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Tra Italia e Svizzera su strada e fuoristrada

Un bel giro tra Italia e Svizzera in strada e fuoristrada alla portata di tutti, un anello di 490 Km per il puro piacere di guidare la moto.

testo di Norberto Ronchi e Barbara Urbani

foto di Norberto Ronchi e Dario Demuru

Partendo da Milano con la nostra Suzuki V-Strom 1000 percorriamo la S.S. 36 del lago di Como arrivando dritti al lago, precisamente a Lecco. Seguiamo la vecchia ma sempre bella SP 62, inerpicandoci piano piano su per la Valsassina.

Ogni volta che ripassiamo su queste strade ci ritornano in mente le nostre prime avventure su due ruote, mete che da  adolescenti  con i 50 C.C. iniziavamo ad esplorare, una piccolissima parte del mondo che poi ci ha fatto crescere e diventare moto viaggiatori.

Risalendo tutta la Valsassina si incontrano i noti caseifici di questa zona, famosi un po’ in tutto il mondo per la produzione di Taleggio, Gorgonzola, Robiole e Quartirolo.

Da Cortenova la destinazione successiva è Esino Lario. La strada diventa sempre più stretta e fortunatamente quasi deserta, snodandosi in curve contornate da un fitto sottobosco che all’improvviso si apre su panorami unici, come dei balconi affacciati direttamente sul lago. La strada ci regala qualche bel passaggio tra le rocce e proseguendo la discesa, con una bella e lunga serie di tornanti, raggiungiamo il lago, in località Perledo, a pochissimi Km dall’incantevole Varenna, meta turistica e di gitanti domenicali.

La svolta è a destra sulla storica SP 72 che costeggia “quel ramo del lago di Como” (come citava Alessandro Manzoni nei “ Promessi Sposi”) e che ci porterà con le sue dolci curve fino alla punta estrema nord del lago, dove sorge il Fiume Adda, in località Colico (estremità del lago famosissima  oltre che per la sua bellezza anche per il suo essere considerata come una mecca per degli amanti del Wind Surf e Kite Surf).

Verso Chiavenna abbandoniamo e riprendiamo più volte la strada principale per concederci alcuni tratti di strada sterrata in mezzo a boschi secolari.

PICCOLA DEVIAZIONE IN FUORISTRADA PER RAGGIUNGERE CHIAVENNA
Tra Italia e Svizzera su strada e fuoristrada

Attraversato l’abitato di Chiavenna ecco che inizia l’arrampicata nella impervia ed affascinante Val  S.Giacomo con i suoi numerosi e stretti tornanti che conducono su su fino al passo dello Spluga. Durante la salita un paio di piccole deviazioni ci portano a fare brevi tratti di strada sterrata, la prima ai piedi della diga del Lago di Montespluga mentre la seconda un po’ più in alto per permetterci di scendere sulla sponda del lago. Curiosità ed esplorazione ed anche un modo per testare la V-Strom.

 

SVAGO CON LA V-STROM AI PIEDI DELLA DIGA DEL MONTE SPLUGA
MONTESPLUGA
VISTA DEL LAGO DI MONTESPLUGA DALLA DIGA
PASSAGGI SULLA NEVE
SULLE SPONDE DEL LAGO MONTESPLUGA

Raggiungiamo lo storico Albergo Posta dove i motociclisti spesso si ritrovano per una sosta caffè e da dove affrontiamo le ultime curve panoramiche che ci conducono al valico, a quota  2.113 metri s.l.m. e dunque nella verdissima Svizzera, cantone dei Grigioni (Graubündden) nella valle del Reno Posteriore. La strada in discesa è tutta un susseguirsi di tornanti dove guidare la moto è un vero piacere.

SOSTA ALL’ALBERGO POSTA NEL PICCOLO ABITATO DI MONTESPLUGA
SALENDO AL PASSO SPLUGA
GLI ULTIMI TORNATI NEL VERSANTE ITALIANO DELLO SPLUGA
GLI ULTIMI TORNANTI NEL VERSANTE ITALIANO PRIMA DEL VALICO DELLO SPLUGA
LA BELLA SERIE DI TORNANTI A SCENDERE VERSO SPLÜGEN NEL VERSANTE SVIZZERO.

Attraversiamo paesini suggestivi,  circondati da immensi prati, fino all’abitato di Splügen, un serpentone di asfalto da qui si interseca più volte con il fiume e con l’autostrada.

Raggiungiamo Andeer , centro termale e degli sport invernali e dentro un’ ampia e seducente conca, fra conifere abbracciate dalle roccie ci si tuffa letteralmente in un toboga, che spasso!

Ci inoltriamo sempre di più nelle gole di Viamala, dove le turbolente acque del Reno Posteriore si infrangono rumorosamente contro le pareti rocciose fra le quali scorre, fino quasi a sovrastare il sound delle moto.

Poco prima di entrare nella bella e caratteristica Thusis, svoltiamo a destra sulla 417 in direzione di Tienfecastel, pronti poi ad attaccare la Strada Statale 3 dello Jullier Pass, con il suo valico posto a 2.284 metri s.l.m; un paradiso di strada con un asfalto perfetto e curve disegnate per esaltare il piacere di guida.

ANTICO PONTE SULLE GOLE DI VIAMALA
IL CARATTERISTICO PAESE DI BIVIO (CH)
LA STRADA CHE PORTA ALLE GOLE VIAMALA COSTEGGIANDO IL RENO POSTERIORE

La bellissima discesa dello Jullier ci fionda nell’Alta Engadina. Mano a mano che scendiamo, il panorama inizia a cambiare e la veduta sul ghiacciaio Piz Corvatsch e sui laghi di Sils, Silvaplana e St. Moritz è davvero unica.

UN PO’ DI STERRATO SULLA STRADA CHE PORTA ALLO JULLIER PASS
UNA SOSTA NEL VERDE
SCENDENDO DALLO JULLIER PASS VERSO SILVAPLANA

Alla rotonda di Silvaplana giriamo verso St. Moritz; una visita alla famosissima e prestigiosa località Svizzera merita sempre una sosta. Riprendiamo il nostro giro facendo tutto il fondo valle e dirigendoci verso il Passo del Bernina.

Come al solito sul Bernina la strada ci regala un asfalto eccezionale, vedute mozzafiato sul ghiacciaio e non manca il classico incontro con l’inconfondibile “Trenino Rosso del Bernina”, patrimonio dell’Unesco nonché grande attrattiva turistica.

Il passo è a quota 2.323 metri s.l.m. e nelle giornate limpide si gode di una splendida vista sul gruppo montano del Bernina. E’ uno dei pochi passi che rimane aperto quasi tutto l’anno. La discesa a tornanti verso la valle di Poschiavo ci permette di rientrare in Italia.

Arrivati a Tirano ecco la  piazza con l’imponente Santuario della Madonna di Tirano, dove facciamo una sosta per ammirare la sua chiesa costruita nel 1505 e dove la tradizione narra della miracolosa apparizione della Vergine.

Puntando le moto a sud sulla S.S. 38 dello Stelvio verso la bassa Valtellina, ci troviamo immersi nelle coltivazioni di mele e vigneti tipici della zona. A questo punto stiamo già assaporando la parte ludica e gastronomica di questo bel giro e cioè il nostro ultimo passo montano, tutto in sterrato, dove al culmine ci attende il rifugio per un meritato pranzo, anzi quasi cena vista ormai l’ora.

Lasciamo la S.S. 38 dopo  Spinedi  e seguiamo per Fusine, dove ci rechiamo al Bar Truttarli ed acquistiamo il permesso, obbligatorio per poter percorrere il passo Dordona che dalla Valtellina porta nella Bergamasca, tutto in fuoristrada.

( Il passo Dordona è soggetto a transito a pagamento per il mantenimento della strada tra le comunità della Valtellina e della Bergamasca. Se si viene trovati a percorrere questo tratto di strada senza il regolare permesso, quando l’ordinanza dei due comuni dichiara l’apertura per il transito da entrambi i lati, si incombe in una sanzione da parte del Corpo Forestale.)

Dopo aver ritirato i nostri permessi ad un costo di 3,00€ per motociclo lasciamo il piccolo centro di Fusine e iniziamo ad arrampicarci su per una stretta fascia di asfalto immersa in un fitto sottobosco, con dei tornanti strettissimi che rapidamente ci portano in quota. L’asfalto finisce e ci avventuriamo su sterrato.

In piedi sulle pedane affrontiamo tutti i tornanti stretti e rocciosi che conducono direttamente al Rifugio Dordona e all’arrivo veniamo ripagati dalla spettacolare vista su tutta la vallata sottostante.

SALITA AL PASSO DORDONA NEL VERSANTE VALTELLINESE
VERSANTE VALTELLINESE PASSO DORDONA
IN SALITA VERSO IL RIFUGIO

 

Jessica,  Maurizio ed il loro simpatico cane Tom ci accolgono con allegria ed ecco finalmente il nostro lauto e meritato pasto composto da polenta taragna, spezzatino alla montanara e un bel tagliere di formaggi di monte ed…. ahimè solo acqua per noi motociclisti sempre attenti alla sicurezza.

Ma il mitico caffè di Jessica, moka e fornelletto, non possiamo perdercelo prima di ripartire.

TOM FA LA GUARDIA AL V-STROM DAVANTI AL RIFUGIO DORDONA

Saluti e baci e via in sella alle moto per affrontare l’ultimo pezzo in salita che ci porta  in cima al passo  a 2.063 metri s.l.m.; ormai siamo all’imbrunire e lo spettacolo che ci regalano queste montagne è veramente suggestivo.

PASSO DORDONA 2.063m/slm

 

Percorriamo gli ultimi chilometri di offroad in discesa fino a raggiungere la nota località sciistica dell’Alta Valbrembana, Foppolo.

Qui riprendiamo la strada asfaltata ridiscendendo tutta la valle fino a rientrare nella metropoli, in tarda serata, pienamente soddisfatti della nostra giornata e delle nostre moto.

E se la strada non vi basta:

Una deviazione sul tema: scendendo da Foppolo per chi ha ancora tempo a disposizione ed ha voglia di ulteriori passi e curve da Lenna può concedersi una deviazione risalendo la Strada Provinciale 1 in direzione Olmo al Brembo e proseguendo poi fino a Passo San Marco, il più alto colle della provincia di Bergamo con i suoi 1.992 m s.l.m..

La storica Cà San Marco, a pochi passi dal Passo San Marco

Nelle giornate limpide il Passo regala delle bellissime vedute. La tortuosa discesa porta a Morbegno dove il consiglio è di dirigersi verso il lago seguendo la Via Valeriana, SS402, fino a Nuova Olonio.

Qui due strade alternative a disposizione: rientrare nuovamente verso Lecco oppure proseguire sul versante opposto del lago costeggiandolo fino a Menaggio per godersi poi un passaggio sul traghetto che porta a Bellagio e che fa sentire sempre come essere in vacanza. Ma anche scesi dal traghetto la scelta della strada finale che ci riporterà a casa è molteplice.

Varenna
Bellagio visto dal traghetto

La prima, più diretta ma non certo spiacevole porta direttamente da Bellagio a Lecco. La seconda porta a Civenna, importante meta per ciclisti e motociclisti, poi a Piano Rancio, Asso, Canzo ed infine ad Erba. La terza che invece costeggia il lago sulla SS 583 ad un certo punto devia sulla SP 44 andando a toccare Pian del Tivano, Sormano con la sua colma e riallacciandosi sulla SP 46 prima di Asso. Insomma ….un modo per non tornare a casa e per godersi moto, strade e panorami proprio non manca!

Tra Italia e Svizzera su strada e fuoristrada, info utili:

Albergo della Posta Passo dello Spluga

Via Dogana, 8, 23024 Madesimo SO
0343 54234

www.albergopostaspluga.it

Rifugio Dordona – Passo Dordona

Di Jessica  Ruffinoni

Telefono rifugio 349 61 48 236 Cellulare 338 2452582

jessicaruf@hotmail.it

Ristorante con 22 posti letto

 

SUZUKI V-STROM 1000 ABS cosa ne pensa il nostro Norberto Ronchi.

Nel nostro giro abbiamo utilizzato una Suzuki V-Strom 1000 ABS non nuova per noi della redazione ma una bella sorpresa per me e la mia statura di quasi due metri.

La copertura aerodinamica ( data dal cupolino regolabile in altezza e inclinazione) è una delle prime cose che ho apprezzato immediatamente visto l’altezza e l’utilizzo di casco prettamente da fuoristrada.

Le sue rifiniture sono veramente curate e gli assemblaggi silenziosi e precisi.

PARTICOLARI V-STROM: FARETTI FENDINEBBIA E TUBOLARE PARAMOTORE

La posizione di guida è molto buona e anche il confort fornito soprattutto dalla sella è a buoni livelli .

Freni, sospensioni sono veramente un fiore all’occhiello per questa Endurona e le prestazioni del bicilindrico a volte fanno pensare di essere alla guida di una sportiva.

Ciclistica azzeccata che regala precisione e piacere di guida ed elettronica di sicurezza mai invasiva e fuori luogo. Unico neo dell’ABS il fatto che non sia disinseribile per utilizzo in fuoristrada. Su asfalto non si avverte nemmeno forzando l’andatura e concedendosi delle belle staccate ma quando serve ecco che arriva puntuale e preciso.

Il controllo di trazione si può regolare su due livelli o disinserirlo completamente tramite comodo comando al manubrio e visualizzazione digitale sul cockpit.

Strumentazione completa e ricca, facile ed intuitiva nella lettura, ben collocata e piacevole; indicatore del livello di carburante un po’ impreciso.

La moto in prova era equipaggiata al top di gamma con scarico Yoshimura, manopole riscaldate con cinque gradi d’intensità, paramani, cover protezione serbatoio adesiva, tubolari paramotore, puntale con rifiniture in alluminio, valigie laterali in abs e fendinebbia.

PARTICOLARI DELLA V-STROM. COVER PROTEZIONE SERBATOIO ADESIVA E STRUMENTAZIONE

Le valigie a mio parere sono belle nel complesso ma poco capienti, anzi forse fin troppo piccole per la tipologia di moto; i faretti fendinebbia migliorabili nell’estetica.

Nell’utilizzo in fuori strada avrei apprezzato la possibilità di disinserire l’ABS e la possibilità di rimuovere le gomme sulle pedane poggia piedi e di averle più larghe per una maggiora stabilità e confort.

La geometria tra manubrio, leve, pedane nella guida in piedi non è il massimo ma accettabile, mentre anche qui le sospensioni si sono rivelate una grande sorpresa e anche l’ABS mi ha permesso di guidare in maniera pulita senza intervenire continuamente ed inutilmente.

Suzuki V-Strom 1000 mi è piaciuta tanto, mi ha regalato tante sorprese ed un piacere alla guida inaspettato, con un motore sempre pronto, rotondo e generoso. Insomma una moto con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

PARTICOLARI V-STROM: VALIGIE IN ABS E PUNTALE CON INSERTI ALLUMINIO

 

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