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Elettronica sulle moto: si o no?

Il Bene e il Male, Yin e Yang, Coppi e Bartali, la storia del mondo è fatta di dualismi e contrapposizioni. Per esempio tra chi considera l’elettronica sulle motociclette una inutile complicazione e chi invece ne tesse le lodi in quanto valido aiuto in nome della sicurezza. Come sempre la verità sta in mezzo, e a proposito di dualismi ce lo spiegano Franz e Macs.

 

Il ponte di comando ideale per Franz

Il parere di Franz, vecchia guardia della serie “ai miei tempi…”

Non c’è nulla da fare, quelli della mia generazione quando vedono tutti quei pippoli al manubrio rimangono sconcertati. Porca miseria, ce ne sono di tutte le fogge e dimensioni, joystick e controlli che nemmeno la Playstation: puoi regolare le sospensioni ottimizzandole per i curvoni veloci della Cassia o per i tornanti della Futa (santo subito chi ha previsto il tasto reset per riportare tutto com’era), puoi settare il controllo trazione per decidere come e quanto derapare in uscita dalla Curva Capirossi a Borgo Rivola, puoi guardare la MotoGP sul display del cruscotto grande come la tv di cucina, puoi anche controllare in tempo reale la pressione delle gomme, non sia mai che ti si sia alzata stando in scia alla Panda della famigliola in gita. Poi però se a quella stessa Panda che sta facendo un’improvvisa inversione di marcia devi suonare il clacson, non ci riesci perché il pulsante è affogato in mezzo a mille altri, e prima che il pollice lo trovi hai già disattivato l’ABS e impostato tre mappature diverse a tua insaputa, e insomma fai prima a cacciare un urlo.

Complicazione affari semplici

Scherzi (fino a un certo punto…) a parte ci sono cose che comunque davvero non capisco, tipo la depravazione di certi ingegneri elettronici nel complicare le cose semplici, sulla stupidità della chiave di accensione elettronica al posto di quella tradizionale meccanica ho già consumato fiumi di inchiostro (anzi di bit) e non vado oltre.
Ultimamente, per esempio, i social sono pieni di richieste di aiuto per impostare la navigazione direttamente sul cruscotto facendo dialogare telefonino e motocicletta. Applicazioni esclusive, connessioni bluetooth, sistemi operativi da aggiornare, è più facile pilotare un caccia, e quando dopo l’intervento di Bilghèiz in persona finalmente tutto pare funzionare, il più delle volte l’unica cosa che si vede è una freccia che ti dice di girare a destra o a sinistra. Wow, mai più senza!

Ma diobonino, tutti abbiamo in un cassetto il vecchio smartphone che usavamo fino all’altro ieri: basta scaricarci le mappe e una delle millemila app che funzionano offline (quindi anche senza sim), e il gioco è fatto. Troppo semplice né?

Minima spesa massima resa. E se è un rugged antipioggia meglio ancora.

 

Suggerimento agli ingegneri

E a proposito di frecce: possibile che ancora non sia di serie su tutte le moto il ritorno automatico? Ce l’avevo già, utilissimo, sulla Yamaha FZ 750, classe 1986, mentre oggi spesso mi dimentico e faccio km indicando svolte a casaccio. Insomma, va bene l’elettronica, ma la vogliamo usare anche per qualcosa di utile?

(Ah per chi se lo stesse chiedendo: quelli della mia generazione sono quelli nati quando in testa alle classifiche c’era Elvis, per dire. Quelli che “Tsè… li vorrei proprio vedere Marquez e Bagnaia sulla Honda 250 6 cilindri o la MV 500 3 cilindri!”)

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Il parere di Macs, giovanotto coi jeans abrasi sulle ginocchia

L’amico Macs saluta la curva

 

Ogni tanto sento i veterani delle due ruote sciorinare discorsi vicini a quelli di Meleto che indicava Socrate come corruttore morale dei giovani. Parlano dei pericoli dell’elettronica nelle moto che consente agli sbarbatelli di cavalcare destrieri da milioni di cavalli, senza passare per la sudatissima gavetta che fecero loro col cinquantino due tempi. Ricordiamo che questa pratica antidiluviana prevedeva un glorioso inizio di carriera sotto forma di un motorino da 50 cc. La legge dei Savi diceva che a ogni solstizio era necessario incrementare la cilindrata di 50 cc (non importa in che modo) fino ad arrivare, praticamente senza accorgersene, al fantomatico mille: il re della strada.

I giovani smidollati motociclisti di oggi (che ricordiamolo: sono solo una piccola parte dei giovani smidollati in generale, già corrotti da social e cellulari), rientreranno quindi immancabilmente nella cerchia degli “incompetenti con moto potenti”. Beh, non è che questa categoria sia apparsa solo ora. L’unica differenza col passato è che ora è tutto un po’ più sicuro. Nel ragionamento proprio della reazione infatti trascuriamo immancabilmente che l’elettronica ci ha regalato un mondo di sicurezza su due ruote.
Dovremmo accoglierla a braccia aperte solo per questo motivo.

Un blocco comandi piuttosto affollato

 

La sicurezza prima di tutto

L’elettronica non è un qualcosa che castra le prestazioni, che mette la moto su un binario o che gira il manubrio al posto tuo. Concretamente, se uno fosse un manico e sapesse guidare al limite, ma senza mai andare oltre, allora l’elettronica non interverrebbe mai. Dispositivi come il controllo di trazione, l’abs, l’abs cornering, l’antiwheelie non rendono una moto potentissima alla portata tutti, la rendono solo un po’ più sicura.
Infatti l’elettronica è una cosa, ma la guidabilità di una moto è un’altra. Segue un percorso parallelo ma diverso, fatto di ciclistica, sospensioni e triangolazioni varie.

Prendiamo ad esempio una Streetfighter V4, l’ho provata un po’ e vi assicuro che vent’anni fa non avrei mai sognato di vedere una potenza del genere scaricata su strada. L’elettronica tiene sotto controllo la cavalleria sì, ma per domarla veramente ci vuole più coraggio che cervello. Nonostante abbia un’elettronica al vertice resta una moto per tanti, ma non per tutti.

 

In certi casi e su certe moto l’elettronica aiuta, eccome. (ehm… non fatelo a casa)

 

Può sembrare paradossale il fatto che oggi ci siano moto in strada con potenze che solo qualche anno fa erano riservate alle competizioni in pista, eppure, allo stesso tempo, risultino più sicure rispetto a moto più tranquille. E poi sapete una cosa? Molti sembrano ignorare che si possono sempre spegnere tutti quei controlli (tranne l’ABS, che in genere può solo essere limitato). Vi confesso che ogni tanto tolgo il controllo di trazione, faccio volare l’anteriore e mi diverto come un matto. (su strade chiuse al traffico ovviamente n.d.r.)

Insomma, bollare l’elettronica come il nemico del piacere di guida è come dire che la pizza sta bene con l’ananas. Una scelta priva di senso e di gusto!

 

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