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Cosa fare a fine quarantena? Ma soprattutto: come?

In vista della graduale riapertura del Paese, i motociclisti si scatenano sulle prime mosse da fare non appena sarà possibile uscire a fine quarantena, speriamo presto. E voi cosa farete?

Ve li ricordate Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi, indimenticabili arbitri di Giochi Senza Frontiere che davano il via alle prove col classico Truà… Dé… Uàn… Fììììì! Ecco, a giudicare da quanto scritto sui social pare che ogni motociclista sia sulla soglia del garage, marcia innestata, frizione in mano, pronto a scattare gas a martello (cit.). E giù vignette e video di ogni tipo con l’Italia solcata in lungo e in largo da fantomatiche tracce di percorsi, e immagini accelerate di vecchi raduni a Sturgiss. Già, ma non appena il semaforo verde di fine quarantena si accenderà dove realisticamente potremo andare? Ma soprattutto: come?

Intanto c’è da registrare che questi due mesi di stretto lockdown sono stati caratterizzati da una primavera che così limpida e calda non la si vedeva dall’ultimo scudetto della Fiorentina, mentre è bastato metter mano a penna e calamaio per scrivere queste due righe che le previsioni danno maltempo in arrivo. Ma al di là delle facili battute sulla Legge di Murphy qualche domanda bisogna porcela.

Pronti a ripartire! Ma per andare dove? E in che modo?

 

In moto da soli…

A lume di naso uscire in moto da soli (o con il/la convivente) in cerca di qualche bel posto isolato non dovrebbe costituire un grosso pericolo di contagio per sé o per gli altri, in effetti a bene vedere la moto è il mezzo perfetto: casco e guanti li abbiamo a prescindere, e il vento della corsa ci aiuta a tenere lontano il virus.

Ma un problema, almeno nei primi tempi, sarà la sgroppata sul passo. Sia per rischio di sbucciarsi un mignolo in caso di incidente dovuto a euforia da fine quarantena, sia perché il più delle volte il valico è a cavallo tra due regioni (qualsiasi riferimento a Futa Raticosa Giogo ecc. cari a chi scrive non è per niente casuale). Di conseguenza prima di uscire sarà il caso di informarsi e capire bene le regole, perché pare ci saranno dei limiti alla libera circolazione da un versante all’altro. Attenzione, è un problema non da poco che potrebbe essere difficilmente gestibile sui percorsi offroad dove i già labili confini sono ancor meno percepibili, non vorremmo che un forestale ci rinfreschi le nozioni di geografia con un verbale.

…o in gruppo?

Un altro problema, grosso, saranno le eventuali uscite di gruppo, magari per partecipare a qualche motoraduno di quelli che ancora gli organizzatori hanno lasciato in calendario in attesa dell’evolversi della situazione, sanitaria e non. Al netto delle considerazioni di cui sopra sugli spostamenti da una regione all’altra (da uno stato all’altro direi che è fuori discussione), e acclarato che tutto sommato alla guida di una moto il distanziamento sociale è assicurato, molta, moltissima attenzione dovrà essere posta al momento delle soste, a cominciare da quelle alle stazioni di servizio.

E a tavola?

Per non dire di colazioni, pranzi, cene o buffet dove bar e ristoranti dovranno adottare tutta una serie di indispensabili misure di sicurezza piuttosto stringenti che saranno a tutela della salute di tutti, ma che andranno purtroppo a influire pesantemente sullo spirito stesso di un motoraduno. Che insomma, se è vero come è vero che la moto è il mezzo migliore per spostarsi da un tavolo a un altro, stare seduti a distanza, magari con un plexiglass a dividerci non potrebbe procurare la stessa gioia. Insomma come si fa a sfotterci tra ducatisti e giapponesisti, o a raccontarsi mirabili avventure in terre esotiche, o a fare a gara a chi ce l’ha più lungo elencandoci l’un l’altro i tempi sul giro dell’ultima volta al Mugello? O, maledetto di un virus!, anche solo a gustare quelle lasagne o quella bistecca?

Come gestiremo la convivialità durante di un motoraduno?

 

In attesa di un rimedio medico

Non entriamo nel merito delle implicazioni sanitarie o nelle scelte che farà il governo (al momento di scrivere queste righe non abbiamo notizie sulla possibilità di usare la moto per scopi ludici n.d.r.), ma pur comprendendo il disastro economico che sta mettendo in ginocchio certe categorie di operatori turistici, temiamo che una completa riapertura in questo momento sia prematura, almeno immaginando il mototurismo come ce lo ricordavamo fino a ieri.

Forse bisogna cominciare a ripensare in maniera diversa il nostro modo di vivere la moto, e considerare questo 2020 come bruciato o quasi, e in questo contesto potrebbe avere un senso rimandare tutte le manifestazioni di gruppo, comprese le competizioni, a fine quarantena o comunque a quando si potrà tornare a qualcosa di più vicino possibile a una parvenza di normalità.
Speriamo di essere stati fin troppo pessimisti, intanto non ci resta che attendere incrociando le dita.

Ah, se avete consigli suggerimenti dritte di qualsiasi genere per poter tornare a godere al meglio della nostra passione, potete lasciarli nei commenti. Organizzatori, ristoratori o semplici motociclisti li accetteranno volentieri.

 

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