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Prova Honda CBR500R

HONDA CBR500R

La piccola sportiva di casa Honda, economica e divertente nella guida, può essere guidata anche dai titolari di patente A2. Il prezzo di 6.200 euro la pone direttamente in concorrenza con il mondo dei maxiscooter.

Com’è: ispirata alla CBR1000RR Fireblade.

La piccola Hondina bicilindrica trae ispirazione dalla sorella maggiore, la CBR1000RR. La linea della carenatura e le colorazioni della CBR500R richiamano quelle della Fireblade, ma l’utenza a cui è destinata è decisamente diversa. La “piccola” è un ottimo mezzo a due ruote, economica nell’acquisto e gestione, basti pensare che con un litro di benzina si percorrono quasi 28 km. Particolarmente facile nella guida, il suo propulsore eroga la potenza massima di 48 CV a 8.500 giri/min, erogati sempre in maniera fluida, coadiuvati nella guida da una ciclistica sincera e da un impianto frenante più che sufficiente alle prestazioni in gioco.

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Non manca di fascino, soprattutto se si è giovani e si è in cerca di un valida sostituta delle moto 125 cm3, famose negli anni 90°, mezzi con cui ci si divertiva soprattutto tra i cordoli dei circuiti. In effetti, a ben guardarla, le dimensioni sono molto simili proprio alle quarto di litro di qualche anno fa, carena attillata e frontale spigoloso, il serbatoio è stretto e si raccorda perfettamente con la sella, realizzata in una unica sezione per pilota e passeggero. In effetti il passeggero viaggia abbastanza comodo, la differenza tra i piani sella anteriore e posteriore è ridotta, e non mancano neanche due robuste maniglie a cui sostenersi.

La strumentazione, di chiara consultazione, è completamente digitale ed è composta da tachimetro numerico, contagiri a tacche, conta km, orologio e indicatore del livello carburante, oltre al trip computer del consumo carburante. Infine, a scongiurare i mali intenzionati, c’è la chiave con sistema HISS (Honda Intelligent Security System), che interagisce direttamente con il sistema di alimentazione. 

Il motore: Bicilindrico affidabile e leggero.

Il bicilindrico in linea frontemarcia ha una cilindrata con raffreddamento a liquido e distribuzione bialbero a 4 valvole per cilindro, in grado di erogare 48 cv (35 kw) a  8.500 giri e una oppia massima di 43 Nm a 7.000 giri.

Particolarmente leggero, pesa solo 52,7 kg, ha tra i suoi punti di forza quello di essere parco nei consumi, la casa alata dichiara un consumo medio di 28,4 km/l, che dovrebbe permettere un’autonomia di circa 400 con un pieno di carburante di 15,7 litri.

Le misure di alesaggio e corsa (67×66,8), sono leggermente superquadre, e sono state scelte per garantire una buona erogazione di coppia, consentendo tuttavia di raggiungere elevati regimi di rotazione.

La fasatura dell’albero a gomiti è di 180°, ovviamente non manca un contralbero di bilanciamento primario, destinato ad attutire le vibrazioni, posizionato dietro ai cilindri vicino al baricentro della moto. 

Telaio e sospensioni: telaio tradizionale a diamante.

 Nulla di rivoluzionario per telaio e sospensioni, ma come poi vedremo nella guida tutto funziona perfettamente donando alla CBR500R una ottima piacevolezza di guida.

Il telaio è realizzato in una struttura a diamante i tubi tondi del diametro di 35 mm, ancorato al motore che così contribuisce alla rigidità della struttura; i fissaggi, del propulsore/telaio, è sia anteriormente (sulle teste del cilindri) sia posteriormente (alla bancata del cilindri).

L’interasse è contenuto a 1.410 mm, l’inclinazione del canotto di sterzo 25.5° e l’avancorsa risulta di 101,9 mm.

Classico anche il comparto sospensioni, all’anteriore è installata una forcella telescopica da 41 mm e con escursione di 120 mm, al posteriore il forcellone in acciaio è azionato tramite leveraggio progressivo Pro-Link azionato da un monoammortizzatore con regolazione del  precarico su 9 differenti posizioni.

I cerchi, a 6 razze in lega leggera, sono ovviamente del diametro di 17” e montano pneumatici da 120/70 all’anteriore, mentre al posteriore un 160/60. L’impianto frenante, assistito da ABS di serie a due canali vede, anteriormente, un singolo disco a margherita da ben 320 mm su cui lavora una pinza a 2 pistoncini; al posteriore invece un unico disco da 240 mm con pinza a singolo pistoncino.

La guida: Anche con poca potenza ci si diverte. 

Dimensioni contenute, potenza limitata, divertimento più che sufficiente. Già perché queste sono le caratteristiche che emergono da subito, già al primo sguardo ancora prima di salire in sella. S’inforca con facilità, la sella è vicina al terreno, dista solo 785 mm, ed inoltre la larghezza del piano di seduta è particolarmente ristretto. Nella manovre da fermo, tutto avviene con estrema facilità, anche nelle inversioni ad u, si ha sempre tutto sotto controllo. Il peso in ordine di marcia 194 kg, in rapporto alla limitata potenza di 48 cv non è particolarmente contenuto, ma in realtà poco incide sulle “leggerezza” percepita durante la guida. In montagna ci si diverte, l’inserimento in traiettoria è immediato, la CBR scende veloce in piega, e necessita di pochissimo sforzo fisico quando si “salta” da destra a sinistra. La guida ricorda molto le caratteristiche delle piccole e “bastarde” 125 cm3 dei modelli a 2t.

L’impianto frenante è più che sufficiente a mantenere a bada alle prestazioni della “Hondina”, richiede poco sforzo alla leva anteriore, ed è modulabile senza essere mai troppo aggressivo; se poi le condizione dell’asfalto non sono ottimali, viene in aiuto l’antibloccaggio ABS installato di serie.

Le sospensioni seguono la strada della facilità di guida, quindi la forcella anteriore è tarata per essere confortevole assecondando le asperità del manto stradale, mentre, se si cerca maggiore “sportività” avrebbero bisogno di un maggior sostegno durante le frenate più impegnative. Il monoammortizzatore posteriore, risulta esser più secco in presenza asperità, ma non genera fastidiose oscillazioni nell’affrontare avvallamenti anche alle alte velocità.

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Passaggio di testimone o di manubrio a Nadia Giammarco, motociclista che ci racconta la sua esperienza alla guida della CBR500R.

Devo dire che dal punto di vista estetico non mi ha entusiasmata, fin troppo semplice la linea, mi sarebbe piaciuto qualche slancio in più in termini di originalità. Però non posso certo dire che non mi sia divertita a guidarla, facile com’è, leggera nella guida, bastano pochi chilometri per entrare in sintonia. Mi sarebbe piaciuto qualche cavallo in più, perché se sbagli marcia poi ti ritrovi a dover scalare se vuoi una risposta più pronta del motore. Alla guida non ci si stanca, anche perché la posizione di guida non fa sentire troppo il peso del corpo sui polsi, e non mi è sembrato poi di sentire particolari vibrazioni.

Il passeggero: Sella accogliente.

Il passeggero viaggia comodo, grazie alla sella accogliente e ampia e al ridotto dislivello con il pilota, quindi “sfruttando” un riparo dalla pressione dell’aria. 

Il turismo: Si, ma solo nelle medie distanze. 

Se si vuole fare del turismo da fine settimana è perfetta, basta che il viaggio non comporti lunghi trasferimenti autostradali. Per i bagagli bisogna accontentarsi di una borsa da serbatoio e di borse laterali posteriori morbide in tessuto. 

In conclusione: Economica e divertente.

Costa poco, consuma poco, ma è divertente. Poco impegnativa, ha tutto quello che serve a chi cerca una moto con cui divertirsi, soprattutto a chi è a corto di esperienza.

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CARATTERISTICHE TECNICHE

Colorazioni

-Pearl Himalayas White 

Motore: Bicilindrico in linea frontemarcia, bialbero 8 valvole (DOHC), raffreddato a liquido

Telaio: Tubolare in acciaio, a diamante

Lunghezza: 2075 mm

Altezza sella: 785 mm

Avancorsa: 101,9 mm

Interasse: 1.410  mm

Capacità serbatoio carburante: 15,7 litri (compresa riserva)

Peso a secco: 177,4 kg

Peso in ordine di marcia: 194 kg (con pieno di benzina)

Pneumatico anteriore: 120/70ZR-17M/C

Pneumatico posteriore: 160/60ZR-17M/C

Impianto frenante: con ABS di serie. Anteriore singolo disco wave da 320  mm, pinza a 2 pistoncini. Posteriore disco wave da 240 mm, pinza a 1 pistoncino.

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