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Alla fine aveva ragione Rossi

Sevilla, SPAIN: Spanish matador Jose Maria Manzanares performs a pass to the bull during a bullfight in the Maestranza Bullring in Seville, 20 April 2007. AFP PHOTO/ CRISTINA QUICLER (Photo credit should read CRISTINA QUICLER/AFP/Getty Images)

 

Ho cercato in tutti i modi di stare fuori dalla diatriba Rossi-Marquez in merito quanto accaduto a Sepang. “Rossi aveva fatto una scorrettezza ed andava sanzionato” era stata la mia opinione, in contrasto con la logica delle tifoseria in stile calcistico, offuscata dal dare ragione sempre ai propri beniamini.

Ma dopo aver visto la gara di ieri a Valencia – pur senza mettere in dubbio l’idoneità di una sanzione che andava comunque inferta – devo ammettere che Rossi aveva ragione parlando di una combine spagnola.

Non so cosa titoleranno i giornali iberici oggi, di certo quello visto in pista ieri non è stato un esempio di sportività. Marquez non ha una sola volta provato a superare Lorenzo, nemmeno quando il ritmo si è abbassato e l’unico attacco lo ha portato al compagno di squadra Pedrosa, quando questi si è fatto sotto, e forse avrebbe potuto attaccare anche Lorenzo.

Certo anche da noi si parlava di Grande Italia quando i podi erano tutti tricolori, ma forse è proprio questo lo sbaglio. Il motociclismo è uno sport individuale, che premia il connubio uomo-macchina. Abbiamo amato piloti come Hailwood, Saarinen, Roberts, Kocinski, Doohan, Mamola, solo per parlare della vecchia guardia, ed avevamo apprezzato fino ad ora anche Marquez e Lorenzo.

Così come all’estero hanno apprezzato e amato tanti nostri piloti.

Sicuramente anche in Spagna – paese che con l’Italia ha un’affinità incredibile, assai maggiore della più vicina Francia – saranno in molti a non essere soddisfatti. Rossi è molto amato anche oltre i Pirenei e in tanti avranno apprezzato il suo disperato tentativo di rimontare dal fondo di una griglia di partenza che non gli dava speranze.

Un tentativo coraggioso ed epico, che abbiamo sognato (contro ogni logica) potesse dare chance al pilota marchigiano, se solo ognuno avesse corso per se e non per la nazione.

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