Site icon Moto On The Road | viaggi in moto, avventure in moto, turismo in moto

I miei amici e la Guzzi

di Kiddo

Alla fine, mi sono deciso a prendermi la Guzzi, una bellissima V11 del 2002; per capirci quella che è stata usata come base per la Furia di Grezzi&Brian, ovvero la moto di quella faccia bollita di Scamarcio in “tre metri sopra il cielo”.

Ho sempre pensato che, prima o poi, avrei avuto una Moto Guzzi. Perché hanno sempre quel fascino senza tempo, un bellissimo bicilindrico della migliore tradizione italiana, che borbotta, rugge, ringhia e tira come un trattore. Moto che godi mentre vai, non necessariamente sempre a tutta manetta, e ancora di più quando ti fermi e ti metti a guardarla, o ad ascoltarne il rombo. Credo che si potrebbero consumare dei pieni di benza solo a tirarla fuori dal garage e accenderla, senza neanche mettere la prima per poterne ascoltare un po’ il suono, come una canzone che non annoia mai. Sono piaceri che difficilmente si può far capire a chi non ama profondamente la parte evocativa di una motocicletta.

Ho preso il V11 a cambio con il mio Ktm 950 sm, moto che mi ha accompagnato in anni di raduni, uscite, smanettate e che ho ceduto non senza un bel magone, di dubbi se stessi facendo un grosso sbaglio. Tanto per intenderci, il mio Ktm era come una coperta di Linus, in un certo qual modo mi identificava: il mio adorato Kappone è comparso in articoli su diversi giornali, sul mio libro, ho organizzato raduni per forum non ufficiali, uscite di ogni genere. Logico che la cosa abbia destato un po’ di perplessità, se non disappunto, in diversi amici.

Quando parlo della mia Guzzi con entusiasmo di solito mi rispondono scuotendo la testa, come se in qualche modo avessi tradito la loro fiducia. Credo che dipenda dal fatto che per ognuno di noi è comodo incasellare una persona in una categoria prefissata, e ci deludono quando non mantengono una rigida coerenza. Come?! Il Kiddo, quello che smanettava con la maximotard, sempre pronto a infilarsi in una strada bianca a 100 all’ora con le gomme lisce che molla tutto per una Guzzi, una moto da pensionati?? In realtà, la cosa che mi ha attirato di più in un cambiamento così radicale è proprio la nuova sfida, il provare a 42 anni una cosa completamente nuova, qualcosa che non ho mai avuto, una stradale, con la perfetta consapevolezza che almeno all’inizio, non ci avrei capito un emerito cazzo!

A chi mi chiedeva nei primi giorni quali erano le sensazioni col nuovo mezzo rispondevo sempre: “non ci ho capito nulla: sono felice!” anche se poi, con un bel set-up di sospensioni e qualche modifica come un manubrio largo e un treno di gomme decenti ho cominciato a godermela davvero. Il fatto di aver deluso qualcuno che mi conosce, e che mi chiedeva allibito se non mi fossi bevuto il cervello, mi ha portato a rispondere che io non sono un modello di moto, né tantomeno un marchio. Essere motociclista è una scoperta continua, e rimanere fermi non è nella nostra natura.

Al momento, sto aspettando e pregustando la bella stagione, quando potrò finalmente portarla sul Muraglione, il Viamaggio o il Bracco. Fermarmi davanti al bar, incantarmi a guardarla un po’ mentre sfrigola e scoppietta, e mentre armeggio per farle una foto sentirmi chiamare da dentro: “oh, Kiddo, sei arrivato finalmente, ‘gnamo ti si fredda il caffè…”

 

Exit mobile version