicola di Myra

Questa piccola chiesa del 1600 fu voluta da un notabile della famiglia De Aprile per un suo nipote sacerdote,  nasceva quindi come cappella privata, per poi divenire una vera e propria chicca che custodisce al suo interno una notevole serie di dipinti a secco.

Sulla piccola cupola ci sono delle scene degli evangelisti e degli angeli con il Dio benedicente.

Chiesa di San Nicola di Myra

 

Locorotondo – Chiesa di San Nicola di Myra

L’altra peculiarità di questa chiesa è che racchiude in sé le strutture tipiche della Valle d’Itria: la volta a botte tipica delle cummerse, e il cono del trullo, visibile solo dall’interno.

Viene spesso utilizzata come location per mostre ed eventi a tema musicale.

Dall’esterno, se non si alzasse lo sguardo per vedere la piccola veletta sopra, non si noterebbe nemmeno che sia una chiesa, infatti quando la porta è chiusa di notte si mimetizza tra le abitazioni.

Chiesa Madre di San Giorgio.

La Chiesa Matrice di Locorotondo sorge al posto del vecchio casale San Giorgio, citato nel primo documento che nominava questo “locus rotundus”. Dopo il casale ci fu una chiesa rinascimentale e poi l’attuale ricostruzione neoclassica.

Fu realizzata tra il 1795 e il 1825 e la facciata è stata recentemente oggetto di restauro.

Locorotondo – Chiesa Matrice

Sul timpano ci sono San Giorgio con il drago, patrono di Locorotondo, e le due statue di San Pietro e San Paolo.

All’interno troviamo elementi del neoclassicismo, insieme agli altari barocchi della chiesa preesistente. Dietro l’altare c’è la tela di San Giorgio del pittore napoletano Gennaro Maldarelli.

Altro elemento di fondamentale importanza è la pavimentazione, in parte coperta da lastre di vetro perché  durante gli ultimi lavori di restauro, avvenuti circa 15 anni fa, sono stati ritrovati i basamenti dell’antica chiesa, oggetti antichi e resti umani (le antiche chiese erano spesso dei cimiteri).

Locorotondo – Chiesa Madre

I terrazzamenti con i vigneti.

Affacciandosi dal lungomare di Locorotondo non si possono non notare i terrazzamenti con i vigneti sottostanti.

Filari ordinati alle cui estremità troneggia una pianta di rosa, utile come campanello d’allarme in caso di attacco dei parassiti, ma che conferisce una particolare profumazione a vino e spumanti.

Ci troviamo nell’azienda agricola Bufano, dove maturano le uve di Primitivo e Minutolo,  nei filari che incorniciano perfettamente il paese. Location unica per degustare gli ottimi vini prodotti in azienda deliziando gli occhi con il panorama sulla Valle d’Itria.

Azienda Agricola Bufano

 

Dove mangiare

Trattoria Centro Storico da Giovanni

Locale caratteristico nel cuore di Locorotondo che propone un menù tradizionale. Già mentre ci si accomoda in questa trattoria si intravede la cucina aperta, che lascia intendere l’atmosfera molto famigliare.

Da provare il purè di fave con le cicorie e gli involtini, tenerissimi. Per i vini lasciatevi consigliare dal personale in sala, non rimarrete delusi.

Testo e foto di Nadia Giammarco

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