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Suzuki Intruder C 800: per entrare nel mondo delle Custom.

La Suzuki Intruder C800 è una Custom a tutti gli effetti. Certo esistono prodotti più “fascinosi” ma che hanno prezzi ben maggiori nell’acquisto, eppure offrono prestazioni e caratteristiche di guida del tutto simile alla moto proposta dalla casa giapponese.

Diciamo la verità, quando parliamo di custom il pensiero va subito alle moto made made in U.S.A.!

La stessa cosa non avviene per i prodotti super-sportivi, visto che in questo caso si identificano i prodotti di alto livello ben distribuiti tra Europa e Giappone.

La Suzuki rientra senz’altro tra le case leader per la fabbricazione di motociclette ad alte prestazioni, ma ha nel suo listino una bella custom, la Intruder C800, soggetto di questa nostra prova.

Dopo averla “assaporata”, nello stile e nella guida, riteniamo sia un’ottima e validissima Custom, capace di schierarsi a fianco le concorrenti più blasonate senza esserne sminuita..

In questo segmento di moto, l’estetica è un fattore dominante. Lo stile è ben tracciato e chi vuole cimentarsi nella costruzione di una custom, deve seguirne i canoni fondamentali. Anche la casa giapponese ha mantenuto fede a quelle che sono le aspettative dei clienti di questa fascia di mercato.

Dimensioni importanti, con un interasse di ben 1.655 mm, forcella lunga e possente inclinata di ben 33° 2’, serbatoio con integrata la strumentazione su quadrante circolare, parafanghi estesi, abbondanza di parti cromate ed infine c’è anche il motore bicilindrico a V di 45° di 805 cm3 di cilindrata.

Com’è: Grande e grossa ma senza spaventare.

La Intruder è una moto massiccia, muscolosa e con il voluminoso serbatoio su cui è incastonata la strumentazione, come vuole la tendenza custom.

Decisamente bello e ben fatto l’esteso parafango anteriore. Realizzato in un materiale plastico che non fa rimpiangere troppo quelli più classici in lamiera, è alleggerito nello stile grazie alla duplice colorazione con la striscia centrale realizzata nella medesima colorazione dei fianchi del serbatoio.

La moto è lunga nella vista laterale, dove nella porzione anteriore spicca la massiccia forcella e il voluminoso proiettore anteriore multiriflettore; in quella posteriore si apprezza il doppio terminale di scarico cromato, basso che si estende ben oltre il pneumatico posteriore.

Sempre sul retrotreno il parafango copre quasi completamente il pneumatico posteriore, e sul dorso di questo è collocato un moderno faro a led, con il porta targa e gli indicatori di posizione.

In generale la qualità è molto buona. I comandi al manubrio sono robusti e ben realizzati, come quelli pedale, comodi e posizionati particolarmente avanzati, che grazie ai poggiapiedi di notevole dimensioni rendono la guida piacevole e poco stancante. Il medesimo discorso vale per la porzione di sella destinata sia al pilota che passeggero, con un abbondante imbottitura che contribuisce a migliorare il confort di guida anche in presenza della taratura dell’ammortizzatore posteriore eccessivamente rigida.

La realizzazione delle plastiche è ben eseguita, certo in questo genere di moto si apprezza di più in classico alluminio o acciaio, ma questa scelta va nella riduzione di peso e nel contenimento del prezzo finale.

Il motore: Bicilindrico a V di 45°, retrò nello stile, moderno nella tecnica.

Il motore della Intruder è un bicilindrico a V di 45°, di 803 cm3 con raffreddamento a liquido e cambio a cinque rapporti.

Alimentato tramite iniezione elettronica, tarata per ottimizzare l’erogazione di potenza lineare e dalla risposta pronta a qualsiasi regime di rotazione.

La potenza erogata è di  39 kW (53 CV) a 6.000 giri/min e una coppia massima di 69 Nm a 3.200 giri/min. Per i neopatentati vi è in listino la versione depotenziata a 25 kW.

Infine il propulsore è omologato alle normative Euro 3.

Telaio e sospensioni: Doppia culla in acciaio e sospensioni tradizionali.

In quadro telaio-sospensioni è di tipo classico, come esigono i parametri da rispettare in questa tipologia di moto.

Robusta doppia culla in acciaio per lo Chassis, con forcellone posteriore realizzato in tubi tondi e, sul lato sinistro, la trasmissione a cardano; la sospensione è di tipo progressivo con ammortizzatore posteriore regolabile nel pre-carico molla.

La forcella anteriore è di tipo tradizionale, con un escursione di ben 140 mm.

La guida: inaspettata leggerezza.

L’inaspettata leggerezza non deve trarre in inganno, perché la Intruder C800, in ordine di marcia, segna pur sempre ben 277 Kg.

La leggerezza percepita deriva da una guida piacevole fin da subito, perché già dopo pochi metri si entra in sintonia con la “bestiolina”, anche se non si ha particolare esperienza di guida.

L’altezza della sella limitata da terra a soli 700 mm, permette di poggiare con sicurezza i piedi sull’asfalto, potendo così gestire senza grossi problemi l’abbondante peso, anche nelle manovre da fermo, visto che il baricentro del veicolo e basso, limitando il pericolo di sbilanciamento.

I comandi sono agevoli nell’utilizzo, soprattutto quello della frizione, anche grazie al notevole supporto derivato dalle leve estese. Il comando del singolo freno anteriore è fin troppo spugnoso e per aumentare mordente in caso di bisogno deve essere tirato con decisione.

Ovviamente stiamo parlando di un motoveicolo che nelle sue caratteristiche di guida è improntato ad essere utilizzato con dolcezza, godendosi il panorama, e assaporando il vento derivato dalla totale assenza di una qualsiasi elemento aerodinamico. Ma una custom è così: prendere o lasciare.

Il motore bicilindrico è garbato e tira fin dai bassi regimi. Le prestazioni, ovviamente, sono improntate ad utilizzo da passeggio, con una potenza massima di 53 CV a 6.000 giri/min che avviene in maniera fluida per spingere senza grossi problemi la mole della custom giapponese.

Ovviamente la cilindrata di 803 cm3 non è da primato per questo genere di motoveicoli, quindi viene da se che la coppia di 69 Nm a 3.200 giri/min è sufficiente a guidare in scioltezza; alle basse velocità si procede bene anche in quinta marcia, ma se si vuole poi riprendere con decisione e senza strappi, bisogna scalare e affidarsi ad una marcia inferiore.

Il cambio a bilanciere ha innesti precisi, che permettono inserimenti di marcia senza incertezze con una limitata pressione nel passaggio tra un rapporto e l’altro.

La sospensioni copiano molto bene le asperità del terreno e anche gli asfalti stile sampietrini vengono digeriti senza grossi problemi; la taratura è leggermente rigida soprattutto nella compressione, ma questo non incide minimamente sul confort di marcia.

La scelta di una taratura delle sospensioni meno morbida favorisce la guida “allegra” perché i trasferimenti di carico in frenata e accelerazione sono più contenuti. La guida, quindi, risulta più fluida e il peso non disturba la dinamicità del mezzo.

La discesa in curva è sincera, e anche i cambi di direzione avvengono con sufficiente dinamicità facendo leva più con le braccia, tramite l’ampio manubrio, che con la pressione dei piedi troppo allungati in avanti per incidere sulla guida.

Nelle variazioni di direzione la tenuta di strada è buona, anche se non è concesso osare, visto che si arriva velocemente a strisciare le penane, ai cui estremi sono posizionati i pioli proprio per evitare impuntamenti.

Chiara la strumentazione, con il grosso quadrante circolare che indica la velocità, appena sotto il contachilometri vi è un piccolo pannello LCD con le spie di servizio, più l’indicazione della marcia utilizzata.

Il passeggero: seduta comoda ma gambe rannicchiate.

La porzione di sella destinata al passeggero è ampia e confortevole, con l’imbottitura interna in spugna molto alta, con benefici nella dissipazione delle asperità dell’asfalto e delle vibrazioni.

La seduta comoda contrasta, invece, con la posizione delle pedane dedicate al passeggero, troppo vicine al piano della sella, costringendo ad una postura delle gambe troppo rannicchiate che alla lunga stanca. Ovviamente non esistono appigli – a parte la cinghia sul sellino a norma di legge – quindi bisogna necessariamente stringersi al pilota, cosa piacevole o spiacevole a seconda di chi si trasporta…

Il ridotto dislivello tra guidatore e passeggero permette a quest’ultimo di beneficiare del riparo aerodinamico offerto dal corpo del pilota.

Il turismo: praticabile se non si ha fretta e non si esagera.

Viaggiare con la Intruder 800 può essere piacevole, a patto di conoscerne bene qualità e difetti di guida.

In autostrada superati i 120 km/h la pressione dell’aria invade completamente il corpo, inoltre a questa soglia si fanno sentire delle discrete vibrazioni sulla sella e sulle pedane.

Meglio quindi scegliere i percorsi delle statali, godendosi così anche il panorama.

In conclusione: una Custom piacevole al giusto prezzo.

Il rombo è tipicamente da Custom, il confort non è male, il prezzo è ok.

La Intruder C800 è proposta a Euro 8.370 IVA inclusa f.c., praticamente più economica di un maxi-scooter.

Piacevole nelle linee estetiche, gradevole nella guida e parca nei costi di gestione. Un mezzo appagante adatto anche al neofita in cerca della prima

vera moto.

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