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La Via dell’Aria: percorso on-off in cerca del vento (file gpx!)

Cenone, panettoni, regali, ci sono tanti modi per festeggiare e fare gli auguri per il nuovo anno. Noi abbiamo scelto di incontrare un bel gruppo di vecchi e nuovi amici lungo La Via dell’Aria.

Diciamolo chiaramente: l’offroad è diventato una moda. Boh, pare che senza si diventi impotenti, eventi dedicati all’adventoruring spuntano come funghi, le cosiddette moto dual capaci di destreggiarsi con agio sui sassi e sul bitume sono ricercatissime, sul mercato dell’usato certi modelli di qualche decennio fa hanno raggiunto quotazioni da fuori di testa, e da un po’ di tempo la domanda più gettonata sui social è: “Si può avere la traaaacciaaa?”. Gratis, si capisce, l’accumulatore seriale di gpx è una figura che comincia a essere studiata dalla scienza.

Calo del desiderio

Ordunque, da qualche mese avevamo una specie di crisi di rigetto da fuoristrada. Vuoi per via di una moto poco dual, vuoi per un certo affaticamento fisico e mentale, ci eravamo presi una pausa di riflessione. Poi arriva l’amico Kiddo che ci invita al “Triceratopo Day” (lo so, il nome inquieta ma ha un suo perché, trovate il report sulla pagina facebook), ma soprattutto a La Via dell’Aria, percorso on-off che partendo da Altopascio (di fronte al negozio Motoabbigliamento, promoter dell’iniziativa) arriva a Volterra passando da un paio di parchi eolici.

Il parco eolico di Malconsiglio

 

Due tracce, una per moto agili e tassellate che comprendeva un bel guado e una bella salita su uno stradello mezzo selciato romano e mezzo fango pisano, e una decisamente più scorrevole per moto più ciccione e/o piloti meno esperti. Tuttintorno una Toscana che come sempre offre il meglio di sé, anche a dispetto di una giornata grigia e umidiccia (meglio, almeno non c’è polvere).

Come dentro un dipinto

 

Dai Franz, racconta

Moto poco dual dicevamo, la nostra ventenne austriaca (detta così fa un bell’effetto eh?) mal sopporta l’autostrada, giusto una sessantina di km (distanza percepita: Capo Nord), tre quarti d’ora scarsi (tempo percepito: era geologica), tra i 90 e i 110 kmh (vibrazioni percepite: settimo grado della scala Richter). Inoltre le piace fare le cose a lume di candela, rientrare lungo la tortuosa volterrana a buio con quel fanale catalogabile alla voce lanterna votiva è stata impresa degna di nota. Ma arriviamo all’appuntamento in perfetto orario.

“Com’è difficile trovare l’alba all’imbrunire” (F. Battiato)

 

Record!

Convenevoli, caffè, saluti a vecchie facce e niùentri, e si parte! Fatti quanti, cinquanta metri? Tutti fermi per il primo problema! Record del mondo!

Record mondiale di stop!

 

Risolto si riparte, benzinaio, e una batteria decide di andare a donne di facili costumi e a nulla servirà sostituirla. Il buon Fabrizio ci raggiungerà a pranzo ma non spengerà più la moto fino a dopo le feste quando riaprono i meccanici.

Un guado lungo la Via dell’Aria

 

Falso storico.
Sottotitolo: Le regole sono importanti!

Una regola del nostro gruppo (si chiama Fave Brillate, a fine paragrafo capirete perché) è che se qualcuno si stende, accertatisi ovviamente che lo steso non si sia fatto niente, PRIMA si fa la foto, POI si aiuta. Sono i fondamentali proprio.
Insomma succede che il buon Vito, uno col ciuffo alla Giambruno sempre a posto anche dopo due ore di casco (ok, la mia è invidia), si ferma a uno stop, si dimentica che le rotelline le ha tolte tanti anni fa, e sbadabam! In terra! Solo che quellochefotografa, cioè il sottoscritto, è in fondo alla fila e nel tempo che recupera la pole position, si sfila i guanti e tira fuori la digitale, il nostro eroe si è già rialzato e ha già sollevato la moto manco fosse l’ultimo giro della MotoGP. Non si fa così, le regole vanno rispettate, e lo redarguisco. Lui che fa? Si risdraia apposta e si mette in posa.
Presente la famosa foto taroccata dei soldati americani che piantano la bandiera a Iwo Jima? Ecco, più o meno.

Falso storico!

 

La Via dell’Aria: il file gpx

Ma la Via dell’Aria si chiama così perché si va a cercare il vento, suggestivi i parchi eolici con quel swooosh swooosh swooosh delle pale che girano, e per trovarlo si passa da quel posto magico che è il Teatro del Silenzio, o dai calanchi di Toiano, o dalla panoramica di Terricciola, e da un sacco di altri scenari che sembrano dipinti.

I calanchi di Toiano (quelli dietro…)

 

Il Teatro del Silenzio

 

 

 

“Si può avere la traaaacciaaa?” Certo, sono tra i file del gruppo MotoMappa, le trovate entrambe linkate poco sopra (grazie a Carlo Kiddo Nannini, vecchia conoscenza di queste pagine e grande conoscenza del territorio)

BUON ANNO!

 

All’imbrunire

 

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