L’irresistibile impulso che ci porta a cambiare la moto

di Carlo Nannini (Kiddo)
Probabilmente, l’impulso a dover cambiare le cose è principalmente maschile, se si esclude quello puramente femminile di cambiare scarpe, anche se forse è più esattamente un bisogno di collezionare, raccogliere e quindi conservare.
I maschi senza dubbio hanno un istinto naturale per il cambiare, cercare qualcosa di nuovo, di diverso anche se non necessariamente migliore, possedere anche per poco tempo, guidati da un impulso ancestrale a cercare il nuovo.
Ovviamente è la natura dell’uomo che pochi minuti dopo ( ad alcuni servono delle mezz’ore ) aver coperto o gallato una femmina sono pronti a possederne un’altra ( meglio se di proprietà di un commercialista di Lodi ) per spargere il proprio seme che contiene il DNA del maschio più forte e quindi dominante, oppure col Lamborghini, e quindi più adatto ad affrontare l’ambiente per proseguire la continuità della specie.
La stessa cosa succede quando del tutto involontariamente ci voltiamo a osservare il culo di una femmina di specie umana o la moto che ancora non abbiamo avuto. È la natura del maschio che desidera possedere, cambiare, gallare.
Cambiare la moto appena se ne presenta l’occasione, appena esce il modello nuovo, o perché giustamente la nostra ormai obsoleta presenta degli interventi del tipo una lampadina dello stop bruciata o la catena da ungere che non valgono certo la spesa da sostenere diventa quasi un obbligo, come se il nostro ego di maschio ne venisse coinvolto e non ci sentissimo a posto finché non abbiamo dimostrato di poter possedere il nuovo.
Tre, quattro anni al massimo, e poi quella che avevamo scelto come compagna di vita diventa un oggetto del quale disfarsi prima possibile, a volte svendendo barcate di accessori che ce la facessero sentire speciale, nostra, personale. 
Ma noi diciamo basta! Maturiamo, evolviamo!
La spasmodica ricerca dell’altra, del modello più performante, più potente, più fascinoso non corrisponde necessariamente a qualcosa che risponda altrettanto bene alle nostre esigenze. 
Un’altra moto non consumerebbe di più, proteggerebbe altrettanto bene dall’aria, o sarebbe altrettanto gestibile e versatile? 
Molto spesso non è il cervello a farci decidere di cambiare, quanto piuttosto il cavernicolo che ci portiamo dentro e che ci ordina “compra!” “cambia!” “dimostra di cosa sei capace!”
Tutti questi bei discorsi; per autoconvincermi che per cambiare la moto è ancora presto e che la mia va ancora assolutamente bene, è la moto giusta per me, è leggera e maneggevole, oltre a non consumare quasi nulla. 
Si, vediamo quanto resisto ancora; intanto devo ungere la catena…
La foto di copertina per gentile concessione degli amici Moe e Ryan di Cycle Garden (California)

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