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Accidenti: anche mio fratello ha la BMW HP2 Megamoto

di Carlo Nannini (Kiddo)

A dire il vero, avevo già un paio di amici che stanno vicinissimo a me che hanno la BMW HP2 Megamoto, però uno è praticamente il mio vicino di casa. Ha la Megamoto ma non la prende praticamente mai, l’altro invece ha l’enduro ma purtroppo, nonostante siamo andati per tanto tempo in moto insieme, non lo vedo quasi più, per cui il dolore di vedere altri in sella alla moto dei miei sogni era relativamente sopportabile.

Cazzo ma mio fratello no.

Lui potrebbe venirci a lavorare tutti i giorni, potrebbe voler uscire insieme al mio gruppo, insomma me la ritroverei davanti agli occhi tutto il tempo. Anzi, me la ritroverò senz’altro.

Potendo scegliere (i sogni si fanno sempre in grande) mi prenderei la versione enduro, coi doppi cerchi da strada e off, e visto che ormai l’hanno fatto per pochissimo tempo e in serie limitata sarà ovviamente usata, superaccessoriata con sospensioni Öhlins, scarico Akrapovich, pedane per il passeggero e tenuta come una reliquia.

Si, perché il problema di possedere una moto del genere è la responsabilità che comporta. Sai che hai un oggetto unico, uno dei 1.800 esemplari (parliamo di BMW HP2 Megamoto) circa che ne hanno prodotte, e non è che puoi andare a sbatacchiarla in pista, farci il cretino come ti pare, infilare in qualche pietraia senza ritorno. E’ una moto da cencino. Di quelle che se hai un moscerino sul cupolino torni a casa a pulirlo via. Che se ti trovi in graffietto perché (idiota) l’hai parcheggiata nella fila dei motorini, ti metti a piangere disperato in silenzio in un cantuccio.

BMW HP2 Megamoto

…la BMW HP2 Megamoto non è una moto e basta, è una religione, una reliquia…

E poi, dai, bella è bella, ma ci sono moto che costano molto meno e che ci fai lo stesso uso molto meglio. Il cardano non va d’accordo con le pinne chilometriche di un Ktm 990 Sm, non è che la puoi schiacciare a terra come una Dorsoduro, rischi di lasciarci un piede sotto ai cilindroni. Non ci puoi viaggiare, cosa ci metti, un cupolino su un’opera d’arte del genere? No di certo. Se ti fermano ti picchiano anche i carabinieri, e fanno bene! Le pedane? Si, dai, quelle in ergal si tollerano, ma cosa fai porti la sella a imbottire dietro? Ti si imbottisce noi, ma di cazzotti. Borse? Va bene, dai, leviamogli il saluto. Al limite il borsellino da serbatoio.

La BMW HP2 Megamoto non è una moto e basta, è una religione, una reliquia, un oggetto da venerare, rispettare e godere come bestie al solo sentire i cilindri che sbatacchiano e destra e sinistra quando la accendi. Con quel manubrio che sembra di prendere un toro per le corna, con una coppia e un tiro ai bassi che pare un trattore, che della prestazione te ne sbatti come della popolazione delle zanzare palustri di un isolotto della Tasmania, perché quando la prendi e pensi “questa è la mia” ti senti un Eletto. Si, come quello di Matrix.

No, dai, va bene per mio fratello, la BMW HP2 Megamoto. Che la prenderà una volta ogni tanto per far girare l’olio, non fa le penne, al massimo va al mare, non fa piegoni al limite, non pulisce le gomme, non la prende se piove, non ci fa viaggi lunghi, mia cognata non ci va, insomma, la tiene da cencino, e probabilmente i soldi sono messi meglio lì che in banca.

Però cazzo se mi farà stare male, vedermela intorno e sapere che non è la mia!

 

 

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