Seconda tappa del nostro giro della Sardegna in moto. Da Alghero a Stintino, poi in battello per una indimenticabile visita guidata in un luogo incontaminato: il Parco Nazionale dell’Asinara.
Dici Asinara e la prima cosa che viene in mente è il supercarcere, una specie di Alcatraz di casa nostra. E in effetti dislocati sui 50 kmq del territorio dell’isola dell’Asinara di strutture che nel corso del tempo sono state adibite a colonia penale ce ne sono una decina, e hanno ospitato nomi inquietanti, Curcio, Vallanzasca, Concutelli, Riina, Fioravanti, Brusca, oltre a vari esponenti dell’anonima sequestri, insomma personcine che in caso di discussioni era meglio non contraddire. Oggi i vari edifici sono adibiti a musei, ricoveri di animali, e sedi dei vari osservatori naturalistici.
Ma l’isola ha una storia millenaria che, narra la leggenda, inizia da quando Ercole la staccò dalla Sardegna. Testimonianze di epoca neolitica sono rimaste nella domus de janas di Campo Perdu (che non a caso vuol dire cimitero), poi nel corso dei secoli ci sono stati gli avvicendamenti di Romani, Bizantini, Arabi, Spagnoli, fino al Regno di Sardegna e a metà dell’800 finalmente lo Stato Italiano. Vista la posizione relativamente isolata nel corso degli anni furono istituiti un lazzaretto, poi un tubercolario, poi durante la prima guerra mondiale una dimora obbligata per prigionieri austroungarici (sono ancora presenti un ossario e una chiesetta dedicata), e gli abitanti costretti, con le buone o con le cattive, a lasciare l’isola (alcuni nuclei familiari originari costruirono e si stabilirono a Stintino).
E proprio al porto di Marina di Stintino parcheggiamo la moto e ci incontriamo con Giuliana Atzori, biologa, educatrice ambientale, titolare di Wild Park Asinara e guida autorizzata dell’ente Parco Nazionale dell’Asinara, che, una volta scesi dal battello, ci farà salire a bordo del suo van e ci porterà alla scoperta di un territorio che lascia senza fiato.

Il Giardino dell’Eden!
Appena sbarcati ci si rende conto di essere in un luogo tanto bello quanto fragile, l’istituzione del carcere di massima sicurezza dagli anni ’70 in poi ha di fatto sottratto l’isola dell’Asinara ai suoi legittimi proprietari, ma per contro ne ha preservata l’unicità. Oggi il parco è virtualmente disabitato, c’è un’unica minuscola struttura ricettiva, un chiosco, un noleggio biciclette, la stazione dei Carabinieri, mentre le vecchie abitazioni del personale carcerario sono occupate per brevi periodi l’anno dagli addetti alla gestione e all’accoglienza del Parco. Abitanti residenti uno, invidiatissimo: Enrico Mereu, scultore.

Girando per l’isola Giuliana ci racconta le storie dei detenuti (alcune da fare invidia ai migliori sceneggiatori del cinema), i nomi dati ai vari edifici (per esempio “la discoteca”, illuminata a giorno 24h), ci illustra con passione e competenza qualsiasi tipo di pianta o di fauna che incontriamo (i caratteristici asinelli albini, o le minuscole piantine di globularia marittima che profumano di miele), e poi ci accompagna all’Osservatorio Faunistico per una visita nella visita. Lì, in un locale che un tempo ospitava detenuti per reati sessuali, Danilo Pisu e i suoi collaboratori svolgono un’attività di cattura (tramite morbide reti), inanellamento e immediato rilascio di specie ornitologiche che migrando da un continente all’altro passano proprio di lì. Quando siamo arrivati stava delicatamente maneggiando e catalogando una bellissima upupa (e mannaggia che la macchina fotografica abbia fatto le bizze proprio in quel momento).


“Non si sa dove guardare!”
Difficile descrivere l’amore per la sua terra che ci trasmette Giuliana, e le sensazioni che si provano visitando questa isola nell’isola. I profumi di Sardegna, certi colori di una tavolozza da non credere, le distese di calendula, gli animali allo stato brado, spiagge e mare che i Caraibi scansatevi proprio, un ecosistema praticamente intatto a cui le foto non riescono a rendere giustizia. Alcune zone sono intoccabili, guai a sfiorare una foglia o a metterci un piede: “Se provi a fare il bagno lì riaprono una cella e ti ci mettono direttamente dentro!”

Arrestateci vi prego!
Dopo un pranzo al sacco a Cala Reale e una sosta al borgo di Cala d’Oliva, dove soggiornarono anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ci aspetta la visita all’interno della Diramazione Centrale con annesso museo, quindi con un misto di stupore e inquietudine risaliamo sul van e piano piano rientriamo a Fornelli, il punto di partenza. Puntualissimo il battello è pronto a ripartire, attenzione che chi c’è c’è e non aspetta (confessiamo che l’idea di nasconderci da qualche parte per rimanere sull’isola ci era venuta). A Stintino saluti con tanti speranzosi a-rivederci, risaliamo in moto e torniamo ad Alghero.
A dispetto di una giornata di splendido sole, lungo la strada ci sorprende un’acquazzone epocale. Ma dopo un’esperienza così… chissenefrega!


QUI IL FILE GPX scaricabile del percorso da Alghero fino al porto di Marina di Stintino
QUI IL LINK al racconto della prima tappa da Olbia a Alghero
Seguiteci nella TERZA TAPPA: la Grotta di Nettuno e la mitica Alghero-Bosa!
Di seguito i contatti per una visita in questo luogo magico:
Escursì – esperienze ed escursioni in Sardegna
Wild Asinara Park, di Giuliana Atzori – escursioni e visite guidate nel Parco Nazionale dell’Asinara
Alghero Tours, di Antonio Morittu – promozione del turismo locale a Alghero e dintorni