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MotoGP Silverstone, Ombre e Nebbia su Ducati?

Dopo 22 vittorie consecutive sono arrivate due sconfitte. Fa parte del gioco ma in casa Ducati qualche campanello di allarme è suonato.

Facciamo un passo indietro: un anno fa scrissi una delle mie scemenze (con tanto di vignetta) sul vero rischio di mettersi in casa uno come Marquez. (La trovate cliccando qui, e vi invitiamo a seguire la pagina). Ovviamente fioccarono gli insulti e le solite diatribe tra tifoserie.

Facciamone un altro: dopo i primi test della GP25 Bagnaia disse: “La GP24 è perfetta, difficile migliorarla, anzi più facile peggiorarla”.

 

Veniamo a oggi

Abituati a vedere la Desmosedici fare il bello e il cattivo tempo con 22 gare consecutive vinte e una caterva di podi monopolizzati, contare all’improvviso due sconfitte di fila fa abbastanza scalpore.

Impressiona soprattutto il momento difficilissimo di Pecco che proprio non riesce a trovare il bandolo della matassa. Eppure le sue analisi tecniche sono lucide e precise, checché ne dicano i suoi detrattori non è uno che cerca scuse o si lamenta a caso, e per quanto la convivenza con Marquez possa risultare destabilizzante per chiunque, lui campione era e campione rimane, e di certo rincoglionire non si è rincoglionito.

Però non si può fare a meno di porsi la domanda fatidica: perché non rimanere con la moto perfetta? Perché deliberare la GP25 nonostante la decisione di rimanere col motore della 24? Non poteva, almeno lui, tenersi la “sua” moto con la quale aveva vinto la metà delle gare dell’anno scorso? E perché se il motore è rimasto lo stesso il regolamento gli impedisce di fare un passo indietro? Cavilli.

 

E qui entra in gioco la presenza, ingombrante c’è poco da fare, di Marquez. Che non avendo mai conosciuto la 24 ha trovato la 25 comunque decisamente migliore della 23. Immagino che il suo giudizio abbia avuto un peso, oltretutto ci ha vinto subito. Anzi, ha dominato! Quindi ha voglia Pecco a denunciarne i limiti, Marc la GP25 la fa volare!

Ehm… sicuri?

Sicuri sicuri? E’ vero che le sprint (serbatoio leggero, gomme di chewingum) le ha vinte con una mano sola, ma nelle 7 gare lunghe è caduto 3 volte, una bella percentuale direi, e cara grazia che a Silverstone ha avuto il gran culo della bandiera rossa.

 

Ma soprattutto, e qui torniamo all’articolo citato all’inizio, prendere Marquez come riferimento per capire se una moto è buona o no ha poco senso. Lui non fa testo, lui riesce a salvarsi da certe scivolate anche quando è già in terra, lui si adatta a qualsiasi moto-pista-condizione, lui ha vinto anche con un braccio storto, lui ha vinto anche con una GP23 mai vista prima, lui i risultati li droga, e seguire le sue indicazioni per sviluppare un mezzo potrebbe non essere una buona idea.

Analogie

Insomma, tutti ci ricordiamo di Stoner, un altro che avrebbe vinto mondiali anche con un Garelli spompato, e se non li vinceva era solo per l’anteriore che lo mollava ac/dc (altra analogia con l’attualità), e abbiamo visto quanto tempo ci ha messo Ducati per ricostruire una moto guidabile anche per chi non fosse un fenomeno alieno.

Un po’ quello che sta accadendo alla Honda, che occhio, sta tornando insieme a Yamaha e Aprilia e in attesa di svolte positive in KTM, e a prescindere dal mio cuore che è sempre rosso questo è un bene per tutto l’ambiente. Speriamo si risolva in fretta anche la querelle Martin-Aprilia (le dichiarazioni di Rivola dopo la gara sono state molto distensive); in vista dei cambiamenti prossimi venturi Ezpeleta già si sfrega le mani.

Sussurri e grida

 

Comunque alla MotoGP Silverstone o c’è stato un allineamento di pianeti, oppure la farina che hanno distribuito nelle cucine delle hospitality non era farina.
Garona fuori da ogni schema: Yamaha in gran spolvero, Quartararo abbonato alla pole ma poi quando tutti si apettavano il solito calo di gomme ce lo siamo ritrovato davanti da solo e con 5 secondi di vantaggio! Poi la sfiga, ed è stato un vero dispiacere per tutti gli appassionati, a prescindere dal tifo. E comunque la sua è la migliore risposta a chi lo ha accusato di pensare solo ai soldi.
E pure Miller pareva invasato, quando c’è da fare a carenate con la moto che sbarella di qua e di là non guarda in faccia nessuno, ci si diverte sia noi che lui, fortissimo.
Gran spolvero anche per la Honda che conferma la crescita anche sull’asciutto. Zarco ha dimostrato che Le Mans non è stato un caso, se si pensa anche che Mir non è caduto e Marini era nei 10 prima della penalità. In ottica mercato mi sa che ci sono diversi manager già in volo per il giappone.
In Aprilia 15 giorni difficilissimi tra sussurri e grida. Poi arriva il Bez, scopre che con un paio di etti in meno nel casco il bilanciamento della moto diventa perfetto, si taglia i capelli, e manda un messaggio forte e chiaro al bizzoso compagno di squadra: “E mo’ so’ cazzi tua!”
KTM appesa ad Acosta, il resto appeso agli indiani di Bajaj. We will stay to look.
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