reportage e foto di Ada Grilli
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“Place14 Janvier”; la vita è tornata nei ranghi nella capitale e ora si circola senza alcun problema di sicurezza. La gente fa la sua vita con i vari traffici quotidiani, la Medina è un viluppo di vicoli e piccoli commerci, proprio quello che ci affascina delle città africane e che noi non abbiamo più nelle nostre città dove la vita è tenuta ben al riparo dalla vita di strada. Tunisi è bellissima vista da lontano così bianca e compatta, con le porte ma senza più mura (inutile cercarle perché i francesi le hanno distrutte, il che fa un effetto strano come di una finestra senza facciata).
Il mare è a due passi e ci si arriva anche in metropolitana.
Ma proprio la sua vicinanza al mare rende fragile la città.
Vicinissimo alle rovine, e dunque vicino anche a Tunisi da cui dista solo 17 km, un villaggio tutto bianco e azzurro che pare una filigrana, appollaiato come uno dei suoi tanti gatti su uno sperone che dà sul mar Mediterraneo. E’ Sidi Bou Said, forse il più bel villaggio di tutto il Mediterraneo. C’è armonia ordine e colore nelle costruzioni, una quiete da sogno nelle stradine. Che fare a Sidi Bou Said? Quello che facevano i pittori quando arrivavano in Tunisia, fermarsi a prendere un caffè arabo, a fumare un sigaro, a dipingere una viuzza, a guardare il mare. Paul Klee era da quelle parti nel 1914 e ne rimase ispirato. Se ci si vuole cimentare, anche senza l’ambizione di raggiungere la fama del grande pittore francese, basta non avere fretta e portare con sé in valigia due colori: il bianco e l’azzurro appunto.
Un azzurro che ritroveremo più a sud, ma non tanto nelle inferriate nelle porte e nei balconi quanto negli abiti degli uomini del deserto. Meravigliosi e principeschi, misteriosi nei loro vestimenti azzurri ben drappeggiati, come principi azzurri per l’appunto, alti anzi inarrivabili sui loro dromedari bianchi dal passo felpato. Siamo forse capitati in una favola? La favola dei principi del deserto? E dove sono questi uomini azzurri?
Per trovarli bisogna andare giù nel grande sud, almeno oltreTozeur, verso e oltre Douz. Qui c’è una Tunisia appartata, ma partecipe alla vita del Paese, niente affatto marginalizzata insomma. Il deserto è tutt’intorno, di pietre e di dune, pochi arbusti stentati, ma sulle dune è solo purezza di linee, per la gioia degli occhi e degli obiettivi nikon, canon eccetera. Ma qua e là, dopo una curva può spuntare un’oasi e si direbbe tutto un altro pianeta. Il verde allora riempie gli occhi e gli obiettivi, ma soprattutto si respira frescura e si intuisce ricchezza. Di frutti deliziosi, di fogliame, di corteccia, di legno dalle palme anch’esse ritte e fiere come gli uomini sui dromedari. Non ci sono palme bruttine, le palme sono sempre splendide e da queste gli uomini del deserto dipendono come noi dall’ufficio. E della palma non buttano via nulla, come facciamo noi col maiale.
Il palmeto di Tozeur è una vera enorme foresta a tre piani con culture di frutta e legumi da orto che crescono benissimo all’ombra leggera delle palme, ma dentro ci sono anche attività di servizi, per esempio ci si può mangiare ben serviti come pascià e adagiati sui tappeti stesi sotto le fronde come una moquette, oppure pernottare nelle casette a palafitta di uso turistico, di legno come gli chalet svizzeri tra gli abeti delle nostre alpi.
Hanno della fantasia questi tunisini. Lo si capisce subito da come usano i mattoncini di sabbia e di argilla per fare le facciate di qualunque cosa si affacci su una strada. Non un mattone sopra l’altro come fanno tutti, ma uno in fuori e uno in dentro, a creare bassorilievi di losanghe, quadrati, greche, disegni geometrici fantasiosi e incredibili. Vale la pena stare qualche giorno a Tozeur anche solo per bearsi di queste realizzazioni architettoniche da far invidia alle nostre archistar. Se poi si osserva bene come riescono a tenere su quelle enormi magnifiche tende da deserto dove sono capaci di allestire sontuosi banchetti per centinaia di persone, ci si renderà conto di come i popoli del deserto, tunisini inclusi, siano veri maestri dell’architettura leggera e non invasiva sulla sabbia. Tanto di cappello.
Ma il massimo è il mix di tende tradizionali, costruzioni a cupola che sono stati il set di film famosi come Guerre stellari e illuminazione scenografica delle dune. Da godere di notte vicino a Nefta, precisamente a Ong Jemal (Il collo del cammello).
Informazioni utili:
Il portale migliore per avere una panoramica sulla Tunisia è quello francese www.bonjour-tunisie.com
Per dormire a Tozeur ci sono decine di alberghi anche di categoria alta (2 a 5 stelle e vari a 4 stelle); si trovano tutti sul portale www.tozeur.com
Le escursioni nel deserto e alle oasi di montagna si organizzano da Tozeur o da Douz.
Le agenzie sono decine e hanno tutte ottimi fuoristrada e autisti preparati.
Per assistenza in Italia l’Ufficio Turistico Tunisino si trova a Milano, tel. 02.86453044; info@turismotunisia.it –www.tunisiaturismo.it – www.tunisietourisme.com.tn
reportage di Ada Grilli
foto Ada Grilli e Claudio Falanga
“Place14 Janvier”; la vita è tornata nei ranghi nella capitale e ora si circola senza alcun problema di sicurezza. La gente fa la sua vita con i vari traffici quotidiani, la Medina è un viluppo di vicoli e piccoli commerci, proprio quello che ci affascina delle città africane e che noi non abbiamo più nelle nostre città dove la vita è tenuta ben al riparo dalla vita di strada. Tunisi è bellissima vista da lontano così bianca e compatta, con le porte ma senza più mura (inutile cercarle perché i francesi le hanno distrutte, il che fa un effetto strano come di una finestra senza facciata).
Il mare è a due passi e ci si arriva anche in metropolitana.
Ma proprio la sua vicinanza al mare rende fragile la città.
Per trovarli bisogna andare giù nel grande sud, almeno oltreTozeur, verso e oltre Douz.
Il palmeto di Tozeur è una vera enorme foresta a tre piani con culture di frutta e legumi da orto che crescono benissimo all’ombra leggera delle palme, ma dentro ci sono anche attività di servizi, per esempio ci si può mangiare ben serviti come pascià e adagiati sui tappeti stesi sotto le fronde come una moquette, oppure pernottare nelle casette a palafitta di uso turistico, di legno come gli chalet svizzeri tra gli abeti delle nostre alpi.
Non un mattone sopra l’altro come fanno tutti, ma uno in fuori e uno in dentro, a creare bassorilievi di losanghe, quadrati, greche, disegni geometrici fantasiosi e incredibili. Vale la pena stare qualche giorno a Tozeur anche solo per bearsi di queste realizzazioni architettoniche da far invidia alle nostre archistar.
Ma il massimo è il mix di tende tradizionali, costruzioni a cupola che sono stati il set di film famosi come Guerre stellari e illuminazione scenografica delle dune. Da godere di notte vicino a Nefta, precisamente a Ong Jemal (Il collo del cammello).
Il portale migliore per avere una panoramica sulla Tunisia è quello francese www.bonjour-tunisie.com
Per dormire a Tozeur ci sono decine di alberghi anche di categoria alta (2 a 5 stelle e vari a 4 stelle); si trovano tutti sul portale www.tozeur.com
Le escursioni nel deserto e alle oasi di montagna si organizzano da Tozeur o da Douz.
Le agenzie sono decine e hanno tutte ottimi fuoristrada e autisti preparati.
Per assistenza in Italia l’Ufficio Turistico Tunisino si trova a Milano, tel. 02.86453044; info@turismotunisia.it –www.tunisiaturismo.it – www.tunisietourisme.com.tn