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Golfo di Baratti e Populonia. In Etruria in moto.

Angolo di Toscana fra i più preziosi, il Golfo di Baratti offre una spiaggia sovrastata da immensi pini marittimi e insediamenti archeologici

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testo Carlo Kiddo Nannini

foto Kiddo, Quartapiena e Claudio Falanga

La spiaggia del Golfo di Baratti, bella località separata da una collina dal porto di Pombino, si affolla d’estate di numerosi bagnanti attirati dall’acqua limpida, dalla sabbia dal caratteristico colore rossiccio e dalla singolarità del prato che arriva quasi a lambire il mare, oltre che dalla rinomatissima pineta che garantisce frescura e riparo dal sole delle ore più calde.
Uno scatto da uno dei pochi bar sulla spiaggia del Golfo di Baratti
Il verde lambisce la spiaggia del Golfo di Baratti

Nelle immediate vicinanze della spiaggia si trova uno dei più importanti siti archeologici etruschi, dove sono state scoperte nel corso del ventesimo secolo monumentali sepolture di ricchissime famiglie del VII e VI secolo a.c.

I ritrovamenti delle tombe, fra le quali le più imponenti e meglio conservate hanno la caratteristica forma a tamburo con il tetto a volta di pietre ricoperte da terra, si devono esclusivamente alla evoluzione attraverso il tempo e la storia dell’umanità delle tecnologie di lavorazione del ferro , fattore che rende il sito archeologico gestito dall’Ente dei Parchi della Val di Cornia ancora più affascinante.

Le caratteristiche tombe etrusche di Baratti

A dominare il Golfo di Baratti, il Castello di Populonia

Numerose infatti le fasi che hanno portato la stretta valle ai piedi del promontorio che ospita il Castello di Populonia, all’aspetto attuale. Vi veniva infatti lavorato il minerale ferroso estratto dalla vicinissima isola d’ Elba, attività che non poteva più essere effettuata per l’esaurirsi di alberi e quindi legna indispensabili per alimentare i forni che servono per estrarre il ferro dal minerale grezzo. La percentuale di ferro che si riusciva ad estrarre però non era superiore al 40%, si accumulava così una grande quantità di materiale di scarto, che nei secoli si è stratificato fino a lambire la spiaggia, che ci appare adesso in modo così insolito.

Negli anni ’40, però, l’industria bellica richiedeva ferro continuamente, e si pensò di andare a recuperarlo laddove se ne vedeva spuntare, a volte come materiale semilavorato, altre come minerale parzialmente esausto, in grandissima quantità.

Materiale ferroso semilavorato di origine etrusca. si trova affiorante sul terreno in grande quantità

Ben presto gli scavi per recuperare il ferro si trasformarono in scavi archeologici, quando si cominciò a rinvenire le prime sepolture a forma squadrata, che nel corso dei secoli erano state ricoperte. Questa area in prossimità della spiaggia che custodisce le sepolture più imponenti e famose è quella di “San Cerbone”.

Interno delle tombe etrusche: modalità di costruzione della cupola

Proseguendo la visita a piedi nell’area archeologica ci si sposta verso la collina soprastante per arrivare ad una antichissima cava di pietra che gli etruschi hanno abbandonato ancora in fase di coltivazione, si possono così ancora intuire i segni della squadratura delle pietre.

Antica cava di pietre, si vedono le linee di squadratura

Accanto alla cava è stato scoperto un altro interessantissimo sito archeologico consistente in numerose sepolture sovrapposte scavate in un’altra cava abbandonata di tufo.

Sepolture nel tufo

Ritornando alla spiaggia, seminascoste dalla vegetazione ed alcune in ottimo stato di conservazione, si svelano altre sepolture, di tipo ancora diverso e con accesso dall’alto; scavate nel tufo affollano la collina disposte in maniera alla quale pare inutile cercare di dare un senso geometrico.

Sepolture sulla collina della parte alta del Golfo di Baratti

Torniamo al parcheggio di San Cerbone per riprendere la moto e dirigerci verso il castello di Populonia cercando di non farci distrarre dalla splendida vista che a tratti si affaccia sul mare e rimanendo concentrati alla guida nella splendida serie di curve. Il castello e le torri di Populonia regalano un panorama che spazia da Baratti a Piombino all’Isola d’Elba, che sembra di poter raggiungere con un salto.

Il Castello di Populonia
Il Castello di Populonia
Uno scorcio interno di Populonia

Continuiamo la visita al sito archeologico etrusco che ha recentemente rivelato una imponente canalizzazione sorretta da archi per approvvigionare di acqua una enorme cisterna, la pianta di alcuni templi e una enorme strada che li congiungeva.

La strada etrusca, sullo sfondo, il castello di Populonia

Guidati più dalla immaginazione e dal fascino emanato da questi antichissimi resti che non dalla effettiva palesità delle tracce che rivelano, proseguiamo la nostra visita sulla collina accanto al castello con una breve passeggiata dove gli esaustivi cartelli informativi ci informano che stiamo seguendo il dipanarsi delle antiche mura dell’acropoli etrusca, ovvero la città vera e propria che ospitava botteghe, negozi, abitazioni.

Uno splendido scorcio del Golfo di Baratti

Il popolo etrusco venne fagocitato lentamente dai romani, che in seguito ad alcune importanti vittorie militari proprio su Populonia e Volterra presero definitivamente il controllo dell’Italia centrale. A noi non rimangono che poche tracce di un passato gloriosissimo di artigianato e commercio, oltre che la possibilità, in questo e in numerosi altri siti archeologici, di continuare a scavare per trovarne nuove tracce.

Per informazioni www.parchivaldicornia.it

Pernottare nel Golfo di Baratti

 

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