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I sensi della moto

di Kiddo
Se avete figli piccoli che stanno frequentando le scuole elementari e medie, vi capiterà di mettere a dura prova, a volte, le vostre conoscenze delle materie più disparate: dalla matematica all’inglese, dalla grammatica alla geografia.
Divisioni a due cifre, coniugazioni dei verbi, i vostri fine settimana si tramutano in un grande ripasso delle nozioni apprese tanti anni prima. A questo si sommano i programmi per ragazzi dove si spiegano le meraviglie della scienza: cosa succede se si mettono le caramelle alla menta nella cola, come mai a un tizio che prova a bere un frappé mentre va in motorino gli esplode in faccia. Il frappé, non il motorino!
Ma si imparano anche tante cose interessanti, per esempio che i sensi non sono soltanto cinque ma ben nove! La cosa non ha potuto non destare la mia curiosità, dal momento che i quattro aggiunti all’ultimo momento sono, se non ricordo male, la percezione della temperatura, del dolore, l’equilibrio e la percezione del proprio corpo nello spazio.
E’ normale dire che la guida della motocicletta coinvolge tutti i sensi: il tatto perchè ci permette di toccare i comandi, sentire le vibrazioni; il gusto che ci avvisa di sensazioni come la sete, anticamera della disidratazione; la vista e l’udito che ci immergono nell’ambiente; l’olfatto che ci avvisa di una macchia di gasolio sulla strada o di una bella zotta di vacca, altrettanto scivolosa oltre che un po’ ributtante da togliere dagli scarichi.
Ognuno di questi sensi, stimolato nel modo giusto, è in grado di farci provare piacere. Incredibilmente, anche al di fuori del nostro fantastico mondo a due ruote e motore, fissati che non siete altro! Piacere di gustare una bella ribollita, di sentire un profumo, di vedere un bel quadro e così via.
Nessuno dei cinque sensi “ortodossi” però può spiegare come mai si provi un grandissimo piacere nell’andare in moto, almeno non in maniera diretta.
Se pensiamo però a sensi come l’equilibrio o la percezione del proprio corpo nello spazio, e che questi possano dare estasi come gli altri se stimolati nel modo giusto, si può capire perché ci piace così tanto dondolarci in sella alla moto, la sensazione di equilibrio precario ma che riusciamo a mantenere in continuo movimento in sella e’ evidentemente in grado di stimolarci in modo da farci provare un grandissimo godimento.
Allo stesso modo la percezione del nostro corpo nello spazio è evidentemente stimolata così da darci il massimo piacere possibile. La meravigliosa sensazione di una accelerazione bruciante o di una poderosa staccata, sentire il corpo sbatacchiato qua e là al ritmo di una sequenza di curve, è il piacere più grande che ci può dare la moto e che ricerchiamo continuamente.
E pensare che se non seguivo i programmi dei ragazzi, avrei continuato ad andare in moto, divertirmi e farmi delle belle sparate, rimanendo nell’ignoranza di quali dei miei sensi ringraziare.
Nella foto di apertura: Cinque sensi – Theodor Rombouts (XVII sec.) Museum voor Schone Kunsten Gand – Ghent – Belgio
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