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La Monaco del desertoLa Monaco del deserto

Il tragitto non presenta grandi difficoltà, regala panorami desertici di incomparabile bellezza e solo negli ultimi chilometri diventa impegnativo per la sabbia depositata sulla strada dal vento. Bartolomeo Diaz, navigatore portoghese, nel 1487 arrivò in questo luogo adatto ai rifornimenti durante il primo viaggio sulle sponde Atlantiche del continente Africano.

Aprì la via d’acqua per raggiungere l’India e doppiò il Capo Di Buona Speranza. L’insediamento prese il nome di Angra Pequena, nome mantenuto fino al 1883 anno in cui il commerciante tedesco di tabacco Adolf Luderitz acquistò la zona in cerca di metalli e diamanti: il nome cambiò in Luderitz. Colonizzata dai tedeschi è chiamata la “Monaco del deserto” per lo stile Bavarese delle sue costruzioni. Ora la città conta pochissimi abitanti per lo più dediti alla pesca e a piccoli commerci.

Luderitz. Architettura di epoca coloniale tedesca fine ‘800

Ci sono inoltre alcuni tecnici ed operai specializzati nell’estrazione di minerali presenti nel fondale oceanico. Il passaggio di motociclisti, essendo molto raro, suscita curiosità. I mototuristi visitano in breve tempo il piccolo centro e la baia antistante. L’insieme è surreale: il freddo e tempestoso oceano, l’abitato tipico tedesco e il nulla del deserto. l’indomani, saliti in sella alla loro amata Moto Guzzi tornano verso keetmanschoop, visitano La Quiver Tree Forest, foresta degli alberi faretra, nome che trae origine per l’utilizzo che ne fanno i Boscimani Africani per ricavare gli astucci delle loro frecce dai rami della Aloe Dichotoma. I viaggiatori puntano ora a nord per 600 km sulla B1 fino a Windhoek moderna capitale della Namibia, situata a 1650 m s.l.m..

 

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