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Alberobello e i suoi candidi trulli, un fascino senza tempo

Alberobello

Meta immancabile per chi visita la Puglia. Alberobello con i suoi trulli, inseriti nel patrimonio UNESCO, conquista il cuore dei turisti di tutto il mondo.

Alberobello si trova in provincia di Bari, in Valle d’Itria, depressione carsica che si colloca nel centro della Puglia, ma anche nel territorio della Murgia dei Trulli (murgia, dal latino murex: roccia).

La visita della città.

Sono due i rioni di Alberobello: Aia Piccola, che comprende circa 400 trulli per lo più privati ed abitati, e Rione Monti dove sorgono circa 1000, principalmente negozi e botteghe artigianali o strutture ricettive.

Entrambi i rioni pullulano di candidi trulli che creano degli scorci incantevoli, ed entrambi meritano di essere visti.

Il nostro consiglio è di passeggiare in tranquillità attraverso le abitazioni di  Rione Aia Piccola godendosi il silenzio e l’autenticità tra i vicoli, per poi immergersi nella parte più turistica, Rione Monti, curiosando tra i negozietti di souvenir e entrando nelle botteghe, che spesso ospitano laboratori di antichi mestieri o caratteristici ristoranti.

E’ possibile anche entrare in alcuni Trulli dove i proprietari permettono ai visitatori di accedere ai terrazzi da cui si può godere della vista su tutta la via che attraversa il rione.

L’origine del nome Alberobello è latina: Arboris Belli, albero della guerra, una quercia troiana che pare fosse situata al centro di un’area boschiva che si trova a circa un chilometro dall’attuale centro urbano.

Ci troviamo in un territorio carsico, e la pietra calcarea di cui è costituito il sottosuolo la vediamo utilizzata per la costruzione di trulli e muretti a secco.

Alberobello

I Trulli sono una costruzione tipica molto diffusa in tutta la Valle d’Itria, ma Alberobello è unica per l’alta concentrazione di trulli nel suo borgo antico. Ciò si spiega perché questo fu un villaggio rurale fino al 1797, l’ultimo di questo territorio a liberarsi dal feudalesimo. I contadini utilizzavano le pietre per dare vita a queste costruzioni, rigorosamente realizzate a secco, che inizialmente erano un ricovero per gli animali, depositi attrezzi e pagliai.

I Trulli quindi non nascono come costruzioni destinate ad un uso abitativo ma avevano solamente una funzione agricola.

I trulli visti da dentro.

Per comprendere come venivano realizzate queste tipiche costruzioni ci siamo recati da un maestro trullaro, Giuseppe Maffei, il cui laboratorio è situato nel Rione Monti.

Questo artigiano si dedica alla realizzazione di trulli in miniatura, sempre conservando la tecnica originaria e illustra, a chi visita il suo laboratorio, la tecnica costruttiva di queste costruzioni simbolo della regione.

Attualmente in paese vediamo molti trulli con la base rettangolare, detta casedda, ma i  primi avevano la base circolare oltre, ovviamente, al tetto a forma conica.

Per realizzare il Trullo venivano prima scavate le cisterne, che servivano per la raccolta dell’acqua, il materiale di risulta veniva utilizzato per la costruzione della base trullo.

Giuseppe Maffei – Mastro Trullaro

I mastri trullari lavoravano con gli occhi, non esistevano delle tecniche di architettura particolari, costruivano direttamente con le mani ponendo le pietre in cerchi concentrici, trovando il giusto incastro e facendo sì che le pietre a secco si tenessero l’una con l’altra, andando a formare il trullo.

La parola Trullo deriva dal greco trullos, che sta ad indicare la forma circolare, all’inizio identificava solo il tetto, poi tutta la struttura ha assunto lo stesso nome. Sono costruzioni la cui origine è antichissima, che si sono andate ad evolvere nel corso del tempo, diventando da strutture rurali ad abitazioni.

Vista sui trulli dal Rione Aia Piccola

Oggi vengono utilizzati dei materiali naturali simili alla malta per tenere insieme le pietre perché, avendo ormai funzione abitativa, sono cambiate le esigenze. La pietra del trullo funge da isolante termico, garantendo una climatizzazione ottimale. L’esterno del trullo viene “allattato” con lo stesso latte di calce utilizzato in tutti i paesi della zona per imbiancare e disinfettare le abitazioni.

Chiesa di Sant’Antonio

Risalendo il Rione Monti, attraverso Via Monte San Michele, si raggiunge la Chiesa di Sant’Antonio, chiesa a trullo fatta costruire nel 1927 da un sacerdote locale, don Antonio Lippolis, grazie anche al contributo di persone di Alberobello emigrate in america.

Può sembrare appartenere ad uno stile tardo romanico, in realtà è una struttura del XX secolo, con la peculiarità di avere i trulli come cupola.  E’ nuova ma connotativa di Alberobello, infatti anche all’interno ci sono degli archi a tutto sesto realizzati in pietra.

All’interno la tela sull’altare principale è opera di Adolfo Rollo, artista di Giovinazzo (BA). Presente anche una statua che raffigura Sant’Antonio che dona il pane ad un povero, ed il 13 giugno, giorno in cui si celebra il Santo, si può assistere alla la cerimonia della benedizione del pane di Sant’Antonio, con la processione per le strade di Alberobello.

Dove mangiare ad Alberobello.

Il Ristorante Casa Nova si trova nel Rione Monti, in pieno centro storico.

Si tratta di un vecchio frantoio del 1700 convertito in ristorante nel 2003. La location è assolutamente tipica, con archi a tutto sesto tipici di Alberobello, ed arricchita con murales che ritraggono scene di convivialità.

La passione con cui è gestito il ristorante trapela dai sapori autentici delle portate: cibi della tradizione preparati con ingredienti del territorio e serviti con simpatia e professionalità.

Testo e foto di Nadia Giammarco

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