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Istanbul vista dall’obiettivo di Fabrizio Jelmini

testo e foto Farbrizio Jelmini

Ne avevo sentito parlare. Da tempo era mio desiderio visitarla. Una splendida occasione, un regalo di mia moglie mi ha permesso di viverla per pochi giorni, intensi, a contatto con le persone come piace a me.

La prima cosa che salta all’occhio appena la vedi è la frenesia della gente, un continuo andirivieni di persone, in fin dei conti è una città con 16 milioni di abitanti, poi, la gentilezza e la disponibilità di chi la abita. Mi è capitato di chiedere informazioni, non ho ricevuto una risposta, sono stato accompagnato a destinazione.

Alloggiavamo vicino a Taksim Meydani e da li, il cercare di “incontrare” le persone, di avvicinarmi e osservarle nel loro fare. Ho iniziato così a raccogliere quelle informazioni fotografiche, che servono per cercare di capire, di non lasciare tutto al caso. Ho avuto modo di conoscere svariate persone piacevoli da Özkan che vende il tipico “semit” una ciambella salata al sesamo per passare da Alparslan nel suo laboratorio nella zona degli idraulici. Ömer che vende libri usati, appassionato di letteratura classica, per arrivare nella zona del “gran bazar” a Beril che ha un “barber shop” piccolissimo ma frequentatissimo.

Ho pensato che per questo micro racconto, la “vetrina” l’avrei lasciata a loro, “worker” così ho titolato questa serie di fotografie, si perché credo che alla fine una grande parte di ciò che ho vissuto come esperienza positiva, lo debba a loro e alle loro storie. Dimenticavo, parlavo di Lei, di Istanbul. Vi suggerisco di andarci, visitatela in tutta calma, mischiandovi alla gente comune, ne vedrete delle belle.

Ecco Istanbul vista da Fabrizio Jelmini

Istanbul vista dall’obiettivo di Fabrizio Jelmini

Istanbul vista dall’obiettivo di Fabrizio Jelmini

Istanbul vista dall’obiettivo di Fabrizio Jelmini

Istanbul vista dall’obiettivo di Fabrizio Jelmini

 

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