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Dakar, il sogno di un cinquantenne!

Sulla soglia dei 50 anni, arriva la voglia di staccare dalla routine quotidiana e abbandonarsi a un viaggio che resterà per sempre nella memoria.

Testo e foto di Marco Marengo

Quale percorso porti la mente umana a sognare un viaggio è abbastanza semplice da immaginare: lo stacco dalla quotidiana routine stressante, il bisogno d’evasione, l’incontro con qualcosa di nuovo, insomma tutte cose di semplice comprensione e condivisibili ai più. Resta forse più complessa ed articolata l’analisi della scelta del tipo di viaggio che l’individuo decide di intraprendere proprio in quel dato momento.

Questa scelta è un filo sottile che passa tra le varie sfaccettature native dell’essenza umana, tra quello che si pensa di cercare e quello che si spera di trovare, tra la voglia di superare i propri limiti fisici e mentali e la costante consapevolezza della propria essenza, tra la ricerca di tranquillità e quello che più ci rende liberi sino al momento in cui crediamo di non poterci spingere oltre..in questa alternanza emozionale si giunge a 50 anni a scegliere di voler raggiungere Dakar in moto.

La difficoltà è stata quella di trovare un giusto compromesso tra quelle che erano le mie esigenze e ciò che il mercato poteva offrirmi. Cercavo un viaggio con un approccio con pochi fronzoli, a basso costo, con lo spirito dell’avventura, possibilmente che ripercorresse le antiche leggende della Parigi/Dakar, per capirci quella di Sabine.

Quando mi imbatto in questo sito portoghese che nella presentazione riporta:

The Dakar Desert Challenge The great African adventure is a great trans-Saharan expedition, non-competitive with a low-cost concept, which aims to recreate the great moments of escape and adventure of the legendary “Paris-Dakar Rally” with very low participation costs and the possibility of participation of various types of motor vehicles. 

Mi dico: ecco, ci siamo, ho trovato finalmente quello che cercavo!!! 

Il giorno del mio 50esimo compleanno decido a tavolino che coinciderà con quello della mia iscrizione e da quel giorno “Alea iacta est”. 

Già, ma il tempo dal 31 ottobre al 23 dicembre in fondo non è poi molto, bisogna iniziare i preparativi per non farsi trovare impreparati. Le cose da fare sono molteplici, dalla preparazione della moto a tutti gli aspetti burocratici amministrativi, sino a giungere anche a quelli più “dolorosi”.. una serie di vaccini obbligatori tipici dei Paesi con potenziali rischi endemici.

Insomma l’avventura in tutte le sue sfaccettature comincia a prendere forma, con la mia convinzione a tal riguardo che anche questa parte di “lavoro” sia parte formante di un viaggio.

Inizia così l’allestimento del mio ktm 690 in una forma alleggerita della più blasonata versione rally: cupolino alto, staffe paragambe e paratelaio, porta borse rigide e serbatoio supplementare.

Quest’ ultimo accessorio, indispensabile in Africa, dove di norma è meglio avere un certo kilometraggio di “riserva”, mi ha creato i primi problemi per quanto riguarda il montaggio: una interferenza imprevista con la staffa portaborse mi ha obbligato a dissaldare la staffa e ricostruirla completamente.

Lavoro che è tuttora in fase di elaborazione… e che vedremo di sciogliere nel prossimo intervento…

Stay tuned!

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