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Prova Sena 10C, si fa presto a dire interfono, è molto altro

Un sistema integrato che racchiude una serie di funzioni che vanno oltre la semplice comunicazione fra pilota e passeggero, questo è Sena 10C

Trovarsi a rigirare tra le mani un gioiello di tecnologia come il Sena 10C, il dispositivo multifunzione che ci hanno affidato in prova fa venire in mente quando, una ventina di anni fa, prendevamo i primi sistemi di interfono fra i caschi, e infatti potevamo intitolare la prova “Una volta c’era l’interfono”.

Erano delle scatolette con dentro le batterie dalle quali uscivano i fili da collegare ai caschi con cuffie e microfono. Istallazione non immediata perché i caschi non erano pensati per alloggiare gli altoparlanti per le orecchie, che spesso premevano sulle tempie e facevano un male terrificante dopo i primi cinque minuti, mentre i fili durante la guida riuscivano incredibilmente ad attorcigliarsi creando l’”effetto salamella”, con pilota e passeggero avvinghiati come l’edera e incapaci di muoversi. Erano aggeggi discretamente costosi sia l’interfono che le batterie che potevano durare tre-quattro uscite massimo, poi andavano cambiate prima che morissero molto lentamente. Di solito oltre i cinquanta all’ora non sentivi nulla (ma succede anche oggi con quelli di prezzo basso), solo un gracchiare indistinto, e quando alla fine della giornata avevi cantato nelle orecchie del passeggero, ragionato di questioni filosofiche fondamentali cullato dalla noia del viaggio in autostrada e stupito con quanto silenzioso interesse il tuo passeggero ti avesse ascoltato, ti accorgevi che aveva lasciato spento tutto il tempo, ché tanto sentiva solo gracchiare…

La palma dell’ignoranza va, invece, al mio amico Marco che ebbe la infelice pensata di accondiscendere alla richiesta di un passeggero per un viaggio fino in Portogallo di munirsi di interfono. Partiti da Firenze un venerdì sera, prima di Viareggio sbarbò tutti i fili con un gesto di stizza, annoiato dalle chiacchiere inutili dell’amico.

Poi vennero gli interfoni da attaccare alla batteria della moto, almeno evitavi di cambiare le pile, ma prima di partire dovevi cablarti come il quadro elettrico di un piccolo condominio. Drammatico scordarsi di avere il casco e la centralina col controllo del volume (volume?! Tanto andava comunque sparato al massimo!) attaccati alla moto. Nella memoria motociclistica collettiva risuona ancora l’eco della passeggera che, scesa di corsa dalla moto per salutare l’amica a un raduno sullo Stelvio, rimase agganciata al casco collegato alla moto, battendo una micidiale gropponata semistrangolata dal casco, strappando i fili dalla batteria mandando così in cortocircuito l’impianto elettrico.

Scenari apocalittici.

D’altronde si sa, l’adolescenza tecnologica di qualsiasi specie o meccanismo comporta dei seri rischi.

Stesse considerazioni per quanto riguarda le telecamere; da quando ricordiamo i primi esperimenti dell’amico malato di riprese con la telecamera VHS che fissava sul manubrio, costringendoti poi a sessioni di interminabili mezz’ore di visione casalinga di strade frullate dalle vibrazioni che lui aveva realizzato con sprezzo del pericolo e della sicurezza sua e dei disgraziati che incrociava, che in qualsiasi momento potevano ritrovarsi con un proiettile-telecamera VHS che si staccava improvvidamente dai supporti artigianali al manubrio.

Poi sono arrivate le compatte digitali con la memoria interna, sempre più piccole, sempre più impermeabili ma difficili da fissare senza decine di esperimenti infruttuosi o pericolosi. E comunque diciamo la verità, se da una parte la fantasia dei collocatori artistici della telecamera sulla moto si può sbizzarrire, vedere più di cinque secondi della ruota che gira e del terreno che calpesta può diventare di una noia veramente disarmante. Poi ripresa del mono che ondeggia. Poi ripresa dal davanti del pilota. Poi ripresa del culo del pilota. Basta, spengo.

 

 

Il Sena 10c è come il classico uovo di colombo, sembra naturale, una volta che l’hai provato, quasi lo step evolutivo di queste macchinette che ti chiedi come mai prima non ci fosse. Anzi, a dirla tutta ci vengono in mente almeno un paio di amici che trasformerebbero ogni ripresa in una scena da teatro comico.

A questo punto come i migliori scienziati evoluzionistici possiamo fare due considerazioni su cosa ci riserva il futuro.

Il Sena è un dispositivo che svolge funzione di interfono, telecamera, fotocamera, lettore musicale, radio controllabile tramite l’applicazione sullo smartphone. Più difficile dire quali sono i margini si sviluppo di questo tipo di tecnologia.

Sena 10c. Come si può vedere dalla soggettiva del passeggero l’ingombro laterale è effettivamente notevole.

Ovviamente la prossima frontiera è la navigazione, ovvero un dispositivo che ci consenta di caricare un itinerario e, tramite controlli vocali, ci permetta di interagire; oppure che svolga la semplice funzione di navigatore per la prossima tappa che vogliamo raggiungere.

Lo sappiamo, può sembrare fantascienza, ma ai ritmi in cui procede la tecnologia, possiamo immaginare che non solo un dispositivo del genere è già in progettazione, ma che in diverse aziende ci stiano già lavorando.

Che cosa dite?! Che vi manca un po’ il comunicare a gesti con pochi segni convenzionali maturati con tanti viaggi in comune col vostro passeggero?

Dite che il ricordo che avete di quella strada in mezzo ai Pirenei è talmente indelebile che non lo scambiereste con nessuna ripresa al mondo?

Che la strada ve la guardate sulla cartina, almeno se vi gira di andare a vedere un posto nelle vicinanze del quale avete sempre sentito parlare ma che non sapevate di avere così vicino fate una deviazione e in culo il navigatore?

La risposta è sempre la stessa, che questi gingilli sono ganzissimi, anche perché sfiorando un tasto, li puoi sempre spengere.

Sena 10c, si comanda con tre semplici tasti. in questo caso accensione-spegnimento

 

 

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